Auguste
Comte nasce
a Monpellier il 19 Gennaio del 1798.
Nel
1822 pubblica il suo primo lavoro dal titolo “Prospetto
dei lavori scientifici necessari per riorganizzare la società”,
nel 1830 pubblica il Corso
di filosofia positiva,
nel
1852 il Catechismo
positivista
e nel
1851-1854 Il
sistema di politica positiva.
Muore a Parigi il 5 settembre del 1857.
L’interesse
fondamentale dell’opera di Comte è quello di promuovere una
riorganizzazione della società. Nella sua valutazione egli risente
della concezione storica di Saint-Simon, per cui vi sono epoche
organiche
ed epoche
critiche,
che durante il processo storico si alternano. Epoche
organiche
sono quelle in cui si ha un forte equilibrio sociale e una salda
coesione istituzionale, un esempio è offerto dal medioevo; epoche
critiche
sono quelle epoche di turbamento, anarchia e sconvolgimento.
Ora,
secondo Comte, la rivoluzione francese è stata il sintomo di un
grave squilibrio e di una grave crisi, tuttora aperta, che investe la
società europea e a cui bisogna porre rimedio. Comte afferma che
tale compito può essere svolto solo da una morale e una filosofia
positiva,
che, concentrando
tutte le speranze dell’uomo sulla vita reale e collettiva, potranno
legare profondamente l’uomo al destino dell’intera umanità, e
quindi realizzare una conciliazione organica degli uomini in un
ordinamento razionale e morale insieme. Bisogna, pertanto,
evitare l’atteggiamento teologico che, invece di concentrare sulla
vita presente tutte le energie degli uomini, le disperde
“subordinando
la
vita
reale
a
un
destino
chimerico”.
La
filosofia
positiva
deve essere fondata su fatti accertati in maniera adeguata e non su
visioni fantastiche, mitologiche o, comunque, arbitrarie. Comte
riprende uno schema largamente in uso durante il periodo
illuministico nella filosofia della storia, e cioè la similitudine
dello sviluppo del genere umano con lo sviluppo del singolo uomo.
Secondo tale dottrina abbiamo tre stadi: teologico,
metafisico
e positivo.
Lo
stadio
teologico
corrisponde all’infanzia del genere umano, quando in campo politico
si ha un ordinamento monarchico-militare con forte prevalenza della
classe sacerdotale; lo stadio
metafisico,
corrisponde, invece,
al principio della sovranità popolare; e
infine, lo
stadio
positivo
vede l'affermazione
del
mondo dell’industria. Mentre il primo stadio è necessario in
quanto è il punto di partenza, e il terzo è quello definitivo; il
secondo è solo transitorio. Nello stadio teologico il pensiero è
sostanzialmente ignorante delle vere leggi delle cose, e immagina che
i fenomeni e la natura derivino da entità soprannaturali. Nello
stadio metafisico subentra la ragione come capacità astrattiva, ma
rimane sostanzialmente uguale la pretesa di conoscere le cause prime
ed occulte delle cose. Ora, il pensiero teologico giunge alla fine
con il monoteismo e cioè l’azione provvidenziale passa da un gran
numero di divinità ad un solo Dio; il pensiero metafisico giunge
alla sua
conclusione
quando a più principi viene sostituito un solo principio, e cioè la
natura.
Il
pensiero positivo è, però,
totalmente differente da quello teologico e metafisico in quanto non
ricerca più le cause, bensì le leggi, che sono sempre relazionali,
e cioè che indicano i rapporti di
similitudine e somiglianza tra i fenomeni stessi.
Nel
considerare le scienze Comte afferma che esse, nel loro sviluppo,
rispondono ad una legge precisa: quella delle crescente
complessità
e della decrescente
generalità.
In altre parole, le diverse scienze sono giunte tanto più presto
allo stadio positivo, superando lo stadio teologico e metafisico,
quanto più semplici e generali erano i fenomeni studiati. Pertanto,
dapprima si ha l’Astronomia, il cui campo di studio venne visto in
maniera meccanica e geometrica; poi si ha la fisica e la chimica, che
è giunta dopo allo stadio positivo perché studia i corpi sotto un
aspetto particolare; dopo la fisiologia, che studia tra i corpi
terrestri quelli organici, e infine la fisica sociale, ancora lontana
dal giungere lo stadio positivo. La matematica
non è compresa in tale classificazione perché essa non
è una scienza come le altre, bensì essa è il metodo e lo strumento
dello studio dei fenomeni.
