Alto Medioevo
Con il termine Alto Medioevo si intende quel periodo di
tempo che va dalla fine dell'Impero romano (500 d.C. circa) all'anno
1000. Questo venne considerato un periodo oscuro per l'Europa perché
entrarono in crisi la civiltà romana e la civiltà greca, le due
culture principali del mondo antico.
In questo periodo venne a mancare la sicurezza nelle
strade e nelle vie marittime. Diminuì l'industria ed il commercio,
le grandi città si spopolarono, diminuirono i viveri ed iniziarono
le carestie e la miseria. Con la fine dell'Impero romano venne meno
il controllo e la legge. La criminalità aumentò enormemente a danno
dei poveri contadini. Il sapere cadde nell'oblio ed era in mano a
pochi dotti, che rischiavano la vita per spostarsi da un posto
all'altro per scambiarsi qualche informazione per la pericolosità
delle fangose strade infestate da briganti. Solo i monaci si
spostavano in continuazione e, pur sapendo leggere e scrivere,
lasciarono la cultura entro le mura.
Ebbero, però, il merito di trascrivere testi greci e
latini, che, grazie a loro, non vennero persi. In tal modo la Chiesa
cristiana mantenne in vita la tradizione del sapere durante il
medioevo.
La fine dell'Impero romano
Nel 400 d.C. l'Impero romano d'occidente allargava i
suoi confini sull'Italia, sulla Francia, sull'Inghilterra, sulla
Spagna e sull'Africa del nord. Verso il 500 d.C., però, tutti questi
territori caddero sotto i colpi inferti dalle invasioni barbariche.
La debolezza interna di Roma, unita all'enorme numero di barbari,
fece crollare le difese ai confini e le orde confluirono nel
territorio. Le radici della debolezza dell'Impero furono dovute
essenzialmente a 200 anni di lotta per il comando, dato che l'Impero
non era più ereditario. A partire da Cesare Augusto (27 a.C. 14
d.C.) l'imperatore aveva avuto pieni poteri nel governo dell'Urbe.
Ciò fece gola a molti uomini, che non ebbero paura di accattivarsi
il favore degli eserciti per farsi eleggere imperatore. Le milizie
romane, infatti, detenevano un tale potere da potere eleggere un
proprio sovrano, che, spesso e volentieri, era costretto a combattere
con un altro eletto da un altro esercito. Durante questi periodi il
governo rimaneva senza guida e procedeva per inerzia. Tra il 180 –
283 vi furono ben 25 imperatori, tra cui 16 di essi morirono perché
assassinati. Nonostante ciò gli uomini eletti al governo non
rinunciavano all'incarico per paura di essere massacrati. Il governo
di Roma divenne per forza di cose instabile. Tra il 180-283 abbiamo
Commodo (180-192), Pertinace (193) eletto ed ucciso dalle sue stesse
truppe tre mesi dopo, Caracalla (211.217), Macrino (217-218),
Eliogabalo (218-222), Alessandro Severo (222-235), Massimino
(235-238) e Gordiano (238-244). agli inizi del IV secolo gli
imperatori Diocleziano (284-305) e Costantino (306-337) si
impegnarono al massimo per porre fine a questa disastrosa situazione.
Essi tolsero all'esercito la possibilità di interferire negli affari
civili, che vennero affidati ad una complessa amministrazione civile.
I cambiamenti ridiedero stabilità, ma le tasse divennero
insostenibili. Nonostante gli sforzi le città iniziarono a
spopolarsi ed i ricchi cittadini si rifugiavano in ville in campagna.
I commerci persero d'importanza e gli artigiani iniziarono ad
impoverirsi. La tassazione iniziò ad essere sempre più ingiusta e
meno equa. Essa colpiva solo coloro che erano rimasti nei centri
urbani. Le città persero d'importanza. Nulla rimaneva della loro
antica austerità. Centri come Gades (Cadice) in Spagna, Nemausus
(Nimes) in Francia, Camulodunum (Calchester) in Inghilterra erano
divenuti piccoli centri malfamati e sporchi. L'avvento del
Cristianesimo peggiorò la situazione e il monachesimo fu una delle
cause dell'impoverimento dell'Impero (i monaci non pagavano tasse). A
questo generale stato di crisi si aggiunse la calamità dei barbari,
che piegò e spezzò l'Impero.
La discesa dei barbari
Tra il 400 e il 500 popoli barbari provenienti dal nord,
dall'ovest e dall'est dell'Europa attaccarono tutte le frontiere
dell'Impero romano d'occidente.
Le invasioni ebbero due cause:
- per sfuggire alle più feroci e potenti tribù asiatiche;
- per conquistare delle terre in cui si aveva maggiore benessere e che godevano di maggiore prosperità.
La maggior parte degli invasori scendeva dal nord
Europa. Questi erano indoeuropei di stirpe germanica. Di essi
facevano parte i Vandali, i Franchi, i Burgundi, gli Angli, i
Sassoni. Tutte tribù che oggi abitano la Germania, la Scandinavia, i
Paesi Bassi, la Francia e l'Inghilterra. Tra i più feroci
conquistatori abbiamo gli Unni che saccheggiarono la Francia e
l'Italia settentrionale nel 451-452. Altri invasioni ebbero come
protagonisti i Franchi, gli Ostrogoti, i Visigoti ed i Vandali.
Seguirono i Burgundi, gli Angli, i Iuti ed i Sassoni. Queste
popolazioni erano chiamate dai Romani “barbare” perché
conducevano una vita più primitiva rispetto a quella dentro i
confini dell'Impero.
I barbari vivevano ancora in tribù e la loro economia
si basava sulla caccia e su una agricoltura arcaica. La loro arte
militare era ancora grezza e solo pochi di loro era in grado di
leggere e scrivere. Per secoli Roma era riuscita a respingere queste
genti, che, però, riversarono dentro verso il V secolo. La
pressione, inoltre, si era fatta più forte, perché i barbari stessi
erano cacciati a sud dalle selvagge orde tartaro – mongole che
iniziarono a spostarsi dall'Asia centrale per dilagare ed irrompere
in Europa. Inoltre i barbari sapevano utilizzare le staffe. Queste
mantenevano saldamente a cavallo i germani, che non potevano essere
facilmente gettati giù dai fanti romani. Inoltre, la cavalleria
imperiale era troppo esigua e debole per potere competere contro
quella barbara. Nel 455 d.C. Roma venne presa dai Visigoti e dai
Vandali. Nel 500 d.C. tutto l'Impero d'occidente era suddiviso in
regni, come quello dei Visigoti in Spagna, dei Franchi, dei Burgundi
e degli Ostrogoti in Italia. Quest'ultimo venne fondato da Teodorico
I nel 489 e durò sino al 554 d.C.
Nessun commento:
Posta un commento