Mentre nel Rinascimento l'arte rispecchiava il nuovo modo spirito di indagine di quell'epoca, nell'età dell'Assolutismo non si chiedeva più iniziativa di ricerca, ma obbedienza. Le arti rifletterono tale richiesta, anche perché gli artisti ricevevano protezione e sostegno dagli stati e dalla Chiesa. Si diede inizio, quindi, ad un periodo in cui l'arte fu ricca e stravagante: pontefici e regnanti si fecero costruire ville, chiese, palazzi e giardini di imponenti proporzioni e di grande magnificenza.
Vennero fondate dai monarchi, come Luigi XIV, una serie di Accademie. Ciò al fine sia di incentivare, ma anche di controllare, le arti. All'interno di esse, gli Accademici stabilivano le regole per correggere e approvare gli stili artistici.
Lo stile accettato fu quello neoclassico, che nella sua ferrea compostezza venne addolcita da nuovi toni emozionali. Si diffusero nella pittura e nella scultura i classici temi religiosi: la croce, l'aureola, il giglio, il teschio e lo sguardo estatico. L'arte di questo periodo più che decorativa, voleva essere realistica.
Artisti come Caravaggio e Frans Hals lavoravano da soli le proprie opere di carattere naturalistico. Al contempo, Rubens e Tintoretto creavano opere d'arte immense e di una tale imponenza da necessitare enormi studi e decine di assistenti.
In questo periodo matura il genio di Shakespeare, autore di opere drammatiche alla portata di tutti, dalle tematiche profonde e spiritose. Autori come Racine e Moliere, invece, scrivevano le proprie tragedie o satire per la corte del Re Sole.
Sembrava che nessuna concezione, seppur tanto grande e imponente, non potesse essere realizzata dagli artisti del tempo. Architetti come Caude Perrault e Giovanni Bernini costruirono edifici con decorazioni in pietra, e lavoravano come se il materiale fosse duttile e soffice. Il Bernini, che era anche scultore, scolpì in una sua opera delle enormi nuvole e le pose contro un insieme di canne in ottone che raffiguravano i raggi del Sole. Anche i giardini che circondavano i magnifici palazzi sembravano volere inviare un sono messaggio, e cioè il dominio dell'uomo sulla natura.
In musica si ebbe la nascita dell'orchestra e nel 1607 Claudio Monteverdi creò una delle prime orchestre per la rappresentazione del suo Orfeo. Nel corso del XVIII secolo grandi compositori come Bach, Mozart e Haydn scrissero concerti, oratori e messe.
I monarchi e gli ecclesiastici cattolici commissionarono le loro opere nel periodo detto barocco. Tale termine probabilmente deriva dal portoghese barocco: perla di forma strana. Il barocco volle realizzare una scultura ricca, chiese e palazzi superbi. Ciò perché si riteneva che tanto più magnificenti fossero tanto più prestigiosi risultavano.
Nel nord protestante, dove il potere dei nobili e dei borghesi era più forte a discapito dei monarchi, l'idea di un ornamento esagerato era ritenuto peccaminoso, oltre che stravagante. Quindi, in questi paesi troviamo uno stile più sobrio, meno grandioso e più affine al naturalismo. Stessa cosa valeva per l'architettura, che, in contrasto coi palazzi di ogni altra parte d'Europa, erano più dignitosi e trattenuti.
Nel corso del XVIII secolo le classi medie assunsero sempre più ricchezza e potere, tanto che queste influenzeranno lo stile artistico, di cui divennero mecenati e protettori.
Il XVIII secolo fu il periodo del razionalismo, che vide la borghesia avanzare delle istanze che debelleranno l'Assolutismo e che prepareranno il terreno alle “grandi rivoluzioni”.
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