L'Inghilterra si formò come nazione a seguito delle
invasioni vichinghe. In questo periodo, le varie tribù che
popolavano l'isola si allearono per la causa comune di ricacciare
indietro i feroci conquistatori. La provincia romana della Britannia,
la cui superficie era pari a quella del Galles sommata
all'Inghilterra, dopo il ritiro delle truppe romane nel 422 d.C.,
subì una serie di invasioni barbariche. Qui vi si stanziarono gli
Angli (da cui deriva il nome dell'Inghilterra), gli Iuti ed i
Sassoni. Queste tribù di stirpe germanica imposero il loro modello
di vita all'Inghilterra. Ogni tribù costituiva un regno
indipendente, che però riconosceva la supremazia di quello che si
era dimostrato più forte in guerra. Quindi, i re anglosassoni
accettarono il loro capo come signore. Con l'arrivo di S. Agostino in
Inghilterra nel 597, questo sistema venne ulteriormente rinsaldato,
giacché tutti i regni si erano convertiti al Cristianesimo e
riconobbero il capo della Chiesa in Inghilterra nell'Arcivescovo di
Canterbury.
I popoli degli stati inglesi non erano, però, ancora
uniti in un solo governo e quando nel IX sec. Scesero i Vichinghi,
essi vennero colti in un periodo di massima disunione. A nord del
fiume Humber si aveva quello che un tempo era il potente regno di
Northumbria. Esso era lacerato da cruenti guerre civili, che
agevolarono gli Scandinavi nella conquista del territorio. A sud del
fiume Humber si aveva il regno di Wessex, che era riuscito a non
farsi piegare dal regno di Mercia, ma che dovette soccombere ai colpi
inferti dai Vichinghi. Il Wessex era governato da un giovane principe
di nome Alfredo il Grande. Questi fu a capo della resistenza contro i
Vichinghi, che, nonostante lo avessero battuto, non riuscirono a
spezzarlo. Alfredo riuscì a fuggire e a nascondersi nella macchia.
Da qui organizzò i Sassoni dell'ovest in una nuova resistenza. Il
sovrano non riuscì mai a vincere i conquistatori, ma riuscì a
tenerli a bada e a mantenere indipendente il Wessex. In seguito,
riuscì a liberare la città di Londra e da qui si iniziò una lenta
opera di riconquista dei territori che li porterà a riprendere tutta
la regione. L'opera verrà continuata dal figlio Edoardo e dal nipote
Ethelstan, che fu il primo re di una regione abbastanza vasta da
essere considerata la prima Inghilterra. Le imprese del grande
Alfredo non si limitarono alle sole guerre. Amante del sapere e
letterato egli stesso, fece tradurre in inglese, o meglio, in anglo –
sassone la “Storia ecclesiastica della nazione inglese”, scritta
in latino dal monaco Beda di Northumbria (673 – 735). I re sassoni
occidentali divennero consapevoli del fatto che solo se rimanevano
uniti potevano mantenere la propria indipendenza. L'unione non venne
infranta nemmeno quando la minaccia vichinga venne meno. I re sassoni
governarono saggiamente e seppero essere indulgenti verso i nuovi
sudditi. Edoardo il Pacifico (959 – 975) fu il primo re accettato
da tutta l'Inghilterra. Il suo dominio comprendeva gli abitanti del
Kent e dell'East Anglia, i Celti del Devon e della Cornovaglia. I re
riuscirono ad avere l'appoggio della Chiesa, che avevano protetto e
di cui avevano favorito le riforme e contribuito alla diffusione
dell'istruzione. Inoltre, ogni re passò il proprio regno al figlio
maggiore, in questa maniera si era riuscito a mantenere l'unita e ad
evitare che succedesse quello che abbiamo già visto con i Carolingi.
In seguito, la pressione vichinga ebbe ad aumentare e scacciò i re
sassoni occidentali. Dopo il 1017, per un breve periodo, si ebbe al
potere il vichingo danese Canuto con la moglie Aelgifu. Il suon regno
comprendeva l'Inghilterra, la Norvegia e la Danimarca. Ebbe fine nel
1066 con la sua morte. Il potere venne preso da Guglielmo, duca di
Normandia (egli stesso vichingo di origine), che invase il Sussex ed
uccise il re anglo – sassone Aroldo nella battaglia di Hastings.
Guglielmo, detto il Conquistatore, fondò un regno potente che doveva
molto all'opera instancabile di Alfredo il Grande.
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