sabato 30 giugno 2012

Illuminismo tedesco


Legato all'illuminismo inglese e francese è quello tedesco. Questo si caratterizza in una forte fiducia nel principio di progresso dell'uomo, in un senso di libertà rispetto al principio di autorità, in una importanza della morale in tutti i campi della vita, dal religioso al politico, e in un filantropismo e senso di fratellanza, che verrà rappresentato da Mozart nel suo Flauto magico.
Ovviamente l'illuminismo tedesco ha alcune caratteristiche peculiari dettate dal contesto storico – sociale. Innanzitutto manca un centro culturale come quello di Parigi. La città di Berlino, infatti, nonostante i tentativi di Federico II, non divenne un luogo di incontro di intellettuali, e il pensiero illuminista si origina principalmente nei piccoli centri. Inoltre, l'illuminismo tedesco è fortemente legato alla tradizione religiosa, in special modo al pietismo. Questo è un movimento fondato dal teologo tedesco Philipp Jakob Spener (1635 – 1705) che fondò dal 1670 i Collegia pietatis, ossia dei luoghi destinati alla lettura e alla riflessione della Bibbia. Lettura che veniva unita a pratiche di pietà. Spener pubblica un'opera dal titolo Pia desideria, che ebbe notevole diffusione e importanza in tutta la Germania e negli ambienti culturali ed intellettuali tedeschi. Il pietismo riprendeva alcune tematiche proprie della tradizione protestante tedesca, ma criticava l'organizzazione ecclesiastica luterana e calvinista e il nuovo dogmatismo a cui avevano dato vita. Per Philipp Jakob Spener bisognava, infatti, ridare valore primario alla coscienza nella vita religiosa e morale, privilegiando, in tal modo, la volontà e il sentimento rispetto alla ragione. Veniva negata, anche, la dottrina luterana della predestinazione e della grazia, ponendo così maggiore importanza agli atti morali. Da ciò scaturiva la polemica antiecclesiatica, la denuncia dell'inutilità dei culti esteriori e l'importanza di una fede che si traducesse in reali pratiche di benevolenza e di fede operosa. Infine, l'illuminismo tedesco è fortemente influenzato dal pensiero di Leibniz, soprattutto in due punti: nel nesso tra filosofia e matematica, e nella connessione del concetto dinamico della ragione, per cui essa si va perfezionando in maniera graduale secondo un processo di perfettibilità.
Personalità notevole è Christian Wolff (1679 – 1754), autore di una Logica (1728), di una Ontologia (1729) e di una Cosmologia generalis (1731).
Wolff sistematizza il pensiero leibniziano e offre l'organo principale dell'insegnamento accademico tedesco. Importante nel pensiero di Wolff è il legame tra filosofia e matematica, e, quindi, il costruire un apparato di conoscenze su una rigorosa analisi razionale tramite la logica, che ha come suo postulato il principio di non – contraddizione. Ciò significa che tutte le scienze devono fondarsi su questo postulato e devono procedere mediante ragionamenti logici deduttivi a priori.

