Il Cristianesimo nacque in Palestina ed ebbe una celebre
diffusione. In un primo momento il credo era tenuto in segreto perché
proibito, in seguito, però, divenne la religione ufficiale
dell'Impero e si diffuse anche tra i barbari conquistatori.
Moltissime tribù, infatti, abbandonarono il loro credo politeista ed
abbracciarono la fede cristiana. La religione cristiana in poco tempo
crebbe di numero e di potenza, grazie anche all'apertura in tutta
l'Europa di chiese e di monasteri. La nuova situazione politica
vedeva un'Europa non più unita sotto un impero, ma frazionata in una
miriade di regni, che, però condividevano il credo in un solo Dio e
nell'uomo che lo rappresenta in terra. Secondo i testi evangelici,
infatti, Dio, attraverso il Figlio Gesù Cristo, aveva affidato a
Pietro le chiavi del Regno dei Cieli e, conseguentemente, a Pietro
andava il primato su tutta la Chiesa. Ora, dato che Pietro, all'epoca
della sua morte, era vescovo di Roma, si ritenne che al vescovo della
diocesi di Roma dovessero andare i poteri su tutta la Cristianità.
Con il trascorrere del tempo, il vescovo di Roma assunse il nome di
Papa, ossia di “padre” e significò il capo supremo della Chiesa
cattolica romana. In un primo momento, il Papa deteneva il solo
potere spirituale. In seguito, anche in conseguenza del fatto che
mancava un efficiente potere politico in Europa, assunse anche il
potere politico, dapprima su un territorio esiguo, in seguito su
tutta quanta l'area centrale dell'Italia. È da dire che sino all'XI
secolo i pontefici esercitavano il potere temporale in nome di vari
monarchi cristiani, ma ciò non toglie che erano gli effettivi
reggitori dell'Italia centrale. Il papa, quindi, giunse ad avere due
poteri: il potere politico nella parte centrale dell'Italia e quello
spirituale in tutta l'area europea occidentale.
Uno dei massimi papi della Cristianità fu sicuramente
Gregorio Magno, il cui pontificato durò dal 590 al 604. Egli si
prodigò al fine di convertire gli Angli ed i Longobardi. Introdusse
una parte della disciplina monastica, a cui aveva appartenuto,
nell'amministrazione papale. Concesse privilegi speciali ai
benedettini e impose agli ordini l'obbligo dell'osservanza di tale
regola, introdotta nel 529 da San Benedetto per dare ordine e
disciplina alla vita monastica. In patria, Gregorio suddivise le
rendite della Chiesa in maniera equa tra i vescovi, il clero, i
poveri e gli edifici della chiesa. All'estero, invece, diede avvio ad
una vasta opera missionaria. Egli si fece paladino delle lotte contro
i pagani e gli eretici in Gallia, in Italia, in Sicilia e, persino,
nell'Africa Settentrionale. Gregorio è conosciuto, inoltre, per la
sua opera di conversione in Inghilterra. Gli Inglesi, infatti, erano
divenuti pagani dopo il 422 d.C., quando le truppe romane ritirarono
le proprie legioni, favorendo l'entrata di popolazioni barbaro –
germaniche. Solo le regioni più lontane delle isole britanniche come
l'Irlanda, il Galles e la Scozia, mantennero la religione cristiana
perché non furono interessate dall'invasione. Gregorio risolse la
situazione inviando il grande missionario Agostino, che compì con
successo la sua mansione.
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