Severino
Boezio nasce
a Roma nel 480 circa, muore nei pressi di Pavia. In tale periodo si
avvia un innesto tra la cultura barbarica e la tradizione romana. In
ciò Boezio ebbe un ruolo di primaria importanza, in quanto fu
consigliere di Teodorico. Il contrasto tra Boezio e l’imperatore
bizantino comportò l’arresto del filosofo, il quale in carcere
scrisse il De
consolatione philosophiae.
Mori giustiziato nel 524 d.C. Boezio, quasi sentendosi alla fine di
un’epoca storica, si impegnò nella traduzione e rielaborazione di
grandi opere dell’antichità e della tradizione greca. Grande
importanza ricopre il suo
De consolatione,
testo classico per tutto il medioevo, ove si esorta ad una filosofia
che culmini nella contemplazione di Dio. Fondamentale è anche la
dottrina cosmologica boeziana, ove si opera una distinzione tra
eternità ( praesentarius status) e il tempo. L’eternità viene
definita come l’esistenza in un atto solo, come simultaneo e pieno
possedimento di uno stato interminabile. Il tempo viene definito come
un perpetuo passaggio da uno stato all’altro, un continuo divenire,
un perenne mutare. Dio-unità si contrappone al creato-molteplicità.
“Ogni esistente [però] partecipa dell’Essere per esistere”.
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