Legato all'illuminismo inglese e francese è quello
tedesco. Questo si caratterizza in una forte fiducia nel principio di
progresso dell'uomo, in un senso di libertà rispetto al principio di
autorità, in una importanza della morale in tutti i campi della
vita, dal religioso al politico, e in un filantropismo e senso di
fratellanza, che verrà rappresentato da Mozart nel suo Flauto
magico.
Ovviamente l'illuminismo tedesco ha alcune
caratteristiche peculiari dettate dal contesto storico – sociale.
Innanzitutto manca un centro culturale come quello di Parigi. La
città di Berlino, infatti, nonostante i tentativi di Federico
II, non divenne un luogo di incontro di intellettuali, e il
pensiero illuminista si origina principalmente nei piccoli centri.
Inoltre, l'illuminismo tedesco è fortemente legato alla tradizione
religiosa, in special modo al pietismo. Questo è un movimento
fondato dal teologo tedesco Philipp Jakob Spener
(1635 – 1705) che fondò dal 1670 i Collegia pietatis,
ossia dei luoghi destinati alla lettura e alla riflessione della
Bibbia. Lettura che veniva unita a pratiche di pietà. Spener
pubblica un'opera dal titolo Pia desideria, che ebbe
notevole diffusione e importanza in tutta la Germania e negli
ambienti culturali ed intellettuali tedeschi. Il pietismo riprendeva
alcune tematiche proprie della tradizione protestante tedesca, ma
criticava l'organizzazione ecclesiastica luterana e calvinista e il
nuovo dogmatismo a cui avevano dato vita. Per Philipp Jakob Spener
bisognava, infatti, ridare valore primario alla coscienza nella vita
religiosa e morale, privilegiando, in tal modo, la volontà e il
sentimento rispetto alla ragione. Veniva negata, anche, la dottrina
luterana della predestinazione e della grazia, ponendo così maggiore
importanza agli atti morali. Da ciò scaturiva la polemica
antiecclesiatica, la denuncia dell'inutilità dei culti esteriori e
l'importanza di una fede che si traducesse in reali pratiche di
benevolenza e di fede operosa. Infine, l'illuminismo tedesco è
fortemente influenzato dal pensiero di Leibniz, soprattutto in due
punti: nel nesso tra filosofia e matematica, e nella connessione del
concetto dinamico della ragione, per cui essa si va perfezionando in
maniera graduale secondo un processo di perfettibilità.
Personalità notevole è Christian Wolff
(1679 – 1754), autore di una Logica (1728), di una Ontologia
(1729) e di una Cosmologia generalis (1731).
Wolff sistematizza il pensiero leibniziano e offre
l'organo principale dell'insegnamento accademico tedesco. Importante
nel pensiero di Wolff è il legame tra filosofia e matematica, e,
quindi, il costruire un apparato di conoscenze su una rigorosa
analisi razionale tramite la logica, che ha come suo postulato il
principio di non – contraddizione. Ciò significa che tutte le
scienze devono fondarsi su questo postulato e devono procedere
mediante ragionamenti logici deduttivi a priori.
Altra personalità che riprende, in senso diverso, la
filosofia di Leibniz è Moses Mendelssohn (1729 –
1786), illuminista berlinese, sostenitore di una dimostrazione
dell'immortalità dell'anima ampiamente discussa da Kant nella
Critica della ragion pura. Mendelssohn lega il concetto di
illuminismo e di lumi della ragione con la concezione del
rischiaramento. Il rischiaramento, infatti, è uno strumento
di perfezionamento e di progresso. Ciò perché solo mediante il
continuo ed incessante ricercare si possono acquisire conoscenze
sempre più precise e perfette.
In tal senso vanno interpretate le parole di Gotthold
Ephraim Lessing (1729 – 1781):
“Se Dio tenesse nella sua mano destra tutta la
verità e nella sua sinistra il solo tendere verso la verità con la
condizione di errare eternamente smarrito, e mi dicesse: scegli!io mi
pecipiterie umilmente alla sua sinistra e direi: Padre ho scelto, la
pura verita è soltanto per te”.
