Con il rinascimento la mentalità europea era cambiata di molto. Stessa cosa non si può dire della Chiesa. Essa rimaneva corrotta, fortemente interessata ai beni materiali e alle questioni temporali. Si era diffusa, inoltre, l'uso di vendere indulgenze, ossia di benefici ultraterreni in cambio di denaro. Coloro che si scagliavano contro l'ecclesiale si rifacevano agli scritti degli umanisti cristiani, che predicavano un ritorno alla Cristianità dell'inizio e che polemizzavano contro le superstizioni medievali e contro il lusso della Corte Papale.
Il portavoce di questa lotta fu Martin Lutero (1483-1546), un monaco tedesco agostiniano, che iniziò a diffondere una nuova dottrina che minava alla base l'autorità della Chiesa. Lo studio della Bibbia lo aveva convinto del fatto che non si aveva bisogno di mediatori tra essa e l'uomo. Ciò perché tra l'uomo e la Bibbia si aveva un rapporto diretto. Inoltre, per Lutero la salvezza non deriva dalle “buone opere”, ma soltanto dalla fede. Nel 1517 attaccò la vendita delle indulgenze con l'affissione delle sue 95 tesi sulla porta della Chiesa di Wittenberg.
Entro il 1521 egli aveva provocato una vera e propria ribellione contro l'autorità papale e la dottrina cattolica in tutta la Germania. I suoi seguaci fondarono una chiesa “riformata”, ossia separata, i cui membri vennero chiamati “Protestanti” perché la Chiesa Luterana era sorta per protesta a quella cattolica.
La Chiesa Luterana mantenne molti dogmi e pratiche cattoliche, ma si rimetteva alla sola guida della Bibbia e non alle decisioni dei papi. Condannava come superstizioni i pellegrinaggi, i digiuni, la venerazione dei santi e delle reliquie, e consentiva al clero di sposarsi.
In Germania il Protestantesimo fece scoppiare una vera e propria guerra civile tra i principi, che sostenevano Lutero per impadronirsi delle terre della Chiesa, e l'imperatore del Sacro Romano Impero.
Nel 1540 Carlo V dichiara guerra ai principi, ma con la Pace di Augusta del 1555, si vide costretto a concedere ai principi la libertà di culto, a cui i sudditi dovevano sottostare. Quando venne firmata la pace il Luteranesimo si era diffuso in quasi tutta la Germania settentrionale e in parte della Scandinavia. In Francia ed in Svizzera si ebbe un altro protagonista della Riforma, Giovanni Calvino (1509-1564). Egli elaborò una dottrina ancora più dura di Lutero. Affermava che la salvezza non dipendeva dalle opere, ma dalla predestinazione. Inoltre, riteneva che le regole evangeliche dovessero essere imposte con la legge. Quando la città indipendente di Ginevra si convertì al Calvinismo, ne divennero amministratori i pastori, che divulgarono il credo al di fuori di questo centro urbano. Già prima della scomparsa di Calvino, il Calvinismo si era affermato in gran parte della Svizzera ed in alcune città francesi. In Scozia era diffusissimo grazie all'opera del pastore John Knox (1515-1572). I mercanti in tutte queste nazioni appoggiavano il Calvinismo perché esso affermava che la ricchezza guadagnata con il lavoro era un segno della grazia divina. In Inghilterra il protestantesimo si diffuse per vie del tutto diverse, che ebbero come fautore il re Enrico VIII. Egli nel 1534, per ragioni politiche e personali, ruppe con la Chiesa di Roma e si dichiarò capo della Chiesa Inglese. Già nel 1600 si era affermata la Chiesa Anglicana, sorta come compromesso tra i dogmi della Chiesa cattolica e del protestantesimo. Vi furono, però, in Inghilterra uomini che vollero operare un taglio netto con il passato. Erano questi i puritani, che adottarono le idee di Lutero e di Calvino. Austria, Portogallo, Spagna, Italia e la maggior parte della Francia rimasero al di fuori di queste dispute.
Nessun commento:
Posta un commento