giovedì 9 agosto 2012

William James


William James (1842 – 1910), filosofo statunitense, dottore in medicina, insegnò fisiologia, psicologia e filosofia. Tra le sue opere principali abbiamo: I principi di psicologia, del 1880; La volontà di credere, del 1897; Gli ideali della vita. Discorsi ai giovani e discorsi ai maestri, del 1899; Le varie forme della coscienza religiosa, del 1902; Il pragmatismo, del 1907; Universo pluralistico, del 1909 e, postumo, del 1912, Saggi dell'empirismo. La sua opera acquisisce significato in filosofia perché diede un contributo rilevante alla diffusione del pragmatismo a cavallo tra ottocento e novecento.
Suoi sono i concetti di corrente di coscienza, migliorismo, volontà di credere, e l'impostazione di un tipo di pragmatismo a carattere etico – religioso, che si presenta come verità di vita.
Nel saggio Principi di psicologia critica le concezioni affermanti che la vita psichica si attua attraverso una serie di associazioni di idee isolate, ed avanza una teorizzazione della vita psichica come processo vivo. La coscienza, per James, è dinamica, continua, caratterizzata da un flusso e da una corrente incessante di idee. Una coscienza che basa la propria vita psichica su aspetti sfumati come le relazioni, gli stati di tendenza e di attesa. A questa concezione della psiche come coscienza dinamica lega l'idea che per la soluzione dei problemi teorici veramente importante è non la conoscenza, bensì l'azione, ossia la decisione dell'uomo che si inserisce attivamente in universo aperto, pluralistico, dove nulla è ancora definitivamente stabilito. Pertanto, l'alternativa tra determinato ed indeterminato si risolve sempre e comunque nel secondo termine, perché la vita è sempre libertà che ci pone la necessità di una scelta. In tal senso, bisogna superare la sterile ed inutile contrapposizione tra ottimismo e pessimismo. A questi due termini bisogna sostituire quello di migliorismo, ossia la proposizione di potere migliorare l'universo attraverso la fiducia nell'uomo e nelle sue possibilità. Questa fiducia, al contrario del positivismo, non si fonda sulla scienza, che James ritiene utile solo nell'orientamento dell'ambiente, bensì nella volontà di credere, ossia nel proprio diritto di ammettere i postulati etico – religiosi (libertà, esistenza di Dio) che sono più adatti a promuovere l'azione umana in senso miglioristico. 

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