martedì 21 gennaio 2014

Il popolo dei Normanni


Verso la fine del IX secolo d.C. si ha un'altra grande invasione rivolta verso le coste ed il corso dei fiumi di quelle che erano state provincie romane. Questa nuova orda proveniva dalla Scandinavia, ossia da quella vasta regione che oggi è occupata dalla Danimarca, dalla Norvegia e dalla Svezia. Le popolazioni europee chiamarono queste genti con il nome di normanni. Essi, però, si davano il nome di “Vikingr”, che tradotto nella nostra lingua significa “uomini delle baie”, ossia delle insenature di mare della loro terra. Essi parlavano una lingua germanica, erano di religione pagana e in massima parte analfabeti. Molteplici furono i fattori che favorirono la discesa di questi popoli: le lotte tra le tribù, l'incremento demografico conseguente ad un notevole cambiamento climatico e la ricerca di nuovi luoghi in cui effettuare la pirateria. I Vichinghi erano audaci esploratori, che, però, non si muovevano a casaccio; ed infatti perlustravano le zone dell'Europa settentrionale ed attaccavano solo quelle in cui trovavano una resistenza minima. I loro feroci e veloci assedi contribuirono alla caduta degli ormai divisi carolingi. I Vichinghi della Danimarca e della Norvegia si diressero verso la Francia settentrionale, l'Inghilterra, l'Italia meridionale, la Sicilia e l'Irlanda; i Vichinghi della Svezia giunsero sino a Costantinopoli, fondando lungo il percorso innumerevoli empori commerciali.

I Vichinghi furono grandi esploratori. Le loro imbarcazioni, a vela o a remi, erano migliori di quelle romane, così come i loro metodi erano superiori a quelli. Per tale ragione si spinsero molto oltre le coste, dirigendosi verso l'ignoto. Essi furono i primi a scoprire la Groelandia e l'America del nord, dove si stabilirono per un breve periodo che va dal 1003 al 1006, ossia sino a quando non vennero cacciati da parte degli indios. La pirateria dei Vichinghi era veloce e feroce. Essi, in Europa, risalivano il corso dei fiumi (la Loira sino ad Orleans e la Senna sino a Parigi), lasciavano un presidio a difesa delle navi e saccheggiavano la campagna. Poi, in tutta fretta e ben prima che gli abitanti del luogo potessero organizzare un sercito, salivano sulle imbarcazioni e fuggivano. I normanni, infatti, seppur abili condottieri, non furono certamente più abili e forti degli avversari e cercarono sempre di evitare lo scontro diretto. In un primo tempo ai Vichinghi interessava solo fare bottino. In seguito, però, decisero di istallarsi nell'Europa centrale. Qui la terra era più fertile e da qui diveniva più agevole attaccare le altre regioni, che, nel frattempo, iniziarono a collaborare tra di loro al fine di ricacciarli indietro. Istallarono una serie di basi in Irlanda, nella Bretagna del nord, nell'Inghilterra orientale e nella Francia nord – occidentale (Normandia). Tutti luoghi costieri e di facile accesso per la Scandinavia. Né in Normandia, né nell'Inghilterra orientale ebbero il successo sperato. Dovettero accettare la supremazia degli autoctoni e piegarsi al potere dei re locali. Ben presto vi furono matrimoni misti tra gli abitanti del luogo e gli Scandinavi, che si mescolarono con loro e non si distinsero da essi. Si convertirono al Cristianesimo e verso la metà del secolo diedero il loro appoggio agli antichi nemici per ricacciare indietro le nuove ondate di invasione scandinave. Alla fine del X secolo l'Europa aveva assorbito in parte e ricacciato indietro i Normanni. L'aspetto dell'Europa era ben diverso: i Carolingi governavano solo una piccola parte della Francia nord – orientale, mentre il potere era passato ai Capetingi, i quali avevano resistito contro i Vichinghi. I Capetingi governavano la terra nei dintorni di Parigi, la città destinata a divenire il nucleo della Francia moderna. La nazione che ebbe maggiori modifiche fu l'Inghilterra.

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