Non si ha notizia di una civiltà in Mesoamerica prima del 900 a.C. A questa data gli Olmechi, popolo abitante la parte meridionale del Golfo del Messico, costruiva templi, i cui cortili venivano decorati con mosaici in pietra, fabbricavano gioielli di giada e iniziarono a sviluppare una forma di scrittura, la prima in tutto il continente americano. Qualche secolo dopo si ebbe un'altra grande civiltà, che dificò il sontuoso centro urbano di Tetihuaca (ossia “luogo dove furono creati gli dei”). Essa era governata da re – sacerdoti, che fecero edificare grandi piramidi di terra rivestita di pietra scolpita, alla cui sommità si aveva la piramide. Entro il IV secolo d.C. questa civiltà ebbe fondato una serie di centri urbani nel Guatemala, a 1000 km di distanza. Nel frattempo, gli Olmechi si spostarono più a sud e, grazie al loro apporto culturale, gli indios delle foreste del Chiapas e del Peten diedero vita alla raffinata civiltà dei Maya. I Maya erano governati da quattro gruppi di capi. In caso di guerra, però, si eleggeva un solo comandante supremo. Questi indios abitavano in case di legno dai tetti di paglia. All'interno delle città si avevano i templi dedicati alle divinità.
I Maya avevano un sistema numerico vigesimale, ossia basato sul numero 20, e con esso eseguivano i calcoli sull'ordine del milione. I loro astronomi, sacerdoti mantenuti dalle tasse dei contadini, raggiunsero calcoli di enorme precisione, grazie anche alle accuaret osservazioni. Seppero predire le eclissi lunari e solari, ed escogitarono un calendario di 365 giorni, composto da 18 mesi di 20 giorni, più uno di cinque. Gli agricoltori erano dediti alla coltivazione di mais, cacao e zucche. Si praticava l'allevamento di api. Gli utensili erano poco progrediti e si sconosceva quasi del tutto l'uso dei metalli. La cosa sconcertante è che privi di una tecnologia che vada oltre il neolitico, seppero costruire degli edifici colossali. Non riuscirono mai a fabbricare un arco e, come tutti gli abitanti d'America, non scoprirono mai l'uso della ruota, sia per il trasporto che per la fabbricazione della ceramica.
Tra il II e il IV secolo d.C. le città Maya si riunirono in una confederazione, ma entro il X secolo, sia per le continue guerre, sia per le incessanti guerre civili, sia per l'erosione del suolo, i Maya lasciarono i centri abitati e si rifugiarono nelle foreste. Ciononostante la lingua maya è sopravvissuta e ci sono rimaste molte iscrizioni, la cui decifrazione è ormai quasi del tutta completa.
Durante quest periodo molti abitanti abbandonarono la città di Teotihuacan, molto probabilmente per sfuggire alle invasioni di un popolo che scendeva dal settentrione, i Toltechi. Questi erano guidati da capi di famiglia nobile, ed assoggettarono vari popoli, facendoli tributari. I Toltechi provenivano dal Guatemala e la leggenda vuole che il loro primo capo fosse Queatzacoatl. Questi fondò la capitale a Tula. A lui succedettero altri 8 capi, che allargarono ulteriormente il dominio tolteco del Messico. Gli imperatori toltechi edificarono per sé palazzi splendidi come i templi per le divinità. Il nono capo ebbe lo stesso nome del primo, Queatzacoatl, che ebbe l'infelice idea di nominare come capo il figlio, che non godeva per niente delle simpatie dei capi guerrieri, che si ribellarono e diedero vita ad una grande guerra civile, che comportò la distruzione di Tula e il caos per secoli nella Mesoamerica. . il termine “Toltechi” significa “maestri costruttori”. Essi, però, non riuscirono mai a costruire un arco. Edificarono delle mirabili costruzioni, furono maestri nell'uso della malta, nelle pitture murali e nella scrittura pittografica. La tribù dei Mixtechi del Messico sud-occidentale imparò il loro sistema simbolico e lo ha tramandato mediante i loro libri dipinti.
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