martedì 14 agosto 2012

Franz Brentano


Franz Brentano (1838 – 1917), filosofo e psicologo tedesco, insegnate di Husserl tra il 1884 e il 1886, scrisse numerose opere, tra cui La psicologia dal punto di vista empirico, del 1874; L'origine della conoscenza del 1889 e Le quattro fasi della filosofia, del 1895.
Brentano pone al centro dell'attività della coscienza il concetto di intenzionalità o di relazione intenzionale. Con tale termine si indica il movimento con cui la coscienza si rivolge a dei contenuti che le sono dati come qualcosa di oggettivo, indipendentemente dal fatto se esistano o meno. In tal senso basta pensare ai giudizi negativi. Ed infatti, se la negazione è giusta, è escluso che la cosa a cui la coscienza intenzionalmente si riferisce esista.
La mente, pertanto, procede mediante il concetto di intenzionalità attraverso tre classi di fenomeni psichici:
  1. la rappresentazione;
  2. i giudizi;
  3. i moti dell'animo o affetti. Il termine affetti deve essere inteso in senso largo.
La rappresentazione è una relazione intenzionale semplice perché fa riferimento semplicemente ad un contenuto rappresentato. Nel secondo e nel terzo caso, invece, si ha una contrapposizione all'interno della relazione intenzionale. Ed infatti, il giudizio può portare ad accettare o respingere qualcosa, ad amare o odiare qualcosa. La tesi psicologica di Brentano, quindi, afferma che l'attività intenzionale della coscienza si incentra sul pensare un qualcosa. Un qualcosa che, a sua volta, non deve affatto esser dato in realtà.
Questa sua teorizzazione del concetto di relazione intenzionale venne largamente criticata dagli studiosi contemporanei e tacciata di psicologismo. Accusa da cui Brentano si difende energicamente.

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