Filippo
Bruno, natio
di Nola ( 1548 ), entra diciottenne nell’ordine dei Domenicani e
prende il nome di Giordano. Di spirito ribelle, studiò la
letteratura ermetica, magica, astrologia e cabalistica. Dei
contemporanei approfondì Cusano, Ficino, Pico e Copernico.
Fu
un autore fertilissimo. Molteplici sono le sue opere, tra cui le più
importanti sono
Candelaio,
De umbris idearum, Ars memoriae, Cactus Cicaeus, De compensiona
architectura et complemento Artis Lulii, Explicatio triginta
sigillorum, Cena de le ceneri, De la causa, principio et uno, De
infinito, universo e mondi, Spaccio de la bestia trionfante, Cabala
del cavallo pegaseo con l’aggiunta dell’asino cillenico, De gli
eroici furori, De triplici minimo et censura, De monade, numero et
figura, De immenso et innumerabilibus, seu de universo et mundis.
Incarcerato nel 1592 con l’accusa di eretico, viene condannato a
morte ed arso vivo nel 1600.
Giordano
Bruno riafferma
la concezione fisica di Copernico, che perfeziona affermando
l'infinità del cosmo.
La
negazione dell'universo aristotelico, insieme all'affermazione
dell'infinità del cosmo, si unisce al altre importanti concezioni
come la negazione delle sfere cristalline -
concentriche e la negazione di una distinzione tra fisica celeste e
terrestre.
Infinito
per Bruno è il mondo, effetto adeguato dell’infinita potenza di
Dio; negare l’infinità del primo è negare l’infinità del
creatore. A
tal proposito Bruno scrive che:
“E’
dunque l’universo uno, infinito, immobile. Una, dico, è la
possibilità absoluta, uno l’atto, una la forma o anima, una la
materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo ed ottimo;
il quale non deve poster essere compreso; e però indingibile e
interminabile, e pertanto infinito e interminato, e per conseguenza
immobile”.
L'universo
di Bruno, oltre ad essere infinito, è un tutto omogeneo,
caratterizzato da un numero infinito ed illimitato di mondi, dove
ogni stella è un Sole, e cioè il centro di altri sistemi solari.
L’infinito
universo di Bruno è tutto omogeneo, con un numero illimitato di
mondi, ove ogni stella è un Sole, centro di altri sistemi solari.
L'universo,
retto da un principio
vitale,
è collegato in ogni sua parte in maniera ordinata e simmetrica,
permettendo una perfetta corrispondenza in ogni suo luogo. Il
principio
vitale
o intelletto
universale
è l'artefice del tutto. Esso, infatti, produce i singoli esseri,
agendo come una forza seminale interna ad ogni cosa.
Unico
è il principio di vita e di moto, unica la materia o potenza che
coincide con la forma o l’atto.
In
tale concezione dell’universo rientra
perfettamente la celebrazione bruniana della magia. Per il nostro
filosofo, infatti, il mago è il sapiente, ovvero colui che,
conoscendo le forze e i procedimenti della natura, riesce a dominarla
per condurla ai propri fini.
A
questo senso dell’unità dell’universo si riallaccia la logica di
Bruno, che riprende la logica lulliana.
L'universo
va interpretato nella sua unità attraverso un procedimento che
permette di coglierne le strutture
ideali.
Esse vengono colte mediante dei segni. E, pertanto, bisogna
procedere dai segni per avvicinarsi alle idee.
Questi
segni
sono la base per l’arte
(logica) combinatoria,
strumento idoneo per conoscere il mondo e il molteplice che è
disceso dall’Uno. A tale arte combinatoria va legata l’arte della
memoria. Queste due arti ci danno la conoscenza dei principi del
molteplice, permettendo la costruzione di un sapere completo e
unitario.
L’etica
di Bruno, pur
predicando la liberazione dal vizio e dai pregiudizi, è un’etica
che va contro qualsiasi posizione ascetica e che polemizza contro la
predestinazione dei riformati. L’etica culmina nell’eroico
furor,
ovvero con la liberazione dalle passioni e con la totale conversione
in Dio. Ciò può avvenire solo mediante un impeto di passione, che
è, per l'appunto, un eroico
furore.
In
questo stato l'uomo raggiunge la vera libertà, che consiste nel
comprendere l'armonia divina del cosmo e l'assoluta perfezione del
tutto. La verità religiosa di Bruno s'incentra proprio in ciò: nel
capire che dietro il molteplice si ha Dio e l'armonia dell'unità
dell'universo, che ha una propria precisa corrispondenza in ogni sua
parte.
Una
religione, quindi,
di ispirazione filosofica, comprensibile solo a pochi iniziati e in
contrapposizione con le religioni storiche valide per il volgo. In
tale visione rientra la religione storica come modo e mezzo di potere
governare il popolo.
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