giovedì 30 gennaio 2014

La fine di Bizanzio


L'impero bizantino sopravvisse altri 1000 anni dopo la morte dei Roma imperiale. Quattro secoli prima della sua morte mostrava i primi segni di decadenza, dettati dalla pressione incessante degli invasori e da una amministrazione corrotta. L'imperatore dirigeva personalmente il governo, la cui stabilità dipendeva essenzialmente dal fatto di avere un governo lungo e senza paura di rivali. Pochi imperatori dopo Basilio II ebbero un governo lungo e stabile. Ed infatti, dopo la sua morte nel 1025, vi furono in soli 56 anni 12 imperatori e 2 imperatrici che si contendevano il trono l'uno contro l'altro. Il potere centrale, inoltre, si indebolì sempre più a vantaggio dei nobili, l'economia iniziava ad impoverirsi per le spese insensate e le frontiere erano lasciate indifese. Nel 1081 sembrò che Bisanzio stesse per riprendersi grazie all'opera del valente imperatore Alessio I Comneno, fondatore di una nuova dinastia. Egli fu soldato e statista. Rafforzò i confini dell'impero, migliorò il sistema legale, risollevò il potere d'acquisto della moneta e, a tal fine, utilizzò le proprie personali risorse economiche. Durante il suo regno, però, iniziarono le crociate, che si riveleranno mortali per l'impero. Nel 1096, per la prima volta, migliaia di crociati provenienti dall'Europa occidentale si riunirono a Costantinopoli per andare a liberare la Santa Gerusalemme dagli infedeli. Tutti questi rimasero sbalorditi e meravigliati della ricchezza e prosperità di Costantinopoli, perché non avevano mai visto qualcosa del genere. Da questo momento gli interessi degli Europei per Bisanzio crebbero sempre di più. I Veneziani si aprirono nuovi mercati nel Mediterraneo orientale e firmarono accordi con gli imperatori d'Oriente. Gli occidentali, però, guardavano con invidia e gelosia il popolo bizantino, di cui diffidavano anche il credo greco – ortodosso. Diffidenza, gelosia ed interessi economici spinsero gli Europei ad organizzare una serie di attacchi contro Costantinopoli. Nel 1185 i Normanni, che ebbero un ruolo notevole nelle crociate, invasero la Grecia ed attaccarono la città di Tessalonica. Vennero, però, respinti.

Alcuni anni dopo si ebbe la IV crociata, organizzata per attaccare l'Egitto. I Veneziani ed i Francesi deragliarono verso Costantinopoli con la speranza di accaparrarsi della ricchezza e del florido commercio della città. Essi entrarono nel 1204 e furono i primi nemici ad oltrepassare le massicce mura della capitale d'oriente. Queste venne piegata e mortificata dai crociati, che saccheggiarono chiese e palazzi. Venne eletto imperatore il francese Baldovino, conte di Fiandra e di Hainaut.

Nel 1261, 57 anni più tardi, i Bizantini riconquistarono la loro capitale, che ritornò ad essere greca sotto l'imperatore Michele VIII Paleologo, fondatore dell'ultima dinastia di regnanti bizantini.

In realtà, l'impero non riuscì più a risollevarsi dalla umiliazione inflitta con le armi della IV crociata: i Bizantini avevano perso tutte le province e colonie francesi ed italiane prosperavano attorno al Mediterraneo orientale. I Veneziani ed i Genovesi avevano rubato la maggior parte del loro commercio. A complicare la già disastrosa situazione si aggiunsero i Bulgari ed i Serbi che, nel Nord, pensarono bene di approfittare della situazione per fondare due stati indipendenti. L'Impero romano d'oriente vedeva ancora di più aumentare i nemici attorno. Gli imperatori per ricacciare indietro i francesi, i veneziani, i serbi ed i bulgari, dovettero portare via i soldati stanziati nelle frontiere orientali. I Turchi Ottomani comparvero in Asia Minore e non trovarono nessuno che li potesse fermare nella loro marcia verso Costantinopoli. Ad un certo punto sembrò che i Serbi, durante il corso del XIV secolo, fossero vicini a conquistarla. Essi infatti stavano creando un grande impero nel Balcani e nella Grecia settentrionale. Le cose ebbero, però, esito diverso e i Turchi attraversarono l'Europa e conquistarono la Serbia nel 1389. L'Impero bizantino divenne ben poca cosa. Il suo territorio si limitava solamente alla città di Costantinopoli ed i territori immediatamente circostanti.

All'inizio del XV secolo il sultano turco disse all'imperatore Manuele II: “chiudi le porte della tua città e governa soltanto all'interno di essa, giacché io possiedo tutto ciò si trova al di fuori delle mura”. Gli imperatori d'oriente chiesero più volte aiuto agli stati europei e lo stesso Manuele II si recò a Londra e a Parigi in cerca di soldati e denaro. Ormai, però, i governanti dell'Europa non avevano più alcun interesse verso Bisanzio. Infine, nel 1453 i Turchi ruppero le difese ed entrarono a Costantinopoli. Costantino XI, ultimo imperatore dell'Impero romano d'oriente, morì difendendo le sue mura. La caduta della capitale combaciò con la fine stessa dell'impero e Costantinopoli divenne la citale del neo – impero ottomano, che trasformò la cattedrale di Sana Sofia in moschea. La tradizione bizantina sopravvisse in quei luoghi oggi corrispondenti alla Romania, alla Bulgaria, alla Iugoslavia e alla Russia europea per molto tempo. Soprattutto in Russia le idee politiche e religiose bizantine ebbero un tale peso da fare dire, dopo che Costantinopoli divenne turca, che Mosca era “la III Roma”.


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