Tommaso
Campanella,
nato
a Stilo, in Calabria, nel 1568, entra, ancora giovane, alla sola età
di quattordici anni, nell'ordine benedettino. La sua formazione
iniziale è quella propria del mondo accademico, e cioè lo studio
dei testi aristotelici – scolastici. Ben presto, però, i suoi
interessi si rivolsero altrove, e le sue letture si concentrarono
sulla meditazione dell'opera platonica e telesiana.
A
Napoli conosce il Della
Porta,
con il quale, oltre a stringere una forte amicizia, inizia ad
interessarsi di pratiche magico – astrologiche. Viene più volte
sospettato di eresia. Si fece fautore di un movimento anti –
spagnolo e di un movimento di rinnovamento politico – religioso, di
cui si sentiva una sorta di profeta. Decide di organizzare una
congiura ai danni del governo spagnolo. Il tutto, però, finì in
maniera misera, e, fatto prigioniero, riuscì a salvarsi e ad evitare
il processo fingendosi pazzo. Viene scarcerato una prima volta nel
1626, ma nuovamente imprigionato, vene rilasciato solo nel 1629.
ormai, però, era mal visto dal governo spagnolo, che continuava a
controllarlo e perseguitarlo. Per tale motivo fugge dall'Italia e si
reca in Francia, a Parigi, dove viene accolto con grandi onori e dove
muore nel 1634.
Delle
sue opere vanno ricordate il De
sensu rerum et magia,
il
Philosophia realis, la
Città del Sole, l'Astrologia,
l'Apologia
pro Galileo, l'Atheismus
triumphatus, la
Metaphisica
e una vastissima Theologia.
In
Telesio, Campanella vede colui che ha definitivamente confutato
Aristotele e che ha iniziato una nuova filosofia libera basata
sull’osservazione diretta della natura.
Campanella
comprende
l'importanza che riveste l’osservazione diretta della natura per la
nascita di un nuovo pensiero, e, per tale motivo, difende l'operato
di Cristoforo Colombo e Galileo Galilei, a cui, peraltro, dedica una
difesa.
Il
sistema speculativo di Campanella deve molto a quello di Telesio, ed,
infatti, ritroviamo in lui la dottrina
dei principi attivi di caldo e di freddo e
la medesima teorizzazione del senso.
Inoltre,
il cosmo è interpretato secondo le direttive offerte dal platonismo,
e cioè secondo delle forze che armonicamente si attraggono e si
respingono secondo i principi di simpatia
ed antipatia.
Al
di sopra di ogni cosa si ha
lo spirito, il caldo
sottile materiale,
veicolo di sensibilità.
La
conoscenza si attua mediante il sentire ed è propria di ogni essere.
Esso si genera mediante la consapevolezza
di sentire.
In tale operazione il soggetto senziente si muta nell'oggetto
sentito, senza, però, mutarsi totalmente in esso.
Se
infatti si mutasse totalmente nell’oggetto la nostra conoscenza non
sarebbe parziale come effettivamente è. La consapevolezza di sentire
è prima
di ogni cosa un autoconoscersi, un sapere di sé (scire
sui);
ed infatti sentire è fondamentalmente conoscere, conoscere di essere
modificato. Alla base del sentire sta un sensu
inditus o cognitio,
e, inoltre, il sentire è intrinseco all’essere, per cui conoscere
è essere.
Tutte
le cose hanno ricevuto da Dio la capacità di autoconservarsi, di
amare se stesse, di conseguire il proprio fine. Pertanto,
la natura rispecchia le primalità
di Dio, che sono potenza,
sapienza, amore.
Nell’uomo il sentire si esplica come tutti gli altri esseri, con la
sola differenza che all’uomo oltre allo spirito viene infuso anche
una mente
da Dio. Essa dà all’uomo quell’aspirazione all’infinito che
segna la sua radicale superiorità e diversità rispetto agli
animali. La naturale aspirazione dell’anima umana a Dio è
confermata dal carattere naturale della religione, una notitia
indita,
per cui tutti gli uomini aspirano a Dio. Da tale naturale
predisposizione nascono le religioni, che nella loro diversità
rispecchiano una diversa concezione del divino da popolo a popolo. Le
religioni storiche (notitia
addita)
trovano compimento con l’ebraismo e in seguito con il
cristianesimo. Il cristianesimo conserva, infatti, tutti gli elementi
e le caratteristiche della religione naturale. Ha, però, in più un
apparato dottrinale, che pur superiore alla ragione umana, non è
contraria ad essa, in quanto è manifestazione della ragione divina
(Prima
Ragione),
rivelazione dunque del logos divino. Da ciò l’appello di
Campanella nel Che
si rammenteranno e si convertiranno al Signore tutti i Paesi della
Terra,
ove si incita i sovrani a ricordare la naturalità della religione
per una conversione al cristianesimo.
Il
mondo per Campanella è un tutto vivente, un’immagine vivente del
Dio creatore. Una natura, quindi,
attraversata da un’anima del mondo (vis animistica) che tutto muove
e tutto sente. Da ciò l'importanza della figura del sapiente, del
mago, il quale, imitando la natura o aiutandola con l’arte ignota,
può convertire tale forze a suo vantaggio. Tre sono le discipline
che si sottopongono a servizio della magia: la religione, la medicina
e l’astrologia. La religione serve a purgare l’anima per farsi
atto delle conoscenze; la medicina serve per conoscere le virtù di
erbe, metalli e pietre e le loro simpatie e antipatie verso l’uomo;
infine l’astrologia serve per capire quale tempo sia giusto per
operare. Campanella inoltre opera una distinzione tra la magia divina
(operata da Dio per mano dell’uomo) e la magia naturale, che al
volgo sembra miracolosa, ma che invero è conoscenza delle forze
naturali.
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