giovedì 16 agosto 2012

Maurice Merleau – Ponty


Maurice Merleau – Ponty (1908 – 1961), filosofo francese, fu autore di una Struttura del comportamento, del 1942; di una Fenomenologia della percezione, del 1945; di un Umanesimo e terrore, del 1947; di un Senso e non – senso, del 1948; di un Elogio della filosofia, del 1953; delle Avventure della dialettica, del 1955; dei Segni, del 1960 e de Il visibile e l'invisibile, postuma, del 1964.
La fenomenologia di Merleau – Ponty approda ad un mondo di percezione come ambiguità di senso e di non – senso, di organicità e di ragione. In altre parole, la fenomenologia porta a riconoscere che l'io è situato sempre nel mondo. L'io, a sua volta, è sempre incarnato. E, pertanto, è sempre corporeità. Ciò significa che l'io è sempre intersoggettività, nel senso specifico che solo rapportandosi con l'altro si rapporta con se stesso e viceversa. Il mondo, quindi, “è la culla di tutti i significati” e “il senso di tutti i sensi”. E in ciò trova spiegazione l'ambiguità di senso e di non – senso. Ed infatti, l'uomo è sempre contestualizzato, appartenente ad una dialettica storica, ad un rapportarsi con l'altro. E in tale condizione l'uomo esplica dei significati sempre mutevoli, intrisi di significati che col tempo si svuotano per cedere il posto a significati del tutto nuovi. Un mondo, quindi, di libertà. Di una libertà che si esplica grazie all'intersoggettività, e che comporta delle scelte e delle decisioni. Basta pensare ad un prigioniero che torturato non confessa perché non vuole tradire i suoi compagni. Compagni che non sono lì con lui, ma che nella sua coscienza e nella sua esistenza vivono realmente. E proprio questa intersoggettività, questo rapportarsi con l'altro, implica una decisione che è libertà dell'individuo, dell'essere uomo.

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