Lo
stoicismo è un vasto movimento filosofico fondato da Zenone di Cizio
attorno al 300 a.C. e che si protrae sino al terzo secolo d.C. Assume
connotazioni diverse nel corso dei secoli, e vive un periodo di
fioritura nell'impero romano, dove diviene una delle correnti
filosofiche più importanti.
Vediamo,
in modo molto sintetico, le fasi storiche dello stoicismo, per
soffermarci, in seguito, alla delineazione del primo stoicismo.
L'Antica
Stoà (III-II secolo a.C.). Cleante e Crisippo, seguendo
l'insegnamento del maestro Zenone, fissano gli elementi fondamentali
dello stoicismo.
La
Media Stoà (II-I secolo a.C.). Lo stoicismo subisce forte
contaminazioni dall'epicureismo, dal neoplatonismo e dal pensiero
orientale.
La
Nuova Stoà (I-III secolo d.C.). E' il periodo in cui lo stoicismo,
contaminatosi di elementi dello stoicismo, diventa la filosofia più
diffusa all'interno dell'impero romano. Gli intellettuali che seppero
meglio interpretare questa speculazione furono Seneca, l'Imperatore
di Roma Marco Aurelio e lo schiavo Epitteto.
Zenone
di Cizio (332
-264) fu fondatore di una scuola all'interno di un portico (stoá), e
da esso prese il nome di stoicismo. Originario della fenicia, e
precisamente di Cizio, nell'isola di Cipro, si recò ad Atene, dove
ascoltò le lezioni del filosofo megarico Stilpone e del cinico
Cratete.
Delle
opere di Zenone, di cui ci sono rimaste solo alcuni frammenti,
ricordiamo La
logica, La Repubblica, Passioni, Il Dovere.
Degli stoici antichi (Zenone di Cizio, Cleante, Crisippo) si possono
delineare alcuni punti di fondo. Di notevole importanza per delineare
la dottrina stoica è l’opera di Diogene Laerzio (III sec. d.C) che
nelle Vite
e opinioni dei filosofi illustri
(libro VII) propone in un sistema unico la filosofia di questa
scuola.
Per
gli stoici la filosofia è intesa come esercizio e studio che conduce
a vivere in maniera virtuosa. La filosofia viene distinta in Logica,
Fisica, Etica: le
tre discipline sono strettamente connesse tra di loro: la logica
indica le condizioni del pensare e cioè i modi di conoscere la
realtà nelle sue strutture; la fisica è la scienza che, mediante la
logica, definisce le strutture su cui si scandisce il costituirsi
della realtà; l’etica si fonda sulla fisica, in quanto il
comportamento dell’uomo deve seguire quello che è l’ordine di
tutta la realtà.
La
correlazione tra queste tre discipline è tale che Zenone la
semplifica con un esempio, divenuto famoso, per cui la logica e come
il guscio che avvolge il tuorlo dell'uovo (fisica), che, a sua volta,
è circondata dalla chiara dell'uovo, e cioè l'etica.
La
logica stoica è una logica preposizionale, in quanto studia i
rapporti tra le proposizioni, e non tra i termini, come quella
aristotelica.
La
conoscenza coincide con il sapere pensare, ove pensare è giudicare.
Da un lato abbiamo i dati, cioè le rappresentazioni (phantasiai) o
modificazioni dell’anima provocate da un qualcosa che si presenta
all’anima. Tali rappresentazioni non sono per sé né vere né
false, ma sono semplicemente “modificazioni dell’anima”. Verità
e falsità sono dovute al nostro assenso, ove il nostro assenso è
dato solo alle rappresentazioni che si presentano con forza, con
evidenza (enargheia). Queste rappresentazioni sono chiamate fantasie
catalettiche, cioè comprensive (dal greco Katalambano = io afferro).
L’errore si ha nell’affidarsi a fantasie non catalettiche, cioè
a rappresentazioni non forti e non evidenti. I dati sensibili sono
unificati attraverso la ragione, cioè all’attività unificatrice,
egemonico,
coordinante ed egemonizzante. Le rappresentazioni si raccolgono nella
memoria e nel loro insieme costituiscono la sfera dell’esperienza.
In questa organizzazione delle impressioni presenti nella memoria
fondamentale importanza hanno le anticipazioni (prolessi), comuni a
tutti gli uomini, e si formano spontaneamente sulla base di
esperienze precedenti. Esse servono a preparare le esperienze future.
