Nel IX secolo l'Impero bizantino era una realtà potente
ed affermata che, collocata tra l'Europa orientale e l'Asia
occidentale, aveva potuto mantenere la propria indipendenza grazie ad
una astuta diplomazia, ad un commercio ben sviluppato, alla
predicazione del Vangelo e ad un esercito ben preparato e
disciplinato.
Dopo la morte di Giustiniano, l'Impero era al centro di
un fiorentissimo commercio che aveva stuzzicato le mire
espansionistiche di molti popoli, in special modo di quello persiano,
che venne del tutto sconfitto dalle truppe dell'imperatore Eaclio
(610 – 641), che per rafforzare le difese dell'impero aveva diviso
la parte orientale dell'impero in distretti chiamati “temi”,
ognuno comandato da un generale. Questa soluzione ben presto venne
estesa a tutto il territorio dell'Impero e fu all'origine della forza
combattiva di esso. Dopo l'attacco dei Persiani, si fece avanti la
minaccia degli Arabi, che erano riusciti ad assoggettare l'Africa
settentrionale, la Siria e l'Egitto. Non mancarono nemmeno di
attaccare la stessa Costantinopoli. La situazione venne risolta
dall'imperatore Leone III, che sconfisse i nemici infedeli nella
grande battaglia ad Akroinos in Asia Minore nel 739. nonostante ciò
non riuscì a ricacciarli indietro, al di fuori dell'Europa
orientale. L'Impero di Bisanzio perse la Siria e l'Egitto. Motivo
questo che fece divenire l'impero ancora più compatto e più vicino
alla sua capitale fortezza, Costantinopoli. L'Impero d'oriente si
grecizzò ancora di più. Gli Africani ed i Siriani non avevano mai
sopportato il potere bizantino e preferivano quello arabo, prendendo
anche l'uso del Greco, che rimase la lingua della maggior parte delle
genti nel resto dell'Impero. L'Impero giunse al massimo del suo
splendore e della sua prosperità sotto il governo dei sovrani
macedoni. Questi fecero proprio il seggio del sovrano dall'867 al
1030. Il primo di essi fu Basilio I, che nell'867 assassinò
l'imperatore Michele III, di cui era stato amico, usurpandone il
posto.
Il figlio Leone VI riadattò ai propri tempi le leggi
del Corpus di Giustiniano e li riunì nel Basilici, dando, in tal
modo, la definitiva raccolta delle leggi bizantine.
Sotto i sovrani macedoni la potenza bizantina sembra
immortale. Costantinopoli divenne il centro di tutto quanto il
commercio del Medio Oriente. La sua cultura si diffuse nelle
province, i cui confini più esterni si estesero ulteriormente ad
oriente ad opera dei sovrani macedoni che nel V secolo
riconquistarono alcune città cadute precedentemente nelle mani degli
Arabi. Mentre gli Arabi cercavano di sfondare i confini orientali e
meridionali dell'Impero, i barbari avevano continuato a pressare i
confini del nord. Nel VI secolo gli Slavi ed i Bulgari avevano
attraversato il Danubio e stavano per dilagare sull'Impero di
Bisanzio. Gli imperatori macedoni cercarono di risolvere la
situazione tentando di convertire al Cristianesimo questi popoli. A
tal fine, inviarono dei missionari bizantini a convertire i Bulgari
ed i Serbi prima, ed i Russi dopo. Due missionari del IX secolo
(Cirillo e Metodio) inventarono un nuovo alfabeto, il Glacolitico,
che permettesse agli Slavi di tradurre la Bibbia nella propria
lingua. I Bizantini grazie al commercio e alla diplomazia si
guadagnarono l'amicizia dei Russi. Questi firmarono accordi
commerciali coi mercanti bizantini del Mar Nero, le cui navi
risalivano i grandi fiumi della Russia sino all'antica capitale Kiev,
sul fiume Dnepr. Nel 955 la principessa Olga di Kiev andò in visita
ufficiale a Costantinopoli. Subito dopo il principe Vladimir si
convertì al Cristianesimo, sposò la sorella dell'imperatore Basilio
II e fece del Cristianesimo la religione ufficiale della Russia.
Basilio II (976 – 1025) fu l'ultimo dei sovrani macedoni.
Egli spezzò con spietatezza la pressione dei Bulgari,
che stavano per fondare un impero rivale. Subito dopo la sua morte si
fecero avanti nuovi nemici: i Turchi Selgiuchidi, che, provenienti
dall'est, scesero in Asia Minore e i Normanni, che, collocati in
Sicilia, attaccarono l'Italia meridionale.
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