Le
rivoluzioni delle sfere celesti
di Copernico si viene a configurare come una delle opere più
rivoluzionarie della cultura astronomica dell'Europa moderna. Il
testo venne pubblicato nel 1543 e segna la fine della concezione
geocentrica dell'universo, a cui seguirà la confutazione di tutti i
corollari metafisici e matematici, che erano stati elaborati dal
pensiero antico.
Niccolò
Copernico
nasce a Torùn, in Pomerania, nel 1473. la sua formazione si attuain
Italia, a Bologna, a Padova e a Ferrara. Muore nel 1543, subito dopo
la pubblicazione del suo già detto capolavoro.
La
concezione astronomica accettata dal mondo accademico e dal senso
comune era stata, per circa duemila anni, quella offerta da
Aristotele e Tolomeo. È logico, quindi, che l'innovazione portata da
Copernico suscitasse una serie di polemiche e resistenze dal mondo
accademico ed ecclesiastico.
Ed infatti, molteplici furono le condanne della Chiesa a questi nuovi
studi, che, a dire degli ecclesiastici, andavano contro gli
insegnamenti biblici, e, quindi, affermarli significava andarsi a
configurare come atei ed eretici.
La
tesi portante del sistema copernicano è che i pianeti girino intorno
al Sole e non intorno alla terra, la quale, a sua volta, ha per suo
satellite la Luna. La terra, pertanto, perde il suo ruolo
privilegiato, dato dal fatto di essere stato posto al centro
dell'universo, e diviene uno dei tanti pianeti orbitanti intorno al
Sole.
Il
pensiero di Copernico ebbe un primo abbozzo in un lavoro, mai
pubblicato, del 1512, che ebbe diffusione solo sottobanco. Già in
quest'opera veniva esposto in maniera chiara e coincisa il nuovo
sistema astronomico attraverso sette postulati. Contro
la dottrina aristotelica, per la quale i pianeti ruotano tutti
intorno ad un solo centro (la terra), Copernico sostiene che un solo
corpo ruota intorno alla Terra e cioè la Luna, mentre tutti gli
altri pianeti, compresa la terra, girano intorno al Sole. Vi sono
quindi due centri dei movimento dei pianeti. Il centro della terra,
pertanto, non è il centro dell’universo, bensì solo il centro
della gravità della sfera della Luna. Tutte le sfere ruotano attorno
al Sole come loro punto centrale. La distanza tra Sole e Terra è
estremamente piccola se paragonata alla distanza tra Sole e il cielo
delle stelle fisse, che è immenso e non misurabile.
Negli
altri postulati si diceva che i fenomeni celesti trovano spiegazione
in rapporto al moto della terra.
In
seguito, nel suo scritto del 1543 la dottrina copernicana è spiegata
ampiamente per dimostrare come, muovendo dalla centralità del Sole,
tutti i fenomeni celesti trovano la loro spiegazione in una maniera
più semplice e armonica rispetto al vecchio sistema aristotelico –
tolemaico.
L'universo
di Copernico, seppur concepito in maniera immensa e non misurabile,
rimane comunque un universo finito e limitato dall'ottava sfera, che
Copernico, al contrario di Aristotele, immagina immobile. L'universo
di Copernico condivide alcuni elementi con quello di Aristotele, ed
infatti il moto è circolare (in linea con la concezione secondo cui
il moto circolare è un moto perfetto) ed
avviene all'interno delle sfere celesti, che Copernico come
Aristotele concepisce come sfere solide reali e non come tracciati
matematici. Tutti i pianeti girano intorno al Sole, compresa la
Terra, attorno alla quale gira la Luna. La successione delle sfere
celesti per Copernico sono la sfera delle stelle fisse (luogo
dell’universo), Saturno, Giove, Marte, Terra con la Luna come
satellite, Venere, Mercurio e, al centro di tutti questi, il sole.
La
terra diviene, pertanto, un pianeta come tutti gli altri, e,
in quanto tale, regolato dalle medesime leggi degli altri astri.
Viene a frantumarsi la concezione che distingueva e contrapponeva ad
una fisica terrestre una fisica celeste.
Tolta
dal centro dell’universo la terra diviene un pianeta come tutti gli
altri,
e, quindi, regolato dalle medesime leggi di tutti gli altri astri.
Scompare, pertanto, la concezione che contrapponeva la fisica
terrestre alla fisica celeste e le due fisiche vengono riunite sotto
le medesime leggi.