All’interno della logica, la dialettica costituisce la parte più
generale, in quanto insegna “a distinguere il vero dal falso” e a
formulare ragionamenti corretti. Tutti i ragionamenti possono
ricondursi a ragionamenti anapodittici, basate su premesse
anapodittiche, in quanto non hanno bisogno di essere dimostrate in
quanto evidenti. La validità di un ragionamento non sta nel rapporto
tra due termini attraverso un termine medio, ma nelle implicazioni di
una proposizione nell’altra = Se
è giorno allora c’è luce, ma è giorno, allora c’è luce.
Questo è lo schema del sillogismo ipotetico. Essa è tale quando
assume come premessa una proposizione ipotetica “se…allora”, e
per tale motivo questa logica verrà detta preposizionale. Ogni
rappresentazione riceve un nome, che è un segno dell’oggetto che
ci fa comprendere l’oggetto designato. Il segno è qualcosa di
materiale, così come è materiale la rappresentazione dell’oggetto,
mentre il significato è qualcosa di mentale. Il significato designa
una realtà (per esempio la pietra), ma la designa solo per coloro
che parlano quella suddetta lingua. Il significato che sta tra due
realtà fisiche – il suono e la cosa designata – è quindi una
entità mentale. Il significato (lekton) può essere completo e
incompleto. Incompleti sono il soggetto e il predicato, completi
sono le proposizioni (vere o fase), le quali possono essere semplici
o composte (se…allora), disgiuntive (o) o congiuntive (e). L’uomo,
da un lato, è passività di fronte ai dati che si presentano,
dall’altro lato proprio perché ci accorgiamo che siamo passivi
siamo attivi. Il discorso scaturisce dalla tensione tra passività e
attività. Ora, poiché l’uomo e physis (natura), nulla vieta di
potere dire che la natura pensa, e che dunque la stessa realtà nasce
da un principio attivo e un principio passivo. A fondamento della
natura si ha perciò un principio attivo (ragione) e un principio
passivo (materia): dalla loro reciproca tensione scaturisce la realtà
nel suo esistere concreto. Materia e ragione sono i fondamenti e le
condizioni della fisica. Il logos è il principio di ordine e di
vita, tutto è quindi governato dal logos = soffio vitale, fuoco
artefice, anima del mondo. Quindi ogni cosa ha il suo giusto posto,
in gradi diversi, in una gerarchia in cui ogni cosa è legata
all’altra, in funzione dell’unico logos. Tale logos, principio
divino, non è natura immobile, in quanto è forza vitale. Nel
dinamismo che caratterizza la fisica stoica, la realtà nella sua
totalità è in perpetuo movimento, secondo cicli che si succedono
sempre identici tra loro. Per opera del Logos – fuoco i mondi si
costituiscono, si disfanno, rinascono: ogni
mondo nasce dal fuoco e si dissolve con il fuoco, in una
conflagrazione universale.
Ciò avviene quando i corpi celesti ritornano nella stessa posizione
occupante al principio (ogni 36.000 anni). Si ha quindi il grande
anno, avviene la conflagrazione o distruzione di tutti gli esseri
viventi e si costituisce un nuovo ordine. In questo nuovo mondo si
ripeteranno identicamente gli avvenimenti del mondo precedente
(eterno
ritorno).
Nel sistema stoico i cieli assumono un valore di fondamentale
importanza: governati dal logos, ne realizzano i piani razionali,
ovvero la necessità dell’accadere, il fato. Leggere le stelle
(astrologia) diviene pertanto un modo fondamentale per “vedere”
il futuro. L’etica stoica si fonda sulla fisica, ove tutto
riconduce ad un ordine razionale. La virtù sta nell’esercizio
della ragione, il vizio nel farsi trasportare dalle passioni contro
ragione. Il vizio è incapacità del corretto pensare, è errore:
ovvero subire le rappresentazioni sensibili senza ordine, lasciando
spazio alle passioni. Essere passionali significa essere contro la
propria natura che è razionale. L’uomo virtuoso è colui che
domina le passioni e si libera di esse (apàtheia = mancanza di
passione). L’uomo deve vivere secondo ragione, e se non vi riesce
per condizioni sfavorevoli, meglio è per lui il suicidio (meglio
uscire dalla vita che vivere da non uomo). Gioie, dolori, ricchezze e
povertà sono per lo stoico indifferenti perché tutto è dato dal
logos, che tutto governa. L’uomo libero è colui che si conforma
all’ordine e quindi alla natura universale. Ed è proprio nel
logos, cui tutti gli uomini partecipano, il fondamento
dell’uguaglianza dell’uomo. Tutti infatti sono capaci di essere
razionali, tutti sono fratelli e cittadini di un solo stato, che è
lo stesso cosmo. Da ciò il cosmopolitismo e il giusnaturalismo:
esiste
un diritto di natura perfettamente razionale, come principio tanto
dell’agire umano quanto dell’ordinamento politico.
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