Prima dell'avvento di Augusto come imperatore, milioni
di Romani avevano abbandonato i loro piccoli possedimenti terrieri
per andare nelle città. Il commercio e le conquiste avevano dato
prosperità all'impero e creato abbondante lavoro per tutti. Roma
vantava un milione di abitanti ed era abbellita da grandi case,
splendidi templi, teatri e bagni pubblici. Una delle opere meglio
fate e costruite erano le strade. Esse portavano da Roma verso il
nord diramandosi nell'Europa occidentale, mentre altre conducevano
sino al sud a Brindisium (Brindisi). Da questo porto salpavano navi
militari e passeggeri verso la Sicilia, l'Africa del nord e della
Grecia. Da qui partiva una grande strada, la via Egnatia, che
attraversava tutta la Macedonia e giungeva sino a Bisanzio e da qui
sino all'Asia Minore. Le truppe militari e la flotta romana facevano
da presidio e assicuravano che il commercio fluisse in maniera
perfetta attraverso le strade e le vie di navigazione in tutto
l'Impero. I traffici erano sicuri ed i mercanti occorrevano in massa
alle città del Mediterraneo, dove potevano facilmente cumulare
denaro. Si vendeva merce pregiata: spezie arabe, gioielli indiani ed
oro proveniente dall'Africa occidentale. Prodotti che venivano
acquistati a prezzi esorbitanti perché ad ogni chilometro di viaggio
il prezzo lievitava. Per capirci, un ricco romano arrivava a pagare
l'equivalente di 240 euro per un chilo di tessuto di seta proveniente
dalla Cina. L'Italia divenne sempre più dipendente dal grano
dell'Egitto e dell'Africa del Nord, che veniva mangiato in grandi
quantità sia dai ricchi che dai poveri. Ciò perché il grano non
veniva più coltivato dai grandi proprietari terrieri italiani, che
ritenevano più vantaggioso dedicarsi alla coltivazione di olive,
vigneti e alla produzione di lana da esportare. Un commercio di tale
portata favorì lo sviluppo delle città delle province, che
divennero grandi quasi come quella di Roma. Basta ricordare
Alessandria, Antiochia ed Efeso e la più recente Lione. Mai si era
avuto tanto benessere per tante persone nel mondo antico come nei
primi due secoli dell'Impero. Nelle province si trovavano vaste zone
fertili. Importanti erano le coltivazioni in Europa, in Africa e in
Asia Minore. I colonizzatori romani, però, diedero incremento anche
a regioni meno fertili. Essi riuscirono a trasformare ampie zone
desertiche del nord Africa in campi di frumento ed eressero prospere
cittadelle come Leptis Magna e Timgad. Nell'Impero, ovviamente, si
ebbe anche la povertà, e questa ebbe il suo massimo esempio proprio
nei sobborghi nella capitale.
Abbiamo conoscenze certe e minuziose della vita
quotidiana in una città romana grazie alle rovine di Pompei, città
sepolta nel 79 d.C. da una eruzione vulcanica del Vesuvio. I ricchi
pompeiani vivevano in case spaziose che si sviluppavano intorno ad un
cortile o atrium. Spesso le pareti erano dipinte con scene mitiche ed
i pavimenti erano fatti di scintillanti pietre a mosaico.
La gente più povera viveva negli isolati, chiamate
isole o insulae, le cui stanze, a piano terreno, fungevano da
bottega. In ogni città si aveva il forum, ossia un luogo situato al
centro della città, che costituiva il fulcro delle attività. Nel
foro di Roma si avevano gli uffici governativi, la biblioteca, la
basilica ed una immensa sala in cui banchieri, mercanti ed avvocati
svolgevano i loro affari. Si avevano, inoltre, grandissimi bagni, che
fungevano da luogo di incontro, ed i circhi. Il Circo Massimo di Roma
poteva ospitare sino a 150.000 persone, entusiasta di assistere ai
combattimenti tra gladiatori o alle corse dei cani. All'esterno della
città i ricchi proprietari terrieri costruivano ville in campagna o
vicino al mare. Le province erano rese sicure dai presidi
dell'esercito romano, mentre colonie di bottegai e commercianti
sorgevano attorno agli accampamenti sulle frontiere del Reno e del
Danubio. Soldati romani in pensione spesso si stabilivano in questi
villaggi, che in alcuni casi diventavano grandi città, come Colonia,
Vienna e Budapest. I Romani furono sicuramente tributari verso la
Grecia per l'arte, ma nessuno li equiparò in architettura ed
ingegneria. Sono esemplari l'imponente volta della cupola del
Pantheon ed i 500 chilometri di acquedotti che facevano giungere
quotidianamente a Roma oltre 1.700.000 ettolitri di acqua.
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