Pierre
Joseph Proudhon
(1809-1865) fu
un
filosofo della politica e un
sociologo
francese. Sue opere sono: Che
cos’è la proprietà? O ricerche sul principio del diritto e del
governo. Prima memoria; Sistema delle contraddizioni o filosofia
della miseria; L’idea generale della rivoluzione del XIX secolo; La
filosofia del progresso; La giustizia nella rivoluzione e nella
Chiesa; La guerra e la pace, ricerche sul principio e la costituzione
del diritto delle genti; Il principio federativo e la necessità di
ricostruire il partito della rivoluzione; La capacità delle classi
operaie.
La
tesi secondo cui la proprietà è un furto è motivata
dall’impossibilità di dare una qualsiasi fondazione della
proprietà che non sia quella della forza. Ogni valore, infatti,
deriva dal lavoro dell’uomo e le cose naturali acquistano valore
economico solo in quanto diventano oggetto del lavoro (il mare senza
pescatori non dà pesci; la foresta senza boscaioli non dà legna da
ardere o da costruzione, ecc.). Neppure i capitali, le macchine, gli
utensili sono di per sé produttivi, ma la differenza nei loro
confronti tra operaio e proprietari sta nel fatto che l’operaio
riceve una sola volta il prezzo del lavoro prestato, senza però che
gli strumenti di tale lavoro divengano di sua proprietà, mentre il
proprietario non cede affatto il suo strumento, ma se lo fa pagare
eternamente ed eternamente se lo conserva. Siccome poi il
proprietario non produce niente né personalmente né tramite i suoi
strumenti e riceve dei prodotti in cambio di niente, secondo Proudhon
o è un parassita o è un ladro. La proprietà genera, pertanto, per
forza dispotismo, e ad essa bisogna controbattere con l’anarchia,
che non deve, però, essere intesa come mancanza di ordinamenti
giuridici. Gli ordinamenti giuridici devono, infatti, sorgere da una
scienza o ricerca metodica della verità a cui il legislatore deve
ispirarsi. Poiché giustizia e legalità non sono dipendenti dalle
nostre opinioni, ma sono necessarie come le verità matematiche,
basta che vengano conosciute. Da tale conoscenza si avrà la
sovranità della ragione e la nascita di un socialismo scientifico,
dove
veramente si instaura l’uguaglianza.
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