Appartenente
all'ordine domenicano,
nasce nel 1206, e muore a Colonia nel 1280. Conosciuto per la sua
cultura enciclopedica, venne chiamato ad Anagni dal papa Alessandro
IV per la disputa sul problema dell’intelletto. Da ciò ne nascerà
più tardi il De
unitate intellectus contra Averroem.
Autore florido, non rimane legato al commento di Aristotele, ma
riprende il disegno dei suoi scritti e svolge gli argomenti con
continue digressioni, utilizzando tutto il materiale che il tempo
presente gli poteva mettere a disposizione. Alberto scrive, sulla
scorta dei libri aristotelici, di logica e di fisica. Alberto è
consapevole della distinzione e spesso dell’inconciliabilità tra
la filosofia ( che è la filosofia peripatetica) e la teologia, cioè
la speculazione cristiana, fondata sulla rivelazione: egli insiste
più volte nel sottolineare che “ le
dottrine teologiche non si accordano con quelle della filosofia,
quanto ai principi, perché si fondano sulla rivelazione e sulla
divina ispirazione, e non sulla ragione; di esse dunque non possiamo
discutere in filosofia”.
Alberto
vuole commentare e rendere conoscibile ai latini la filosofia
aristotelica,
ma è consapevole che essa non può essere ricondotta nell’ambito
della rivelazione cristiana e della teologia. Le dottrine di
Aristotele e dei commentatori arabi hanno, infatti, una loro validità
nell’ambito della natura. È, pertanto, inutile tentare di
utilizzare queste tematiche per interpretare e spiegare altri ambiti.
La metafisica, da Alberto definita alla stessa maniera di Aristotele,
è scienza divina che perfeziona l’intelletto secondo quel che è
in noi di divino. Nello sviluppo di essa, egli accetta alcuni
fondamentali schemi aristotelici interpretati platonicamente da
Al-Farabi e Avicenna. Importante è il De
causi et processu universitatis,
ove la creazione viene spiegatacon dei processi di emanazione (
fluxus, emanatio ) da Dio. Questi
è causa prima, pura luce, sopra cui non vi è altra luce: in esso
l’essere si identifica con l’essenza.
Dio è intellectus
universaliter agens,
causa di ogni essere, fonte ed origine di tutte le forme. Inizia così
il processus del molteplice dall’Uno, da cui, in un ordine
gerarchico, procedono, le intelligenze, le anime e le sfere celesti.
Alberto
fonda tutta questa struttura gerarchica dell’universo sulla teoria
del fluxus
e dell’illuminatio.
Tale
sistema per Alberto offre la migliore prova dell’esistenza di Dio,
in quanto si risale al primo motore e alla prima causa. Importante è
la dottrina dell’origine dell’anima umana che si ricollega alla
dottrina Albertina della materia. rifacendosi di Aristotele, Alberto
concepisce la materia come un qualcosa che ha un appetito della
forma, che chiama inchoatio
formae:
le forme sono già nella materia in potentia
formali ed effectiva,
irraggiate su essa dalle virtù dei cieli. Alla dottrina
dell’inchoatio formae si ricollega la dottrina albertina
dell’origine dell’anima umana: la materia racchiude
incoativamente la vita vegetale, questa la vita sensitiva, la quale
contiene incoativamente l’anima razionale. Ma mentre l’anima
vegetativa e sensitiva proviene dalla causa naturale, l’anima
razionale viene infusa direttamente dalla causa prima, da Dio.
Alberto
ebbe un notevole gusto per la descrizione fisica: “ Non
basta –
scrive –
conoscere l’universale, ma cerchiamo di conoscere ogni cosa secondo
la propria natura, questo infatti è il modo migliore e più completo
di sapere ”.
Pur ripetendo che la filosofia non si occupa del particolare, Alberto
offre più volte descrizioni minute delle proprietà di piante, di
animali, di pietre; e spesso l’esperienza diretta di un fenomeno è
invocata per correggere dottrine tradizionalmente accettate. Le sue
dottrine scientifiche sono inserite in una coerente dottrina magico
astrologica; ove l’astrologia è un mezzo per leggere i movimenti
delle stelle, mentre la magia naturale utilizza quelle virtù occulte
impresse negli esseri (pietre, piante, animali) naturali dai cieli.
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