La colonizzazione greca ha tre cause fondamentali:
- in un primo momento le colonie servirono come patria agli esuli;
- in seguito come luogo in cui si recarono i Greci per la sovrappopolazione nella propria madrepatria;
- infine come centri commerciali.
La prima ondata
migratoria si ha tra il 1200 e il 900 a.C., in conseguenza alla
invasione dei feroci Dori.
Gli Achei e altri popoli greci furono obbligati a spostarsi e si
spinsero a Cipro
ed oltre, sino all'Asia Minore.
La seconda ondata
migratoria risale al 750-600 a.C. ed interessò delle aree
geografiche che vanno molto al di là del Mare Egeo. La causa di
questa seconda migrazione è da vedere nel rapido aumento della
popolazione. L'incremento demografico venne dato dall'utilizzo di
utensili in ferro, innovazione tecnologica portata dai Dori,
che sostituì quelli in bronzo. Questa nuova tecnologia permetteva
una più semplice rottura della terra sassosa, con la conseguenza di
un notevole aumento del terreno coltivabile e della quantità dei
prodotti agricoli. Nonostante ciò i Greci aumentarono troppo
rispetto alla quantità di terre coltivabili. I latifondisti dorici,
inoltre, accrebbero i propri possessi a discapito dei contadini
greci, che caddero in miseria.
Nel 750 a.C. le
città-stato del continente e delle isole iniziarono ad inviare
gruppi di contadini sulle coste del Mediterraneo per stabilizzarvi e
fondarvi colonie. Corinto
fondò la città-stato di Siracusa;
Clacide
ed Eretria,
città collocate all'interno dell'isola Eubea, popolarono Cuma
sulla costa occidentale italiana; Sparta
fondò il centro di Taranto.
Vennero istallate altre colonie in Spagna, Francia, Corsica,
Nord-Africa e Jugoslavia.
Possiamo esemplificare
il processo di colonizzazione adducendo all'episodio della nascita di
Siracusa;
fondata da Corinto
nel 734 a.C.. L'iniziativa ebbe come protagonista un nobile di nome
Archia.
Questi si autoelesse ecista
(il termine greco oikistes
significa “fondatore della colonia”) e si consultò coi sacerdoti
dell'oracolo di Delfi.
Questi presero informazioni dai commercianti circa i luoghi più
adatti. Venne consigliata Siracusa
sia per il suo posto naturale sia per le terre fertili e coltivabili.
Archia
partì con una piccola flotta di navi e centinaia furono i contadini
che si avventurarono con il nobile. Erano tutti poveri e pieni di
speranze. Siracusa
divenne uno dei più grandi ed importanti centri della Magna Grecia e
nel V secolo a.C. vantava una popolazione di circa 250.000 persone,
superando di gran lunga la madrepatria.
Le città coloniali
erano indipendenti. Un esempio è offerto sempre da Siracusa,
che si autogovernava e che aveva raggiunto la maggior parte della
propria ricchezza commerciando grano con Corinto,
che in cambio le dava pregiata ceramica ed altra merce.
Le colonie divennero
grandi produttrici di grano e superarono di gran lunga le città
native. La stessa Atene
importò molto più grano di quanto fosse in grado di produrne. Si
sviluppò, quindi, un ricco commercio tra la madrepatria e le colonie
greche. Ciò incoraggiò ancora di più l'emigrazione; sorsero nuove
colonie, specialmente in Oriente. Questa terza migrazione interessò
il VII secolo a.C. Vennero fondati centri urbani in Asia Minore e più
di 90 colonie intorno al Mar Nero. Qui si barattarono ceramiche
greche, olio, vino e lavori in metallo con frumento, orzo, legumi,
frutta e metalli di qualsiasi genere.
I Greci non divennero
mai fondatori di imperi. Le loro colonizzazioni nacquero per scopi
prettamente economici e i coloni tendevano a vivere pacificamente con
la gente del posto. Il loro interesse fu fondamentalmente di tessere
dei rapporti commerciali, così come avvenne con gli Sciti
del Mar Nero, i Celti
dell'attuale Francia e i Berberi
del nord-Africa.
L'unico popolo ad
opporsi alle colonie greche fu quello fenicio. Ciò perché i Punici
basavano la propria ricchezza sul commercio marittimo e il
Mediterraneo era un loro luogo di commercio da molto tempo prima che
nascesse la prima colonia.
E Fenici
riuscirono ad impedire ai Greci
di commerciare nell'Atlantico e, verso la fine del VI secolo a.C.,
diedero avvio ad una serie di battaglie dall'esito incerto. I due
popoli riuscirono a conservare i propri porti sulla Sicilia per altri
tre secoli, ossia sino a quando Roma non li conquistò.
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