sabato 25 agosto 2012

Thomas Kuhn

Thomas Kuhn (1922 – 1996), filosofo della scienza statunitense, fu autore della Rivoluzione copernicana, del 1957; de La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Come mutano le idee nella scienza, del 1962; de La tensione essenziale. Cambiamenti e continuità nella scienza, del 1977 e d'Alle origini della filosofia contemporanea. La teoria del corpo nero e la discontinuità quantica, del 1978.
L'opera di Kuhn prende avvio dalla contestazione che la storia della scienza si realizzi secondo un processo rettilineo di accumulazione del sapere e di progressiva correzione ed eliminazione delle concezioni sbagliate, erronee e inadeguate. La scienza, infatti, procede in maniera discontinua, ossia alterna periodi di attività “normale” a momenti “straordinari” di vera e propria “rivoluzione”. Nei periodi di rivoluzione si sostituisce il vecchio paradigma con uno nuovo, che sostituisce del tutto il precedente o che lo rettifica in parte. Per tale motivo si ha una vera e propria incommensurabilità tra le diverse dottrine scientifiche afferenti a diversi paradigmi. Ciò non perché si hanno delle dottrine più o meno complesse ad altre, ma per il semplice motivo che ogni paradigma esprime un punto di vista radicalmente diverso da un altro, e, in quanto tale, in gran parte intraducibile. Ad esempio, quando un aristotelico e un newtoniano parlano di movimento, lo fanno in maniera del tutto diversa. Ed infatti, ognuno di loro ha una diversa concezione non solo del movimento, ma anche dell'interno universo. Per paradigma non si deve intendere un insieme di regole e di teorie, bensì un quadro completo di abitudini, tipi di istruzione e formazione, modi di procedere e di giudicare. Questa concezione prende il nome di teoria delle rivoluzioni scientifiche.
Nel corso della scienza, quindi, quando una comunità si scontra con una anomalia, ovvero in fenomeni inspiegabili o contrastanti alle aspettative legittimate da un paradigma, allora si interrompe la vita normale della scienza, che entrata in crisi, può nuovamente divenire fertile con l'invenzione di un nuovo paradigma. L'adozione di un nuovo paradigma non è solo un processo teorico, ma richiede una sorta di “conversione” di tutta la comunità scientifica. Conversione che si ottiene mediante la “persuasione”.
Pertanto, la storia della scienza è discontinua ed opera mediante paradigmi che risolvono i momenti di crisi in cui si imbatte. Crisi risolte con l'adozione di un nuovo punto di vista o paradigma. Questa concezione porta Kuhn ad affermare che nella storia della scienza non si ha alcun processo ontologico e teleologico che porti ad un graduale miglioramento nei metodi di rappresentazione della natura. È, comunque, innegabile che vi sono paradigmi che hanno interpretato in maniera più coerente, fertile e rigoroso gli enigmi presentati dalla natura.

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