Durante la rinascenza dei secoli XI e XII
divenne preponderante il culto del Serpente
Piumato, Quetzalcoatl, tradotto in Kukulcan
dai Maya dello Yucatan e in Gucumatz
in Guatemala.1
Questo culto giunse con i Toltechi in seguito alle invasioni
messicane e, sebbene ebbe un’ importanza enorme nell’arte del
periodo messicano, non dovette avere molta presa tra i Maya, i quali
lo sentivano probabilmente come un intruso nel proprio sistema
religioso. Di fatti il suo passaggio fu effimero, come dimostra il
fatto che il suo nome non si trova tra i Maya attuali.2
Kukulcan con ogni
probabilità un personaggio storico, un capo religioso e un
guerriero, il cui culto, portato da Tula, era soprattutto di
carattere stellare. La guerra divenne pertanto una istituzione al
servizio degli astri assetati di sangue e di carne umana. In seguito
a ciò, il clero perse parte consistente del suo prestigio e potere,
scalzato da un nuovo ordine militare, nel quale i guerrieri erano
“sacri”, in quanto assicuravano approvvigionamento e nutrizione
agli dei.3
Chichen Itza, città
invasa dai Toltechi, fu il centro ove il Serpente
Piumato incontrò maggiore favore.4
Il nome “Quetzalcoatl”, nella lingua Nahuatl,
significa letteralmente uccello o serpente con piume di Quetzal
(il che rimanda
a qualcosa di divino o prezioso.
Tra
le civiltà che praticavano il culto del Serpente
Piumato,
ricordiamo gli Olmechi,
i Miztechi,
i Toltechi
, gli Aztechi
ed naturalmente i Maya.
Il culto di Quetzalcoatl talvolta prevedeva sacrifici umani; secondo
altre tradizioni, invece, Quetzalcoatl
veniva
considerato contrario ai sacrifici. Con ogni probabilità dietro la
sua figura si cela, come già accennato, un personaggio storico, una
specie di Romolo, che si suppone abbia vissuto a Tula
nel sec. IX. Egli istruì gli indigeni nell'uso dei metalli,
nell'agricoltura e nell'arte delle istituzioni sociali. La sua era
l'età dell'oro del Messico: si racconta che la terra generasse fiori
e frutti senza richiedere la fatica del lavoro, che le pannocchie di
granturco fossero così grandi che un uomo bastava appena per
portarne una e che il cotone assumesse da solo, crescendo, i colori
che i tintori avrebbero voluto dargli.
Gli
si attribuiva una nascita mistica da Chimalman,
che l'avrebbe concepito pur restando vergine. Gli Spagnoli, sentendo
questa leggenda, ovviamente non potevano non pensare a una parodia
della verginità di Maria, sicchè conclusero che, in questo caso, il
diavolo si fosse travestito da arcangelo Gabriele per operare un
deprecabile trucco.
Secondo
la leggenda Quetzalcoatl
attuò una riforma del culto religioso tradizionale, che comprendeva
anche l’abolizione dei sacrifici umani.
Tale riforma
ovviamente suscitò il rancore degli altri sacerdoti. Se ne trova
l'evidente traccia nella leggenda secondo cui la sua mistica vita di
sacerdote, basata sul digiuno e sull'astinenza, finì quando,
ubriacato dai servitori di Tezcatlipocal
(dio del male e del cielo notturno, suo rivale e nemico nella
creazione del mondo), diede sfogo alla sua passione per la bella
Quetzalpétatl.
Prostato moralmente per essere caduto in peccato, abbandonò
piangendo Tula, seguito dalla sua gente. Si fermò a Cholula,
dove gli venne eretto un tempio le cui poderose rovine esistono
tuttora. Giunto infine sul Golfo del Messico, Quetzalcoatl si congedò
dai suoi promettendo che lui e i suoi discendenti sarebbero tornati,
un giorno, a riconquistare il potere ed a portare una nuova età
dell'oro. Quindi salì a bordo di una nave magica, fatta di pelli di
serpenti, e partì per la terra favolosa di Tlapallan,
la terra del rosso e del nero. Secondo un'altra variante,
Quetzalcoatl si
gettò in un rogo, trasformandosi nell'astro
del mattino
chiamato
Tlahuizcalpautecuhtli.