La matematica, infatti, non è solo calcolo, e non interessa per i
suoi risultati specifici, bensì è un qualcosa di più ampio: è
logica , e la stessa geometria generale e meccanica non interessa per
i suoi risultati specifici, ma per il fatto di essere metodo di tutte
le altre scienze. Inoltre, le scienze non devono essere esposte in
maniera dogmatica (o come si dice oggi sistematica). Ciò per due
motivi: uno perché è pedagogicamente assurdo pretendere che
l’intelligenza di un solo uomo possa o debba ripercorrere passo a
passo, in pochi anni, processi di pensiero che sono constati secoli e
millenni di ricerca. Assai meglio è cogliere i risultati acquisiti e
consolidati di tale processo sviluppativo-scientifico. Due perché
mediante un nuovo sapere sistematico si può più facilmente cogliere
la dipendenza tra i diversi fenomeni. Le ragioni per cui la fisica
sociale
o sociologia
è rimasta lontano dallo stadio positivo è dato dal fatto che studia
sistemi più complessi di rapporti, e pertanto, era necessario che i
sistemi relativamente più semplici venissero prima definiti e
accertati, perché si passasse poi allo studio di quelli più
complessi. Ciò non significa che la sua mancanza di configurarsi in
maniera positiva non abbia portato a delle gravi conseguenze, infatti
non si è capito che i fenomeni sociali rispondono a delle leggi
proprie, altrettante salde come quelle del mondo fisico e animale; e
pertanto gli uomini hanno adottato un atteggiamento di sterile
rinuncia, fondato sulla convinzione di doversi arrendere al corso
degli eventi che dipendono da una disposizione provvidenziale o da
altro, ma non dal nostro intervento ragionato. Si deve, quindi, avere
un fisica sociale con un metodo che permette di potere scoprire le
leggi dei fenomeni sociali. Leggi scoperte mediante ipotesi
continuamente controllate e verificate, in maniera tale da potere
avanzare anche delle previsioni razionali che, fondate
sull’osservazione della realtà, ci possono aiutare a comprendere
meglio tale leggi.
Il
metodo migliore per lo studio della società è
per Comte il
metodo genetico, che
si muove su due indirizzi complementari: quello statico:
studio
delle strutture della vita sociale che ne garantiscono la continuità
(religione, proprietà, famiglia, linguaggio, ecc.), e cioè le
condizioni dell’ordine;
e quello dinamico:
studio delle leggi secondo cui tale strutture sono venute via via
configurandosi e mutandosi, e cioè le condizioni del progresso.
La
filosofia
positiva
ha un compito nuovo che la distingue innanzi alle filosofie
tradizionali del passato e di fronte alle singole scienze:
la
filosofia positiva deve promuovere l’integrazione reciproca dei
risultati delle singole scienze, integrazione di cui nessuna scienza
da solo è capace di fare.
Nell’ultima sua opera, dal titolo il Sistema
di
politica
positiva,
egli aspira ad una rigenerazione dell’umanità, fondata su una
chiara consapevolezza delle leggi dell’organismo sociale, che
culmina in una vera e propria religione, incentrata sulla
sostituzione dell’amore dell’Umanità all’amore di Dio; una
religione con un proprio complesso cerimoniale che prevedeva anche
una riforma del calendario con la sostituzione dei nomi dei santi con
quella degli eroi, come, per esempio, Prometeo. L’essenza di tale
religione consiste nel subordinare l’individualità in nome della
socialità e nel sostituire i diritti con i doveri. Diritto
è infatti per Comte una parola senza senso, una parola di origine
metafisica, in quanto si credeva che il potere venisse da entità
sovrumane. Nel momento in cui si sono fatti valere questi diritti,
essi sono risultati inutili e dannosi, in quanto volendo consacrare
il singolo, hanno manifestato la loro natura antisociale. Nello stato
positivo invece tutti hanno dei doveri verso tutti, e nessuno avrà
diritti. Quindi ciascuno avrà una sorta di obbligazione verso
l’altro che farà da collante; ciò farà sì che si metta da parte
il
Vecchio
Grande Essere
(il
dio delle religioni tradizionali), che non aveva bisogno del culto
umano e del servizio dell’uomo, per riconoscere il nuovo
Grande Essere,
che ha bisogno della collaborazione di tutti perché ha una natura
relativa, per cui ognuno dovrà operare non come un individuo
separato, ma come un organo del nuovo Grande Essere.
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