Lessing (1729 – 1781) è la personalità più
importante, rappresentativa e celebre dell'illuminismo tedesco per
quanto riguarda i problemi religiosi. Anch'egli si inserisce nel
filone del deismo, ed infatti afferma una religione razionale
universale, e critica coloro che ricorrono al miracolo per provare la
validità di una religione rispetto ad un'altra. Inoltre, contrappone
la religione di Cristo a tutte quelle che si sono istituzionalizzate
nelle Chiese cristiane. In Nathan, il saggio, Lessing sostiene
che coloro che vogliono affermare la veridicità di una delle tre
religioni storiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo)
errano, perché dovrebbero cercare di dimostrare la bontà del
proprio credo mediante le opere e gli atti di fede verso gli altri.
Da ciò consegue che la religione viene ridotta a morale
razionalmente fondata e ad un ideale di tolleranza.
Nello scritto L'educazione del genere umano,
Lessing sostiene la concezione secondo cui la Rivelazione non è
altro che progressiva manifestazione e conquista della verità. Ed
infatti, “La rivelazione non dà nulla al genere umano cui non
possa giungere anche da sola l'umana ragione; ma essa offre
all'umanità i più importanti dei suoi beni prima della stessa
ragione”. In altri termini, la Rivelazione anticipa le
conquiste che, comunque, verranno fatte dalla ragione. Nell'esporre
questa teoria Lessing riprende un'immagine utilizzata spesso nella
storia della teologia e della filosofia, ed infatti, paragone la
Rivelazione data da Dio al genere umano all'educazione dei singoli
uomini. Pertanto, la Rivelazione avviene in maniera progressiva e
storica, in linea con le capacità di acquisizione dei popoli del
momento. Ciò spiega il perché del linguaggio semplice, elementare
ed immaginoso della Bibbia. Linguaggio che si eleva gradualmente al
progredire intellettuale delle varie civiltà nelle diverse epoche
storiche. La rivelazione si svolge in tre grandi momenti: quello del
Vecchio testamento, in cui la figura centrale è quella del Dio
Padre, oggetto di timore e di venerazione; quello del Nuovo
Testamento, incentrato sulla figura di Cristo; quello del Vangelo
eterno, incentrato sullo Spirito, per cui l'uomo farà il bene
perché è bene farlo, e non per la promessa in un paradiso
ultraterreno. Concezione questa ripresa ed ulteriormente approfondita
da Kant. Questa suddivisione in tre momenti della Rivelazione diviene
importante perché mostra il progredire della società con il
trascorrere dei secoli e delle varie epoche, e perché chiarifica
come non si ha mai una verità acquisita una volta e per sempre. Ciò
mette in evidenza un fattore di notevole importanza della filosofia
di Lessing, e cioè il fatto che più del possesso della verità, è
importante la ricerca di essa.
Alexander Gottlieb Baumgarten (1714 – 1762) ha
il merito di aver dato il nome di Estetica alla moderna teoria
dell'arte, e di averne chiariti i compiti e gli ambiti di studio. Le
basi di questa nuova disciplina vengono esposti nelle Meditationes
Philosophicae de nonnullis ad poema pertinentibus (1735),
un'opera giovanile, in cui per la prima volta viene utilizzato il
termine aesthetica. Il termine deriva dal greco àisthesis
(percezione mediante i sensi) e delimita la disciplina al campo della
conoscenza sensibile in contrapposizione alla conoscenza
intellettuale. Ed infatti, per Baumgarten l'estetica è scienza
del conoscere sensitivo che nulla ha in comune con la scienza
della conoscenza filosofica. La prima infatti si occupa di
dirigere la facoltà conoscitiva inferiore, mentre la seconda
dirige la facoltà conoscitiva superiore, ed ha come strumento
la logica. Il discorso estetico, invece, ha come strumento tutta una
facoltà interiore che, sebbene da sempre trascurata, ha tanta
importanza nell'esperienza umana.
e Kant?
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