Aurelio
Cassiodoro
(495-580) rivestì le più alte cariche sotto il regno di Re
Teodorico. Scrisse le Istitutiones
come guida allo studio della Bibbia e delle arti liberali. Cassiodoro
insiste sulla necessità di una sommaria conoscenza delle arti per
intendere il senso della Scrittura e trasmette il programma, già
tracciato da Agostino, al medioevo. Delle arti liberali Cassiodoro dà
questa classificazione: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica,
musica, geometria, astronomia. Distingue a sua volta le arti in
trivio e quadrivio. Le prime sono grammatica, dialettica e retorica (
le quali restano sul piano dell’opinione); le seconde sono le
cosiddette discipline e rimangono sul piano del certo (aritmetica,
geometria, musica, astronomia). La dialettica è, però, arte quando
parla del probabile e verosimile, ma diviene disciplina (ovvero
filosofia) quando procede da ragionamenti apodittici e dimostrativi.
Cassiodoro dà delle definizioni di filosofia che rimarranno celebri
in tutto il medioevo e che fanno coincidere la filosofia con il
cristianesimo, portando alla conseguenza che solo i cristiani sono i
veri filosofi. Della Filosofia Cassiodoro offre molte definizioni:
scienza probabile delle cose umane e deivine; arte delle arti;
disciplina delle discipline; meditazione della morte, soprattutto per
i cristiani; congiunzione con Dio per quanto è possibile agli
uomini.
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