Altra personalità che riprende, in senso diverso, la filosofia di Leibniz è Moses Mendelssohn (1729 – 1786), illuminista berlinese, sostenitore di una dimostrazione dell'immortalità dell'anima ampiamente discussa da Kant nella Critica della ragion pura. Mendelssohn lega il concetto di illuminismo e di lumi della ragione con la concezione del rischiaramento. Il rischiaramento, infatti, è uno strumento di perfezionamento e di progresso. Ciò perché solo mediante il continuo ed incessante ricercare si possono acquisire conoscenze sempre più precise e perfette.
In tal senso vanno interpretate le parole di Gotthold Ephraim Lessing (1729 – 1781):
Se Dio tenesse nella sua mano destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo tendere verso la verità con la condizione di errare eternamente smarrito, e mi dicesse: scegli!io mi pecipiterie umilmente alla sua sinistra e direi: Padre ho scelto, la pura verita è soltanto per te”.
Lessing (1729 – 1781) è la personalità più importante, rappresentativa e celebre dell'illuminismo tedesco per quanto riguarda i problemi religiosi. Anch'egli si inserisce nel filone del deismo, ed infatti afferma una religione razionale universale, e critica coloro che ricorrono al miracolo per provare la validità di una religione rispetto ad un'altra. Inoltre, contrappone la religione di Cristo a tutte quelle che si sono istituzionalizzate nelle Chiese cristiane. In Nathan, il saggio, Lessing sostiene che coloro che vogliono affermare la veridicità di una delle tre religioni storiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo) errano, perché dovrebbero cercare di dimostrare la bontà del proprio credo mediante le opere e gli atti di fede verso gli altri. Da ciò consegue che la religione viene ridotta a morale razionalmente fondata e ad un ideale di tolleranza.
Nello scritto L'educazione del genere umano, Lessing sostiene la concezione secondo cui la Rivelazione non è altro che progressiva manifestazione e conquista della verità. Ed infatti, “La rivelazione non dà nulla al genere umano cui non possa giungere anche da sola l'umana ragione; ma essa offre all'umanità i più importanti dei suoi beni prima della stessa ragione”. In altri termini, la Rivelazione anticipa le conquiste che, comunque, verranno fatte dalla ragione. Nell'esporre questa teoria Lessing riprende un'immagine utilizzata spesso nella storia della teologia e della filosofia, ed infatti, paragone la Rivelazione data da Dio al genere umano all'educazione dei singoli uomini. Pertanto, la Rivelazione avviene in maniera progressiva e storica, in linea con le capacità di acquisizione dei popoli del momento. Ciò spiega il perché del linguaggio semplice, elementare ed immaginoso della Bibbia. Linguaggio che si eleva gradualmente al progredire intellettuale delle varie civiltà nelle diverse epoche storiche. La rivelazione si svolge in tre grandi momenti: quello del Vecchio testamento, in cui la figura centrale è quella del Dio Padre, oggetto di timore e di venerazione; quello del Nuovo Testamento, incentrato sulla figura di Cristo; quello del Vangelo eterno, incentrato sullo Spirito, per cui l'uomo farà il bene perché è bene farlo, e non per la promessa in un paradiso ultraterreno. Concezione questa ripresa ed ulteriormente approfondita da Kant. Questa suddivisione in tre momenti della Rivelazione diviene importante perché mostra il progredire della società con il trascorrere dei secoli e delle varie epoche, e perché chiarifica come non si ha mai una verità acquisita una volta e per sempre. Ciò mette in evidenza un fattore di notevole importanza della filosofia di Lessing, e cioè il fatto che più del possesso della verità, è importante la ricerca di essa.
Alexander Gottlieb Baumgarten (1714 – 1762) ha il merito di aver dato il nome di Estetica alla moderna teoria dell'arte, e di averne chiariti i compiti e gli ambiti di studio. Le basi di questa nuova disciplina vengono esposti nelle Meditationes Philosophicae de nonnullis ad poema pertinentibus (1735), un'opera giovanile, in cui per la prima volta viene utilizzato il termine aesthetica. Il termine deriva dal greco àisthesis (percezione mediante i sensi) e delimita la disciplina al campo della conoscenza sensibile in contrapposizione alla conoscenza intellettuale. Ed infatti, per Baumgarten l'estetica è scienza del conoscere sensitivo che nulla ha in comune con la scienza della conoscenza filosofica. La prima infatti si occupa di dirigere la facoltà conoscitiva inferiore, mentre la seconda dirige la facoltà conoscitiva superiore, ed ha come strumento la logica. Il discorso estetico, invece, ha come strumento tutta una facoltà interiore che, sebbene da sempre trascurata, ha tanta importanza nell'esperienza umana.

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