Berardo
di Clairvaux fu
l'uomo
che fece condannare al concilio di Sens le tesi di Abelardo.
Appartenente all’ordine benedettino cistercense a Citeaux, fondò
l’abbazia di Clairvaux e fu attivo predicatore della II crociata
(1146). Uomo integerrimo, si trovò totalmente impegnato nella
difesa della tradizione ecclesiastica. Massimo esponente della
teologia monastica, vissuta come meditazione profonda della Sacra
Scrittura,
della Bibbia, si scaglia, seguendo il pensiero dei padri, in special
modo di Origene ed Agostino, contro coloro che credono di poter
scrutare il vero mediante la dialettica e gli strumenti della cultura
profana. La teologia di Bernardo si sviluppa all'interno della vita
monastica e del servizio assoluto a Dio. La perfezione cristiana è
connotata da un'esistenza semplice, che rifugia la scienza e che
persegue la santità. La
riflessione di Bernardo si focalizza tutta intorno al tema
dell’incontro con Cristo all'interno della Chiesa. Un incontro che
non avviene in termini di conoscenza intellettuale, bensì di
esperienza, di contatto con la divinità. In una delle sue maggiori
opere, il Commento
al Cantico dei cantici,
il rapporto
con Dio è posto nei termini dell’incontro della sposa (anima) con
lo sposo. La teologia monastica di Berardo è connotata da uno
spirito di devozione e di umiltà che si serve della Bibbia e della
tradizione ecclesiastica come unici strumenti di salvezza.
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