L'unico ponte di unione all'inizio del medioevo era il
Cristianesimo. A partire dal VI secolo vi fu un regno che iniziò ad
espandersi e a riunire molti barbari sotto un solo governo. Nell'800
questo regno aveva raggiunto un'espansione paragonabile a quello
dell'Impero Romano d'Occidente. Esso, infatti, si estendeva dalla
Danimarca a Roma e dall'Atlantico sino al Danubio. Il regno crebbe di
prestigio e di potere grazie tramite le conquiste e le conversioni
religiose. Le conquiste ebbero inizio tra il 481 – 511 ad opera del
re Clodoveo, che era sovrano dei Franchi, i veri fondatori
dell'impero, che, emigrati dalla loro patria nel nord della Francia e
della Germania, occuparono l'antica provincia romana della Gallia
(corrispondente all'attuale Francia) ed entrambe le rive del Reno.
Clodoveo diede vita ad un regolare governo (cosa questa che mancava
agl altri regni) ed ottenne l'appoggio della Chiesa grazie alle
innumerevoli vittorie sui barbari pagani. Sotto il regno di Clodoveo
e dei Merovingi (dal re Meroveo, uno dei primi sovrani dei Franchi),
i Franchi continuarono ad espandersi verso est. Con il tempo il
potere del re entrò in crisi in favore dei primi magistrati della
reggia merovingia. Essi avevano l'appoggio del papa per lo zelo con
cui avevano convertito i germani assoggettati. Sotto Carlo Martello,
maestro di palazzo dal 719 al 741, i Franchi avevano anche respinto
un esercito musulmano da Tours, in Francia, nella Spagna,
esorcizzando in tal modo la paura di una discesa degli infedeli in
Europa. Il più grande sovrano dei Franchi fu senza ombra di dubbio
Carlo Magno, sovrano dal 768 all'814. Egli diede inizio alla dinastia
carolingia, dal suo nome “Carolus” in latino. Carlo Magno si fece
alleato del papa Leone III e lo seguì ed appoggiò nelle sue
riforme. Egli convertì con la forza i popoli sassoni della Germania
centrale ed assorbì il regno longobardo, che costituiva una reale
minaccia per il pontificato. L'allenza tra il papato e Carlo Magno si
strinse ulteriormente quando il pontefice incoronò Carlo Magno
imperatore nella basilica di San Pietro in Roma il giorno di Natale
dell'anno 800. Risorse nuovamente l'antico impero romano. Carlo
Magno, osservando che molti dei suoi popoli erano tornati ad essere
piccole ed autosufficienti comunità (un po' come era prima della
fine dell'Impero romano), accentrò il potere e sostenne lo stato con
l'imposizione di tasse, che venivano pagate in servigi, dato che con
la scomparsa del commercio era venuto meno anche il denaro. Ad
esempio, in cambio di doni di terra, i nobili dovevano giudicare
cause legali e prestare servizio nell'esercito. I poveri, invece,
dovevano servire cibo alla corte o offrire la propria manodopera per
i lavori pubblici. I conti, nominati a vita, amministravano il
governo nei diversi territori. Carlo Magno, inoltre, realmente
interessato agli affari della Chiesa, fece migliorare l'istruzione
degli ecclesiastici. Sebbene analfabeta, Carlo Magno fondò una
Scuola di Palazzo ad Aquisgrana, e fece concessioni ai membri del
clero per fondarne di nuove. Alla sua corte si radunarono i migliori
letterati del tempo. La rinascita del sapere ebbe vita breve perché
alla sua morte (814) iniziarono una serie di lotte tra i successori,
che ebbero fine nell'843 con il Trattato di Verdun. Esso sancì la
divisione dell'Impero tra i tre nipoti di Carlo Magno, Ludovico II il
Germanico, Lotario e Carlo il Calvo. Negli anni che seguirono
l'impero venne attaccato dai fieri nemici pagani, tra cui i
Vichinghi.
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