Charles
Darwin
nasce il 12 Febbraio del 1809 e muore il 19 Aprile del 1882. Le sue
opere più importanti sono L’origine
della
specie
per
mezzo
della
selezione
naturale
del 1859 e L’origine
dell’uomo
del 1871. Si ha, anche, l’Autobiografia,
comparsa postuma, nel 1887 e il Diario
del suo viaggio intorno al mondo. L’originale concezione di Darwin
si inserisce in un contesto di studi che aveva visto l’apporto di
vari ricercatori. È da dire che già nel settecento erano nate molte
obiezioni verso il naturalista svedese Linneo
(1707-1778) secondo cui le specie sono state fissate una volta per
tutte all’inizio della creazione. Con le varie scoperte
geografiche, però, era diventato sempre più difficile andare a
classificare le varie specie e già Buffon
aveva avanzato la tesi che la natura sia un continuo flusso di vita,
dove le distinzioni non derivano da un ordine statico e
precostituito, ma da cambiamenti dati da incessanti movimenti.
Colui
che infisse l’attacco più esplicito contro la fissità della
specie fu Jean
Baptiste Lamark (1744-1829)
autore del saggio Filosofia
zoologica
del 1809. per Lamark la differenza tra le diverse specie derivano
dalla necessità di adattarsi all’ambiente e dall’esercizio
ripetuto di certe attività (la
funzione crea l’organo).
Tale differenze emerse per adattamento sono poi divenute ereditarie
modificando così le varie specie. Darwin, invece, avanza una teoria
sostanzialmente diversa in quanto egli afferma che non bisogna
considerare troppo preponderante l’ambiente rispetto all’organismo,
inoltre, non bisogna ricorrere ad una sorta di finalità
(adattamento)
dell’organismo stesso. Bisogna, invece, supporre che nella lotta
per la sopravvivenza vengono conservate le variazioni
vantaggiose all’esistenza stessa, emerse accidentalmente,
ed eliminate quelle nocive; in tal modo si poteva spiegare la
trasformazione dei viventi e, quindi, la formazione di nuove specie
attraverso la trasmissione ereditaria delle variazioni vantaggiose.
Tale concezione trova conferma nel fatto che l’uomo
nell’allevamento degli animali o nella coltivazione di piante va a
rafforzare certe caratteristiche emerse in maniera accidentale;
caratteristiche che vengono poi trasmesse alle generazioni
successive. Ora, quello che avviene con l’uomo, mediante una
selezione artificiale,
avviene anche in natura, grazie alla lotta
per la sopravvivenza,
dove
le specie più forti tendono a riprodursi a discapito di quelle più
deboli (selezione
naturale).
Da questo punto di vista la natura è un grande
documento
e museo
paleontologico,
dove
è possibile ricostruire un colossale albero
genealogico
di cui le singole specie rappresentano i vari rami. Restava il
problema dei salti
tra le varie specie, in quanto non sempre si può trovare il legame
connettivo tra specie relativamente vicine. Darwin risponde che nel
corso del tempo alcune specie sono andate perdute. La lotta per la
sopravvivenza è data dal fatto che le specie si moltiplicano al di
là delle effettive risorse cibarie e di sussistenza. La concezione
evoluzionistica venne applicata da Darwin anche nell’uomo, il quale
sarebbe il risultato di una continuità genetica ed evolutiva della
stirpe umana rispetto a forme di vita inferiori. L’uomo, in
pratica, è disceso da una forma di vita meno altamente organizzata
e ha un progenitore in comune con gli altri mammiferi. Le differenze
individuali si spiegano poi, come gli altri esseri di natura, in base
alle leggi dell’ereditarietà: anche l’uomo si moltiplica molto
al di là delle possibilità dei mezzi di sussistenza, e quindi è
soggetto a un’aspra lotta per l’esistenza e alla selezione
naturale. Il principio evolutivo vale anche per le facoltà
intellettuali e morali. La scoperta del linguaggio,
divenuto ben presto ereditario è stato capace di agire sul cervello
e di apportare un ulteriore progresso dell’uomo. La morale
deriva dall’istinto sociale e dal cercare l’approvazione degli
altri esseri della stessa specie. Inoltre, il ricordo del passato con
il presente crea nell’uomo quella scontentezza che lo porta a
desiderare di agire in futuro in maniera migliore: è la coscienza.
In Darwin è anche esplicitata
la fiducia in un miglioramento spirituale e materiale del mondo dato
dall’evoluzione stessa, dove
sopravvivono i migliori.
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