giovedì 31 maggio 2012

Giordano Bruno


Filippo Bruno, natio di Nola ( 1548 ), entra diciottenne nell’ordine dei Domenicani e prende il nome di Giordano. Di spirito ribelle, studiò la letteratura ermetica, magica, astrologia e cabalistica. Dei contemporanei approfondì Cusano, Ficino, Pico e Copernico.
Fu un autore fertilissimo. Molteplici sono le sue opere, tra cui le più importanti sono Candelaio, De umbris idearum, Ars memoriae, Cactus Cicaeus, De compensiona architectura et complemento Artis Lulii, Explicatio triginta sigillorum, Cena de le ceneri, De la causa, principio et uno, De infinito, universo e mondi, Spaccio de la bestia trionfante, Cabala del cavallo pegaseo con l’aggiunta dell’asino cillenico, De gli eroici furori, De triplici minimo et censura, De monade, numero et figura, De immenso et innumerabilibus, seu de universo et mundis. Incarcerato nel 1592 con l’accusa di eretico, viene condannato a morte ed arso vivo nel 1600.
Giordano Bruno riafferma la concezione fisica di Copernico, che perfeziona affermando l'infinità del cosmo.
La negazione dell'universo aristotelico, insieme all'affermazione dell'infinità del cosmo, si unisce al altre importanti concezioni come la negazione delle sfere cristalline - concentriche e la negazione di una distinzione tra fisica celeste e terrestre.
Infinito per Bruno è il mondo, effetto adeguato dell’infinita potenza di Dio; negare l’infinità del primo è negare l’infinità del creatore. A tal proposito Bruno scrive che:
E’ dunque l’universo uno, infinito, immobile. Una, dico, è la possibilità absoluta, uno l’atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo ed ottimo; il quale non deve poster essere compreso; e però indingibile e interminabile, e pertanto infinito e interminato, e per conseguenza immobile”.
L'universo di Bruno, oltre ad essere infinito, è un tutto omogeneo, caratterizzato da un numero infinito ed illimitato di mondi, dove ogni stella è un Sole, e cioè il centro di altri sistemi solari.
L’infinito universo di Bruno è tutto omogeneo, con un numero illimitato di mondi, ove ogni stella è un Sole, centro di altri sistemi solari.
L'universo, retto da un principio vitale, è collegato in ogni sua parte in maniera ordinata e simmetrica, permettendo una perfetta corrispondenza in ogni suo luogo. Il principio vitale o intelletto universale è l'artefice del tutto. Esso, infatti, produce i singoli esseri, agendo come una forza seminale interna ad ogni cosa.
Unico è il principio di vita e di moto, unica la materia o potenza che coincide con la forma o l’atto.
In tale concezione dell’universo rientra perfettamente la celebrazione bruniana della magia. Per il nostro filosofo, infatti, il mago è il sapiente, ovvero colui che, conoscendo le forze e i procedimenti della natura, riesce a dominarla per condurla ai propri fini.
A questo senso dell’unità dell’universo si riallaccia la logica di Bruno, che riprende la logica lulliana.
L'universo va interpretato nella sua unità attraverso un procedimento che permette di coglierne le strutture ideali. Esse vengono colte mediante dei segni. E, pertanto, bisogna procedere dai segni per avvicinarsi alle idee.
Questi segni sono la base per l’arte (logica) combinatoria, strumento idoneo per conoscere il mondo e il molteplice che è disceso dall’Uno. A tale arte combinatoria va legata l’arte della memoria. Queste due arti ci danno la conoscenza dei principi del molteplice, permettendo la costruzione di un sapere completo e unitario.
L’etica di Bruno, pur predicando la liberazione dal vizio e dai pregiudizi, è un’etica che va contro qualsiasi posizione ascetica e che polemizza contro la predestinazione dei riformati. L’etica culmina nell’eroico furor, ovvero con la liberazione dalle passioni e con la totale conversione in Dio. Ciò può avvenire solo mediante un impeto di passione, che è, per l'appunto, un eroico furore.
In questo stato l'uomo raggiunge la vera libertà, che consiste nel comprendere l'armonia divina del cosmo e l'assoluta perfezione del tutto. La verità religiosa di Bruno s'incentra proprio in ciò: nel capire che dietro il molteplice si ha Dio e l'armonia dell'unità dell'universo, che ha una propria precisa corrispondenza in ogni sua parte.
Una religione, quindi, di ispirazione filosofica, comprensibile solo a pochi iniziati e in contrapposizione con le religioni storiche valide per il volgo. In tale visione rientra la religione storica come modo e mezzo di potere governare il popolo.

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