Il periodo compreso tra il 1600-1700 è il secolo di maggiore sviluppo della Francia. Ciò grazie ai suoi re, che portarono al massimo apogeo la nazione. Nel 1610 il monarca Enrico IV venne assassinato da un fanatico religioso, Francois Ravaillac. Il figlio ed erede Luigi XIII salì al potere alla tenera età di 9 anni. Immediatamente i nobili di corte iniziarono a tessere intrighi per accaparrarsi vantaggi. Nel frattempo, i Protestanti francesi, gli ugonotti, chiedevano maggiori libertà politiche. Il pase rischiava di cadere nel caos. A salvare la situazione fu il grande politico ed uomo di stato Richelieu. Il Cardinale Richelieu fu a capo di un vittorioso assedio del 1628 contro La Rochelle, roccaforte dei ribelli Ugonotti. A corte indebolì il potere nobiliare a vantaggio di quella della monarchia. Venne creata una classe di burocrati, gli Intendenti, che amministravano gli affari interni in nome del re. Negli affari esterni, invece, riuscì ad avere l'alleanza della Svezia e della Repubblica Olandese, entrambe avversarie del potere asburgico. Alla morte di Luigi XIII salì al trono Luigi XIV, anch'egli di giovane età. Come I ministro, invece, si ebbe Mazarino, che educato a tal fine da Richelieu, lo sostituì dopo la sua morte.
Mazarino mantenne le alleanze con le potenze contrarie agli Asburgo e riuscì a mantenere forte il potere del monarca a discapito di quello nobiliare. Sia Richelieu che Mazarino ritenevano, infatti, che la Francia potesse continuare a prosperare solo se al potere si aveva un forte governo comandato da un solo uomo.
Alla morte di Mazarino (1661), Luigi XIV seppe scegliere con dovizia e perspicacia i ministri ed i comandanti militari, tanto che sotto di lui il regno di Francia e il Palazzo di Versailles divennero la meraviglia invidiata da tutta l'Europa. Lo stesso Luigi XIV venne chiamato “Re Sole” per lo splendore con cui si circondava. In seguito decise di liberarsi per sempre di quella minoranza, gli Ugonotti, che lo osteggiava. A tal fine li perseguitò e li sterminò barbaramente del tutto nel 1685.
in questo periodo la Francia raggiunse il suo apice e la sua massima austerità. Ciò grazie anche all'opera del Controllore Generale delle Finanze, Jean Colbert. Questi incentivò lo sviluppo di fabbriche tessili, di stagno e di acciaio. Inoltre, incoraggiò lo sviluppo delle compagnie marittime e controllò con zelo che le tasse venissero correttamente pagate e versate alle casse dello stato. Luigi XIV, infatti, aveva bisogno di grande liquidità per sostenere quelle guerre di aggressione che aveva intenzione di condurre. A tale scopo il ministro della Guerra Francois Louvois mise insieme un grande esercito i cui generali e ingegneri fecero dell'arte della guerra una scienza.
Le ambizioni militari di Luigi XIV, però, lo portarono a distruggere i suoi precedenti successi. Ed infatti, anche se aveva vinto le guerre combattute tra il 1688-1698, i paesi confinanti si erano allarmati per le sue vittorie. Paesi come Austria, Spagna, Svezia, i Principi Tedeschi, Inghilterra e Repubblica Olandese diedero vita ad un'alleanza (1688-1697) che costrinse Luigi XIV ad abbandonare molte delle conquiste effettuate. Le potenze europee si allearono contro di lui nuovamente nel 1701, quando, dopo la morte di Carlo II di Spagna, egli ne aveva reclamato la successione per il nipote Filippo. Luigi XIV alla fine riuscì a raggiungere il suo intento, ma la Francia dovette sostenere una guerra che, durata sino al 1714, ne prostò l'economia così tanto da impoverirla.
Dopo la morte di Luigi XIV finì il periodo aureo, soprattutto perché i suoi successori non furono all'altezza dei precedenti monarchi. Infine, nel 1789, lo scontento nazionale esplose con la Rivoluzione Francese.
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