Claude
Henri de Saint-Simon,
pensatore politico francese (1760-1825), dopo aver seguito la
carriera militare, che lo portò a partecipare anche alla guerra
d’Indipendenza americane, dalla fine del secolo si dedicò
interamente alla filosofia ed in particolare ai problemi
poltico-sociali, lasciando numerose opere tra cui :
L’introduzione
ai lavori scientifici del XIX secolo,
La
riorganizzazione della società europea,
Il
sistema industriale,
Il
Catechismo egli industriali, Il nuovo Cristianesimo.
Muovendo dall’idea illuministica ed enciclopedista dell’unità
del sapere in quanto fondato sulla scienza, Sant-Simon operò
in primis
una ricerca di una sintesi scientifica unitaria che abbracciasse non
solo la natura ma anche l’uomo, e
successivamente
andò sempre più concentrando i suoi interessi sulla storia, la vita
politica e sociale. Così all’epoca del Congresso
di Vienna,
auspicò la formazione di un unico governo per tutta l’Europa come
una unica garanzia di pace e di ordine, sostenendo però che tale
governo doveva essere retto non dai diplomatici o dai politici, ma
dagli industriali. Uno degli aspetti più caratteristici della
dottrina di Saint-Simon è
la rivendicazione dell’importanza, anche politica e sociale, della
scienza e della industria. Importanza di cui si devono trarre tutte
le conseguenze anche sul terreno istituzionale; così un consiglio
industriale dovrà sostituire tanto le forme ormai superate di
governo aristocratico e feudale, quanto le nuove forme di governo
imposte dai rivoluzionari metafisici, incapaci di ordinare in modo
organico la vita economica e sociale. A questo ideale di rinnovamento
sociale, secondo Saint-Simon, deve portare il contributo anche il
Cristianesimo, depurato da tutte le sue forme istituzionali e
confessionali, e riportato al semplice precetto evangelico dell’amore
reciproco tra gli uomini.
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