giovedì 31 maggio 2012

Galileo Galilei


Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564. Nel 1589 ottiene la cattedra di matematica a Pisa. È di questo periodo lo scritto De Motu. Nel 1592 si trasferisce a Padova. Qui continua l'attività della docenza e scrive il trattato dal titolo Le meccaniche. In questi anni matura la sua definitiva conversione al sistema copernicano. Nel frattempo la sua produzione continua con il Trattato della sfera, le Operazioni del compasso geometrico e militare. A seguito della scoperta dei quattro satelliti di Giove nel 1610 scrive il Sidereus Nuncius. Del 1612 è il Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua, l’Historia e dimostrazioni intorno alle macchie solari. Fondamentali sono il De revolutionibus, il Discorso del flusso e reflusso del mare, Il Saggiatore, Libra Astronomica, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano.
Le sue concezioni scientifiche ed astronomiche vengono tacciate come eretiche il 22 Giugno del 1633. L'anno seguente viene messo all'indice il Dialogo. Nonostante ciò, egli da il proprio consenso per la pubblicazione in segreto dei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. Muore nel 1642, ormai ceco, in Arcetri.
Di fondamentale importanza per la sua formazione e produzione scientifica è la lettura e lo studio delle opere di Euclide e di Archimede. Da questi autori egli apprese tutta una tradizione matematica e meccanica che sin allora era stata del tutto trascurata.
I molteplici interessi di Galilei convergono tutti al raggiungimento di un solo obiettivo, ossia la verifica delle ipotesi avanzate mediante l'esperienza diretta. Fondamentale in questo suo modo di operare è l’uso del cannocchiale, che, tra il 1609 e il 1610, lo portò a distruggere alcuni secolari postulati della cosmologia aristotelica – tolemaica. Ed infatti scopre la montuosità della Luna e, dunque, la sua natura terrestre. Dimostra, pertanto, la medesima natura del mondo sublunare e celeste e distrugge del tutto la teoria dei cieli solidi con la scoperta dei satelliti intorno Giove. Satelliti che dimostravano l'esistenza di sistemi analoghi a quello terra – luna. Di importanza rivoluzionaria fu la scoperta delle macchie solari, che confutava la concezione dell’incorruttibilità degli astri, i quali si dimostravano soggetti, come la terra, ad alterazioni e corruzioni. Infine, capì che i pianeti erano privi di luce propria e che questa doveva derivare dal Sole, che girava intorno ad essi.
Le scoperte di Galilei sfaldavano del tutto i pilastri portanti del sistema aristotelico – tolemaico. Sistema che per tre secoli era stato difeso dalla Chiesa e adattato alle Sacre Scritture. Dagli ambienti ecclesiastici partirono perciò le prime accuse e resistenze perché le dottrine galileiane andavano contro gli insegnamenti della Bibbia. Galileo difese il suo operato con tre lettere indirizzate rispettivamente a Benedetto Castelli, a Dini e alla granduchessa Cristina.
Galileo a sua difesa avanza la teoria che massima e incontrovertibile è l’autorità della Bibbia e della tradizione ecclesiastica in materia di fede e costumi, ma che non è però lecito andare a cercare nel testo della Bibbia insegnamenti relativi alla fisica. ed infatti la Bibbia non ha voluto impartire insegnamenti fisici ma, adeguandosi ad un linguaggio popolare, ha voluto dare ammaestramenti religiosi e morali.
La religione e la natura hanno entrambi origine divina, e, pertanto, non vi può essere contraddizione tra verità di fede e verità fisiche. La Bibbia è infallibile in insegnamenti riguardanti la fede e la morale, ma non in fatto di scienza, anche perché le Sacre Scritture non si sono mai interessate di argomenti di questo tipo, e hanno adottato un linguaggio semplice, rivolto al popolo.
Galilei rifiuta l’accordo secolare tra esegesi scritturale e filosofia naturale aristotelica – scolastica, e afferma una nuova concezione descrittiva della natura. Una concezione meccanica – matematica, in cui il mondo è regolato da ferree e immutabili leggi.
Nel Saggiatore troviamo anche un’altra capitale teoria di galilei, ossia la distinzione tra qualità oggettive e soggettive dei corpi.
Ciò significa che una volta individuata nel linguaggio matematico la struttura del cosmo, era ovvia la conseguenza che ogni corpo fosse determinabile oggettivamente secondo qualità matematico – geometriche, ossia estensione, figura e moto e che la relazione con gli altri corpi fosse determinabile secondo spazio e movimento. Alla costruzione di questo modello puramente meccanico si lega l’ipotesi atomistico – democritea, cui Galilei fa espliciti riferimento, riducendo la materia a minimi quanti, particelle minime, atomi invisibili. Galilei rifiuta, pertanto, la scienza naturale aristotelico – scolastica che aveva assunto come reali, oggettive, le qualità sensibili e le aveva concepito come manifestazioni della sostanza.
Il risultato di una tale operazione era l'affermazione dell'inutilità di avviare indagini sulle sostanze o essenze e sulle cause finali, per rivolgere l'attenzione solo sugli assiomi matematico – meccanici che regolano i fenomeni della natura. Ridotti i corpi a moto, figura e relazione, non si cercherà più il che cosa, bensì il come, ovvero le leggi mediante puri rapporti matematici.
Con il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (1632) Galilei tenta di dimostrare la verità oggettiva del sistema copernicano.
Nei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze Galilei perfeziona ulteriormente la sua concezione puramente matematico – geometrica sia della meccanica che della dottrina del moto.

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