L'impero bizantino fondava la propria supremazia sulla
forza militare. I contingenti erano stanziati stabilmente nei confini
per frenare i continui attacchi, così come la flotta navale.
L'esercito, ben preparato e disciplinato, contava 120.000 uomini,
organizzato secondo il sistema dei “temi”, ossia secondo la
regola per cui gli uomini offrivano i propri servigi militari in
cambio di terra e poderi. Con tale apparato i Bizantini riuscirono a
ricacciare indietro nel VII e VIII secolo gli Arabi. Ciò grazie
anche ad un'arma segreta: il fuoco greco, che i marinari lanciavano
sulle navi degli infedeli. Sebbene i Bizantini avessero sviluppato
una vera e propria arte o scienza sugli affari di guerra, tanto che
gli uomini si allenavano duramente e i generali scrivevano saggi
sulle tecniche militari, preferirono di gran lunga la diplomazia alle
costose battaglie. Dopo la costruzione della sontuosa chiesa di Santa
Sofia, si edificò l'ippodromo, dove 40.000 persone potevano
assistere a gare e corse di cavalli.
La vita cittadina si sviluppava attorno al maestoso
palazzo imperiale, composto da innumerevoli edifici. Nella sala delle
udienze era collocato il trono d'oro massiccio dell'imperatore. Trono
che veniva innalzato ad altezza del soffitto per incutere rispetto e
reverenza ai visitatori stranieri. Si avevano anche dei leoni d'oro
che ruggivano ed uccelli meccanici che cantavano. I ricchi vivevano
in palazzi più piccoli, costruiti similmente alle ville romane. Esse
erano situate intorno ai cortili e venivano edificate o nella
capitale o in altri centri urbani come Tessalonica (Salonicco) e
Trebisonda. Molti di questi aristocratici possedevano delle immense
proprietà e delle grandi fattorie in campagna. I più poveri
vivevano, invece, in case d'affitto, i cui balconi sporgevano sulle
strade. Nelle zone rurali molti avevano delle fattorie, i cui terreni
venivano coltivati ad uliveti e vigna e dove si allevavano vacche,
pecore e maiali. I contadini svolgevano una vita misera e , piegati
dalle troppe tasse, dovettero spesso rinunciare alla propria libertà
per mettersi, in cambio si servizi, sotto la protezione di
aristocratici, di grandi feudatari o di monasteri.
La massima parte della ricchezza bizantina proveniva dal
commercio, controllato minuziosamente dal governo. Dalla Cina
provenivano le spezie, la seta e l'avorio; dalla Russia le pellicce,
il cuoio ed il legname. Durante il regno di Giustiniano due monaci
contrabbandavano seta dalla Cina, riuscendo ad apprenderne il segreto
della fabbricazione. Ciò fatto, la seta bizantina divenne una delle
più raffinate d'Europa. I mercanti ed i ricchi funzionari bizantini
potevano permettersi di istruire in casa le figlie, e nelle scuole
statali o ecclesiastiche e nelle università, tutte sotto il
controllo imperiale, i figli. Tutti gli scolari conoscevano alla
perfezione la Bibbia ed il Greco antico. Ciò si evince dalle molte
citazioni presenti nella letteratura bizantina. Nel corso dei secoli
i letterati scrissero storie, memorie, poesie, saggi di politica e di
religione. L'arte bizantina raggiunse una elevata raffinatezza, ed
essa non cercava di ritrarre le sembianze delle persone, ma di
metterne a nudo l'anima. In ogni chiesa le pareti erano decorate con
immagini religiose. Nelle cattedrali, come in quella di Santa Sofia,
si avevano dei splendidi mosaici, fatti da piccole tessere in vetro o
in marmo fittamente incastrate tra di loro su un lucentissimo sfondo
in oro. Gli artisti – artigiani bizantini furono eccelsi nella
lavorazione dell'avorio, di oggetti d'oro e d'argento. Ciononostante,
nelle chiese greche non si trovano né statue né sculture, ma solo
icone, ossia dipinti su legno rappresentanti la Vergine ed i Santi.
Nessun commento:
Posta un commento