lunedì 6 gennaio 2014

Alto Medioevo

Alto Medioevo
Con il termine Alto Medioevo si intende quel periodo di tempo che va dalla fine dell'Impero romano (500 d.C. circa) all'anno 1000. Questo venne considerato un periodo oscuro per l'Europa perché entrarono in crisi la civiltà romana e la civiltà greca, le due culture principali del mondo antico.
In questo periodo venne a mancare la sicurezza nelle strade e nelle vie marittime. Diminuì l'industria ed il commercio, le grandi città si spopolarono, diminuirono i viveri ed iniziarono le carestie e la miseria. Con la fine dell'Impero romano venne meno il controllo e la legge. La criminalità aumentò enormemente a danno dei poveri contadini. Il sapere cadde nell'oblio ed era in mano a pochi dotti, che rischiavano la vita per spostarsi da un posto all'altro per scambiarsi qualche informazione per la pericolosità delle fangose strade infestate da briganti. Solo i monaci si spostavano in continuazione e, pur sapendo leggere e scrivere, lasciarono la cultura entro le mura.
Ebbero, però, il merito di trascrivere testi greci e latini, che, grazie a loro, non vennero persi. In tal modo la Chiesa cristiana mantenne in vita la tradizione del sapere durante il medioevo.

La fine dell'Impero romano
Nel 400 d.C. l'Impero romano d'occidente allargava i suoi confini sull'Italia, sulla Francia, sull'Inghilterra, sulla Spagna e sull'Africa del nord. Verso il 500 d.C., però, tutti questi territori caddero sotto i colpi inferti dalle invasioni barbariche. La debolezza interna di Roma, unita all'enorme numero di barbari, fece crollare le difese ai confini e le orde confluirono nel territorio. Le radici della debolezza dell'Impero furono dovute essenzialmente a 200 anni di lotta per il comando, dato che l'Impero non era più ereditario. A partire da Cesare Augusto (27 a.C. 14 d.C.) l'imperatore aveva avuto pieni poteri nel governo dell'Urbe. Ciò fece gola a molti uomini, che non ebbero paura di accattivarsi il favore degli eserciti per farsi eleggere imperatore. Le milizie romane, infatti, detenevano un tale potere da potere eleggere un proprio sovrano, che, spesso e volentieri, era costretto a combattere con un altro eletto da un altro esercito. Durante questi periodi il governo rimaneva senza guida e procedeva per inerzia. Tra il 180 – 283 vi furono ben 25 imperatori, tra cui 16 di essi morirono perché assassinati. Nonostante ciò gli uomini eletti al governo non rinunciavano all'incarico per paura di essere massacrati. Il governo di Roma divenne per forza di cose instabile. Tra il 180-283 abbiamo Commodo (180-192), Pertinace (193) eletto ed ucciso dalle sue stesse truppe tre mesi dopo, Caracalla (211.217), Macrino (217-218), Eliogabalo (218-222), Alessandro Severo (222-235), Massimino (235-238) e Gordiano (238-244). agli inizi del IV secolo gli imperatori Diocleziano (284-305) e Costantino (306-337) si impegnarono al massimo per porre fine a questa disastrosa situazione. Essi tolsero all'esercito la possibilità di interferire negli affari civili, che vennero affidati ad una complessa amministrazione civile. I cambiamenti ridiedero stabilità, ma le tasse divennero insostenibili. Nonostante gli sforzi le città iniziarono a spopolarsi ed i ricchi cittadini si rifugiavano in ville in campagna. I commerci persero d'importanza e gli artigiani iniziarono ad impoverirsi. La tassazione iniziò ad essere sempre più ingiusta e meno equa. Essa colpiva solo coloro che erano rimasti nei centri urbani. Le città persero d'importanza. Nulla rimaneva della loro antica austerità. Centri come Gades (Cadice) in Spagna, Nemausus (Nimes) in Francia, Camulodunum (Calchester) in Inghilterra erano divenuti piccoli centri malfamati e sporchi. L'avvento del Cristianesimo peggiorò la situazione e il monachesimo fu una delle cause dell'impoverimento dell'Impero (i monaci non pagavano tasse). A questo generale stato di crisi si aggiunse la calamità dei barbari, che piegò e spezzò l'Impero.

La discesa dei barbari
Tra il 400 e il 500 popoli barbari provenienti dal nord, dall'ovest e dall'est dell'Europa attaccarono tutte le frontiere dell'Impero romano d'occidente.
Le invasioni ebbero due cause:
  1. per sfuggire alle più feroci e potenti tribù asiatiche;
  2. per conquistare delle terre in cui si aveva maggiore benessere e che godevano di maggiore prosperità.
La maggior parte degli invasori scendeva dal nord Europa. Questi erano indoeuropei di stirpe germanica. Di essi facevano parte i Vandali, i Franchi, i Burgundi, gli Angli, i Sassoni. Tutte tribù che oggi abitano la Germania, la Scandinavia, i Paesi Bassi, la Francia e l'Inghilterra. Tra i più feroci conquistatori abbiamo gli Unni che saccheggiarono la Francia e l'Italia settentrionale nel 451-452. Altri invasioni ebbero come protagonisti i Franchi, gli Ostrogoti, i Visigoti ed i Vandali. Seguirono i Burgundi, gli Angli, i Iuti ed i Sassoni. Queste popolazioni erano chiamate dai Romani “barbare” perché conducevano una vita più primitiva rispetto a quella dentro i confini dell'Impero.

I barbari vivevano ancora in tribù e la loro economia si basava sulla caccia e su una agricoltura arcaica. La loro arte militare era ancora grezza e solo pochi di loro era in grado di leggere e scrivere. Per secoli Roma era riuscita a respingere queste genti, che, però, riversarono dentro verso il V secolo. La pressione, inoltre, si era fatta più forte, perché i barbari stessi erano cacciati a sud dalle selvagge orde tartaro – mongole che iniziarono a spostarsi dall'Asia centrale per dilagare ed irrompere in Europa. Inoltre i barbari sapevano utilizzare le staffe. Queste mantenevano saldamente a cavallo i germani, che non potevano essere facilmente gettati giù dai fanti romani. Inoltre, la cavalleria imperiale era troppo esigua e debole per potere competere contro quella barbara. Nel 455 d.C. Roma venne presa dai Visigoti e dai Vandali. Nel 500 d.C. tutto l'Impero d'occidente era suddiviso in regni, come quello dei Visigoti in Spagna, dei Franchi, dei Burgundi e degli Ostrogoti in Italia. Quest'ultimo venne fondato da Teodorico I nel 489 e durò sino al 554 d.C. 

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