L’idealismo
tedesco è quella grande fase culturale che si svolge in Germania
tra la fine del ‘700 e i primi decenni dell’800.
Essa
si è concretizzata nei grandi sistemi di Fiche, Schelling ed Hegel.
Questo periodo viene chiamato anche età
di Goethe,
in quanto nessuno meglio di lui, con il carattere ricco e composito
della sua figura e opera, può simbolizzarla.
Goethe
(1749-1832) scrisse il grande poema denso di motivi filosofici dal
titolo Faust
e il fortunatissimo “I
dolori del giovane Werther”.
Di
fondamentale importanza è nella
sua opera il concetto di Sturm
und Drang
(tempesta
e impeto, o forse meglio, impeto tempestoso),
ossia una forte polemica anti – illuministica sviluppatasi verso
gli anni ’70 del ‘700. Si tratta di un movimento che, imbevuto di
motivi rousseani, rifiuta l’illuminismo in quanto con la sua
razionalità diviene incapace di cogliere gli aspetti più vivi e
concreti della realtà.
Non
le regole o leggi generali di una morale dottrinale possono guidare
l’uomo; ma soltanto il cuore, il sentimento e la passione.
Lo
Sturm und drang rifiuta anche la concezione della natura che hanno
gli illuministici, in quanto l’uomo non è una macchina, ma un
qualcosa di molto più ricco e multiforme. Infine, lo Sturm und drang
rifiuta la concezione illuministica dell’arte, e cioè rifiuta
un’arte come
puro esercizio di imitazione classicista, per affermare un’arte che
sia spontaneità, immediatezza, ed
espressione comunicativa
dell’artista
allo spettatore.
Grande
influenza esercitò in tal senso la figura di Hamann
(1730 – 1788). Nel suo Estetica
in
nuce,
appartenente alla raccolta Crociate
del Filologo
del 1762, si rivendica l’importanza dell'immaginazione
e delle passioni contro le estetiche razionalistiche. Secondo Haman
la poesia è la lingua madre del genere umano appunto perché tutto
il tesoro della conoscenza e della felicità umana consta di
immagini, perché i sensi e le passioni non intendono altro che
immagini, e perché lo stesso creatore ha voluto parlare con
immagini. La natura non è assolutamente quel morto sistema
meccanicistico, ma è bensì un libro che parla per immagini, simboli
e geroglifici, che solo il poeta riesce a interpretare. La Bibbia è
non solo la storia del popolo ebreo, ma, anche,
la storia di ogni uomo nella sua vicenda di caduta, esilio e
riscatto. Hamman contribuì a quella che prende il nome di filosofia
dell’umanità,
la quale critica l’illuminismo e afferma una la concezione di una
ragione più complessa di quella illuministica: una ragione ove si
trova spazio anche per il sentimento e la passione.
Heder
(1744-1803), scrisse una Metacritica
alla critica della ragion pura,
la Kalligone,
ovvero in polemica con la critica del giudizio. Scrisse inoltre i
Saggi
sull’origine del linguaggio,
una Filosofia
della storia per l’educazione dell’umanità
e, infine, le Idee
per la filosofia della storia dell’umanità.
Riprendendo motivi di Leibniz, Dio è visto come la forza viva e
operante della realtà, dove
i modi finiti e la sostanza sono in un rapporto dinamico ed organico
insieme. Quindi la metafisica non va cercata al di là della natura,
ma in essa. Ogni cosa, infatti, esprime la divinità proprio perché
per la sua natura organica è unica, irriducibile e insostituibile,
ma nel contempo è, come tutte le altre, manifestazione vivente della
infinita totalità che è Dio. Nella filosofia del linguaggio e nella
filosofia della storia sviluppa il metodo
genetico,
per cui un evento naturale o un progresso storico è comprensibile
solo se si scoprono le fasi iniziali, le quali ne rivelano le
tendenze e gli sviluppi. Inoltre per Herder la storia non va vista e
interpretata secondo astratti criteri di progresso. Ogni epoca
infatti va vista per quella che è, va compresa con un trasferimento
in essa, in maniera da considerarla per quella che è: non secondo un
metodo che vede la storia come un progresso, ma secondo un metodo che
vede ogni epoca storica come un tempo che ha realizzato un qualcosa,
in maniera irripetibile, per l’umanità. Quindi, secondo tale
concezione, viene rivalutato anche il medioevo, considerato epoca
barbara e incivile.
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