Finisce
anche la vecchia concezione della gravità come corpo che ritorna al
suo luogo naturale e si inserisce una nuova teoria che vede la
gravità come la tendenza di ogni corpo celeste a formare un corpo
sferico. Secondo Andrea Osiander, curatore della prima edizione a cui
fece una premessa, il sistema deve essere inteso in maniera
ipotetica, in quanto è solo ipotesi di un nuovo sistema che permette
di facilitare i calcoli astronomici. In questo modo non si andava
contro la Chiesa, assertrice del vecchio sistema geocentrico.
Tycho
Brahe
nato in Danimarca nel 1546 muore a Praga nel 1601. Tra le suo opere
abbiamo De
mundi aetherei recentioribus phoenomenis (1588) ed Astronomiae
instauratae mechanica (1597).
Astronomo di altissimo livello per il numero e l’importanza delle
sue osservazioni celesti, egli distrusse un altro caposaldo della
fisica aristotelica e cioè l’incorruttibilità dei cieli e la
realtà fisica delle sfere celesti. Brahe, grazie allo studio delle
comete, capì che qualcosa può mutare nei cieli, i quali non possono
essere incorruttibili come diceva Aristotele, ma sono anch’essi
sottoposti a fenomeni di generazione e corruzione. Tale conclusione
eliminava la differenza tra un cielo perfetto e un mondo imperfetto.
Inoltre, lo studio delle comete fece capire all’astronomo che i
pianeti non potevano essere infissi in sfere reali e cristalline
altrimenti le comete con le loro traiettorie avrebbero forato e
infranto tali cieli. I pianeti non si muovono quindi in sfere solide
ma seguono tracciati puramente matematici. Il sistema cosmico di
Brahe si differenzia da quello aristotelico e da quello Copernico,
quest’ultimo ritenuto troppo complicato per essere capito. Elaborò
un nuovo sistema, detto ticonico,
con al centro la Terra immobile; all’estremo limite, fine del
cosmo, la sfera delle stelle fisse ovvero l’ottava sfera il cui
giro si compie in 24 ore. Tutti gli altri pianeti girano intorno al
Sole, e con il Sole, intorno alla terra.
Keplero
(1571 - 1630 ) rappresenta un altro esponente della nuova scienza ed
ebbe un ruolo decisivo per l'abbattimento della fisica aristotelica.
Tra le sue opere maggiori abbiamo: Mysterium
cosmographicum de admirabili proportione orbium coelestium;
Astronomia nova; Dissertatio cum nuncio sidereo; Epitome astronomiae
copernicanae, Harmonices mundi libri V.
keplero sintetizza le maggiori scoperte astronomiche del tempo, ed
infatti, di Copernico accetta la posizione centrale del Sole e il
moto della Terra; e di Brahe accetta il rifiuto delle sfere
cristalline e il concepimento delle orbite come tracciati matematico
– geometrici.
Il
suo contributo maggiore è nell'aver scoperto che i pianeti non si
muovono secondo moti circolari, bensì secondo orbite ellittiche.
Tale scoperta, oltre ad abbattere la credenza della circolarità del
moto dei pianeti, ritenuto perfetto, permette finalmente di spiegare
il perché dei moti irregolari degli astri, che sono più veloci
avvicinandosi al Sole, e, viceversa, più lenti allontanandosi da
esso.
La
scoperta dei movimenti ellittici dei pianeti lo porta alla
formulazione di tre leggi. Esse sono:
- le orbite dei pianeti sono ellissi di cui il Sole occupa uno dei fuochi;
- la velocità dell’orbita di ogni pianeta cambia in modo tale che, una retta congiungente il Sole e il pianeta percorre in eguali intervalli di tempo, eguali porzioni di superficie dell’ellisse;
- i quadrati dei periodi di rivoluzione dei pianeti sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle loro orbite.
Abbattuta
la fisica aristotelica e la credenza in un moto circolare perfetto, a
Keplero si poneva una nuova domanda, e cioè: da
chi sono mossi i pianeti?
Keplero
afferma che nel Sole esiste una forza magnetica per la quale il Sole,
nel suo moto di rotazione, trascina i pianeti. I pianeti sono,
pertanto,
mossi dal Sole e le traiettorie ellittiche sono il risultato di due
moti: quello dato dal Sole e quello di cui ogni corpo è naturalmente
dotato.
Il
sistema astronomico kepleriano è sicuramente quello più evoluto. Il
risultato finale di studi ben precisi che vanno a scalzare e a
frantumare la vecchia scienza e le vetuste concezioni aristoteliche –
tolemaiche.
Il
Sole, invece, viene concepito secondo i canoni della filosofia
mistica – religiosa rinascimentale; e conserva, quindi, una sorta
di sacralità, per cui viene considerato la mens
mundi,
ovvero l'immagine sensibile del Dio visibile.
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