E’, tuttavia la prima variante, con l’insita speranza in un
ritorno dell'epoca d’oro, che restò viva fra il popolo. Questa
circostanza favorì Hernan
Cortés
nella conquista
del Messico: siccome si diceva che Quetzalcoatl fosse alto di
statura, di pelle bianca, con lunghi capelli neri e una barba
fluente,5
caratteristiche pressappoco corrispondenti a Cortés e ai suoi, il re
azteco Montezuma
II alla notizia
dello sbarco degli Spagnoli nel 1519 era incerto se si trattasse del
ritorno della divinità. Secondo la tradizione centroamericana,
Quetzalcotl
giunse dal mare per insegnare agli uomini l'uso del fuoco, la
costruzione delle abitazioni, l'uso di formare nuclei familiari e
tutte quelle conoscenze e abilità necessarie alla nascita di una
vera e propria civiltà. In un certo senso, si trattava di un
fondatore dell’età dell’Oro. Il dio Kukulcan
dei Maya corrisponde perfettamente a Quetzalcoatl
anche nelle caratteristiche fisiche. Il
significato esatto delle caratteristiche di Quetzalcoatl
varia a seconda delle civilizzazioni e del periodo storico.
Quetzalcoatl è stato
spesso considerato il dio della stella
del mattino ed il suo fratello
gemello, Xolotl, era
la stella della sera
(Venere). Come stella del mattino era conosciuto con il titolo di “il
signore della stella e dell'alba”, inoltre è stato anche
considerato il simbolo della morte e della resurrezione. Quetzalcoatl
era pure il protettore dei sacerdoti e del titolo di sommo sacerdote
azteco. In senso mistico, la sua missione sarà quella di stabilire
la comunicazione tra cielo e terra, unendo così l’umanità col
divino. Questa aspirazione al divino si riflette nei suoi ornamenti
che, rappresentando alti gradi di conoscenza spirituale, comunicano
l’idea di spiritualità. L’essenza del suo insegnamento è che
l’esistenza umana deve sforzarsi di trascendere il mondo delle
forme, che celano la realtà ultima. Il metodo per progredire lungo
il sentiero della spiritualità è la purificazione, l’unica arma
abbastanza forte da penetrare la materia. Seduto sul trono a forma di
giaguaro, Quetzacoatl
detiene il bastone della fertilità, e indossa il gioiello della vita
a forma di conchiglia a spirale. Dalle tibie del suo cappello sgorga
il sangue del sacrificio.6
Quetzalcoatl,
che probabilmente fu realmente re e sacerdote, divenne il simbolo
della saggezza della divinità suprema comunicata agli uomini,
attraverso l’invenzione delle arti, la riflessione sul mondo
cosmico e sovrumano e il computo del mondo.
Nel
mito cosmogonico azteco, Quetzalcoatl
procede alla creazione degli elementi costitutivi il mondo e alla
formazione del calendario: quindi, tale divinità si associa in
seguito a Itzamna,
figlio di Hunab Ku, di
cui assorbe tutte le caratteristiche. L’eroe divinizzato va
pertanto identificato con Ce Acatl,
quinto re di Tula,
regnante nel 900 d.c. circa. Ce Acatl,
dopo la sua scomparsa, venne divinizzato e confuso con il dio
omonimo, come prova il fatto che gli Aztechi chiamano Ce
Acatl la stella del mattino, personificata
appunto dal mitico regnante.7
Il
monaco De Landa ci ha lasciato la testimonianza scritta del culto di
questa divinità come eroe culturale. Egli scrive:
“ È
opinione diffusa tra gli indios che con gli Itzas che popolarono
Chichen Itzà regnò un gran signore a nome Cuculcan (o Kukulcan
)[…]. Dicono che giunse da ponente ma ( le vari voci )differiscono
sul fatto che sia arrivato prima, dopo o con gli Itzas; affermano
che era buono, che non ebbe mogli né figli e che dopo il suo
ritorno fu considerato nel Messico uno degli dei[…]”.8
Nel
periodo messicano-tolteco diviene comune il culto verso una divinità
semisdraiata comunemente conosciuta come Chac-Mool.9
Il personaggio giace supino con le ginocchia e la testa sollevate,
reggendo un vassoio piatto su cui venivano deposte i cuori delle
vittime sacrificali.
1
Cfr. Filoramo-Massenzio-Raveri-Scarpi, op. cit., pag. 148.
3
Cfr. Guy Annequin op. cit., pag 97.
4
Cfr. ibidem, pag 177.
5
Il fatto che questo eroe divino venisse rappresentato con la barba è
curioso dato che i maya non apprezzavano il pelo facciale, tanto che
le madri cercavano di soffocare i follicoli dei loro figlioli, e di
conseguenza le barbe erano generalmente rade. I pochi peli
superstiti venivano strappati con pinzette di rame.
6
Cfr. Martin Brennan, op. cit., pag. 238.
7
Cfr. Filoramo-Massenzio-Raveri-Scarpi, op. cit., pagg.
140-146.
8
Diego De Landa, op. cit., pag., 45.
9
Norman Hammond (op. cit., pag. 220) scrive che: “il nome
non ha niente a che fare con i chac, dal momento che è stato creato
da uno dei più eccentrici esploratori dei territori maya, Augusto
Le Plongeon, alla fine del XIX secolo ”.
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