martedì 29 maggio 2012

La scuola di San Vittore


La scuola dei canonici regolari di San Vittore venne fondata da Guglielmo di Champeaux, alle porte di Parigi (1108) come congregazione poi riconosciuta dall’autorità ecclesiastica. I suoi maestri fanno grande uso delle arti liberali, la cui classificazione venne fissata da una pagina di Ugo di San Vittore. Il Didascalion di Ugo di San Vittore (1096-1141) offre un quadro degli studi e indica gli autori che ne sono il supporto. San Vittore muove dalla tradizionale definizione di filosofia come la scienza che comprende ogni scienza e disciplina, ovvero qualunque conoscenza, in quanto investiga le ragioni di tutte le realtà umane e divine. Ugo fa rientrare nella filosofia non solo la logica, la scienza teorica (fisica, matematica, teologia), ma anche le arti meccaniche (le quali vengono pertanto riscattate). In tale classificazione del sapere non si pone nemmeno una distinzione estrinseca tra filosofia e teologia. La teologia si pone al vertice della scienza teorica. Le arti sono necessarie per intendere l’historia, cioè la lettera del testo sacro, da cui deve procedere un’intelligenza più profonda del testo (l'interpretazione allegorica). La riflessione teologica di Ugo riprende la dimensione storica della Bibbia: la Bibbia traccia una storia dell’uomo e del mondo dalla creazione e dal peccato di Adamo alla redenzione compiuta dal Cristo, e prospetta la finale resurrezione e la fine del tempo. Legato all’insegnamento dello pseudo-Dionigi Ugo insiste sulla superiorità dell’oculus contemplationis rispetto all’oculus carnis e all’oculus rationis: quindi superiorità della contemplazione rispetto al pensiero e alla meditazione razionale.
Riccardo, discepolo di San Vittore, nel suo De Trinitate, afferma che anche le verità di fede, che sembrano di essere al di sopra o contro la ragione umana, sono suscettibili di una intelligentia che non esaurisce mai il suo oggetto. Al culmine dell’intellectus fidei si colloca un atto di amore, di contatto con Dio, nel quale Dio può essere colto mediante un’ebrezza che produce l’alienazione della mente.

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