sabato 11 agosto 2012

Charles W. Morris


Charles W. Morris (1901 – 1979) è ricordato in filosofia per il saggio dal titolo Segno, linguaggio e comportamento, del 1946 e per il suo contributo all'Enciclopedia internazionale della scienza unificata. Morris si inserisce nel contesto della filosofia pragmatistica con l'affermazione di una semiotica come studio dei segni in un'ottica comportamentistica. Morris polemizza contro quelle forme di psicologia affermanti i concetti di facoltà e di introspezione, e ritiene che, seppur possano esserci esperienze private nel processo di semiosi, tali esperienze non rivestono alcuna importanza per lo studio della semiosi.
La semiosi di Morris si configura come comportamento regolato da un qualcosa che ha funzione di segno, e che in quanto tale è formato da tre componenti::
  1. il segno o veicolo segnico (ad esempio la cartina geografica di una regione italiana);
  2. il designato (ossia la regione geografica presa in questione);
  3. l'interpretante (il turista che deve visitare quella regione presa in questione e che predispone il suo comportamento in base alla descrizione offerta dalla cartina geografica).
Questi tre termini non devono essere intesi come fattori isolati, ma, semmai, come relazionati l'uno con l'altro.
I segni possono essere studiati da tre diverse angolazioni o punti di vista. Angolazioni e punti di vista che costituiscono le tre parti della semiotica, ossia:
  1. la pragmatica, ossia quella parte della semiotica che studia il comportamento a cui danno vita l'uso dei segni;
  2. la semantica, che studia i diversi significati dei segni;
  3. la sintattica, che tratta delle combinazioni dei segni prescindendo dal loro specifico significato o dai comportamenti a cui danno luogo.
Con Morris il pragmatismo si inserisce in uno dei campi più importanti del pensiero contemporaneo, e cioè lo studio del linguaggio, innestandosi in particolare con il neopositivismo.

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