Verso la fine del IX secolo d.C. si ha un'altra grande
invasione rivolta verso le coste ed il corso dei fiumi di quelle che
erano state provincie romane. Questa nuova orda proveniva dalla
Scandinavia, ossia da quella vasta regione che oggi è occupata dalla
Danimarca, dalla Norvegia e dalla Svezia. Le popolazioni europee
chiamarono queste genti con il nome di normanni. Essi, però, si
davano il nome di “Vikingr”, che tradotto nella nostra lingua
significa “uomini delle baie”, ossia delle insenature di mare
della loro terra. Essi parlavano una lingua germanica, erano di
religione pagana e in massima parte analfabeti. Molteplici furono i
fattori che favorirono la discesa di questi popoli: le lotte tra le
tribù, l'incremento demografico conseguente ad un notevole
cambiamento climatico e la ricerca di nuovi luoghi in cui effettuare
la pirateria. I Vichinghi erano audaci esploratori, che, però, non
si muovevano a casaccio; ed infatti perlustravano le zone dell'Europa
settentrionale ed attaccavano solo quelle in cui trovavano una
resistenza minima. I loro feroci e veloci assedi contribuirono alla
caduta degli ormai divisi carolingi. I Vichinghi della Danimarca e
della Norvegia si diressero verso la Francia settentrionale,
l'Inghilterra, l'Italia meridionale, la Sicilia e l'Irlanda; i
Vichinghi della Svezia giunsero sino a Costantinopoli, fondando lungo
il percorso innumerevoli empori commerciali.
I Vichinghi furono grandi esploratori. Le loro
imbarcazioni, a vela o a remi, erano migliori di quelle romane, così
come i loro metodi erano superiori a quelli. Per tale ragione si
spinsero molto oltre le coste, dirigendosi verso l'ignoto. Essi
furono i primi a scoprire la Groelandia e l'America del nord, dove si
stabilirono per un breve periodo che va dal 1003 al 1006, ossia sino
a quando non vennero cacciati da parte degli indios. La pirateria dei
Vichinghi era veloce e feroce. Essi, in Europa, risalivano il corso
dei fiumi (la Loira sino ad Orleans e la Senna sino a Parigi),
lasciavano un presidio a difesa delle navi e saccheggiavano la
campagna. Poi, in tutta fretta e ben prima che gli abitanti del luogo
potessero organizzare un sercito, salivano sulle imbarcazioni e
fuggivano. I normanni, infatti, seppur abili condottieri, non furono
certamente più abili e forti degli avversari e cercarono sempre di
evitare lo scontro diretto. In un primo tempo ai Vichinghi
interessava solo fare bottino. In seguito, però, decisero di
istallarsi nell'Europa centrale. Qui la terra era più fertile e da
qui diveniva più agevole attaccare le altre regioni, che, nel
frattempo, iniziarono a collaborare tra di loro al fine di
ricacciarli indietro. Istallarono una serie di basi in Irlanda, nella
Bretagna del nord, nell'Inghilterra orientale e nella Francia nord –
occidentale (Normandia). Tutti luoghi costieri e di facile accesso
per la Scandinavia. Né in Normandia, né nell'Inghilterra orientale
ebbero il successo sperato. Dovettero accettare la supremazia degli
autoctoni e piegarsi al potere dei re locali. Ben presto vi furono
matrimoni misti tra gli abitanti del luogo e gli Scandinavi, che si
mescolarono con loro e non si distinsero da essi. Si convertirono al
Cristianesimo e verso la metà del secolo diedero il loro appoggio
agli antichi nemici per ricacciare indietro le nuove ondate di
invasione scandinave. Alla fine del X secolo l'Europa aveva assorbito
in parte e ricacciato indietro i Normanni. L'aspetto dell'Europa era
ben diverso: i Carolingi governavano solo una piccola parte della
Francia nord – orientale, mentre il potere era passato ai
Capetingi, i quali avevano resistito contro i Vichinghi. I Capetingi
governavano la terra nei dintorni di Parigi, la città destinata a
divenire il nucleo della Francia moderna. La nazione che ebbe
maggiori modifiche fu l'Inghilterra.
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