domenica 26 gennaio 2014

Vita quotidiana a Bisanzio


L'impero bizantino fondava la propria supremazia sulla forza militare. I contingenti erano stanziati stabilmente nei confini per frenare i continui attacchi, così come la flotta navale. L'esercito, ben preparato e disciplinato, contava 120.000 uomini, organizzato secondo il sistema dei “temi”, ossia secondo la regola per cui gli uomini offrivano i propri servigi militari in cambio di terra e poderi. Con tale apparato i Bizantini riuscirono a ricacciare indietro nel VII e VIII secolo gli Arabi. Ciò grazie anche ad un'arma segreta: il fuoco greco, che i marinari lanciavano sulle navi degli infedeli. Sebbene i Bizantini avessero sviluppato una vera e propria arte o scienza sugli affari di guerra, tanto che gli uomini si allenavano duramente e i generali scrivevano saggi sulle tecniche militari, preferirono di gran lunga la diplomazia alle costose battaglie. Dopo la costruzione della sontuosa chiesa di Santa Sofia, si edificò l'ippodromo, dove 40.000 persone potevano assistere a gare e corse di cavalli.

La vita cittadina si sviluppava attorno al maestoso palazzo imperiale, composto da innumerevoli edifici. Nella sala delle udienze era collocato il trono d'oro massiccio dell'imperatore. Trono che veniva innalzato ad altezza del soffitto per incutere rispetto e reverenza ai visitatori stranieri. Si avevano anche dei leoni d'oro che ruggivano ed uccelli meccanici che cantavano. I ricchi vivevano in palazzi più piccoli, costruiti similmente alle ville romane. Esse erano situate intorno ai cortili e venivano edificate o nella capitale o in altri centri urbani come Tessalonica (Salonicco) e Trebisonda. Molti di questi aristocratici possedevano delle immense proprietà e delle grandi fattorie in campagna. I più poveri vivevano, invece, in case d'affitto, i cui balconi sporgevano sulle strade. Nelle zone rurali molti avevano delle fattorie, i cui terreni venivano coltivati ad uliveti e vigna e dove si allevavano vacche, pecore e maiali. I contadini svolgevano una vita misera e , piegati dalle troppe tasse, dovettero spesso rinunciare alla propria libertà per mettersi, in cambio si servizi, sotto la protezione di aristocratici, di grandi feudatari o di monasteri.

La massima parte della ricchezza bizantina proveniva dal commercio, controllato minuziosamente dal governo. Dalla Cina provenivano le spezie, la seta e l'avorio; dalla Russia le pellicce, il cuoio ed il legname. Durante il regno di Giustiniano due monaci contrabbandavano seta dalla Cina, riuscendo ad apprenderne il segreto della fabbricazione. Ciò fatto, la seta bizantina divenne una delle più raffinate d'Europa. I mercanti ed i ricchi funzionari bizantini potevano permettersi di istruire in casa le figlie, e nelle scuole statali o ecclesiastiche e nelle università, tutte sotto il controllo imperiale, i figli. Tutti gli scolari conoscevano alla perfezione la Bibbia ed il Greco antico. Ciò si evince dalle molte citazioni presenti nella letteratura bizantina. Nel corso dei secoli i letterati scrissero storie, memorie, poesie, saggi di politica e di religione. L'arte bizantina raggiunse una elevata raffinatezza, ed essa non cercava di ritrarre le sembianze delle persone, ma di metterne a nudo l'anima. In ogni chiesa le pareti erano decorate con immagini religiose. Nelle cattedrali, come in quella di Santa Sofia, si avevano dei splendidi mosaici, fatti da piccole tessere in vetro o in marmo fittamente incastrate tra di loro su un lucentissimo sfondo in oro. Gli artisti – artigiani bizantini furono eccelsi nella lavorazione dell'avorio, di oggetti d'oro e d'argento. Ciononostante, nelle chiese greche non si trovano né statue né sculture, ma solo icone, ossia dipinti su legno rappresentanti la Vergine ed i Santi.

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