Nel 600 d.C. l'Arabia
era abitata da tribù nomade perennemente in lotta tra di loro. Dopo
meno di un secolo queste tribù si riunirono sotto un solo potere e
fondarono un possente impero. Chi rese possibile un tale cambiamento
fu Maometto, il fondatore della religione islamica. L'Arabia è un
territorio rettangolare grande quanto l'Europa occidentale. Il clima
è caldo, il suolo desertico in grande maggioranza, e, a tratti, vi
sono nude rocce riarse. Il clima è arido. Solo a sud c'è pioggia
sufficiente a fertilizzare le valli. Le differenze climatiche ebbero
delle conseguenze sullo sviluppo dello stile di vita. L'Arabia era,
in altre parole, divisa in due: coloro che abitavano il nord erano
costretti a vivere in piccole tribù di nomadi, sempre alla ricerca
di pascoli per le pecore e le capre; gli abitanti del sud, invece, si
dedicarono all'agricoltura e al commercio e fondarono una serie di
città. Questi due diversi gruppi parlavano due forme diverse di
Arabo e adoravano due diversi gruppi di divinità. Anche
politicamente erano organizzati in maniera diversa: i re del sud
ereditavano il loro potere; gli anziani del nord (“shaikh”)
venivano eletti dalle loro tribù. L'Arabia, quindi, era divisa in
due parti, in ognuna delle quali la popolazione era divisa in tanti
piccoli regni.
Le cose cambiarono del tutto con l'azione del
predicatore Maometto, il cui nome significa “degno di lode”. Egli
nasce nel 570 d.C. ed era membro della tribù dei Qumaish; essa,
collocata nel settentrione, un tempo nomade, si era collocata
stabilmente all'interno della Mecca. Questa città dell'Arabia
occidentale era un piccolo e fiorente centro commerciale e religioso.
Da tutta l'Arabia provenivano pellegrini a cavallo e a
piedi per dirigersi ala ka'ba (dado) della Mecca. Qui si aveva un
santuario in cui veniva conservata una meteorite nera, creduta la
dimora di molti dei. Maometto si rifiutò di adorare queste divinità.
Ciò per due motivi:
- perché provava ammirazione per il Dio unico adorato dai mercanti cristiani ed ebrei che passavano dalla Mecca;
- perché era convinto che Dio gli avesse parlato per annunciare una nuova religione, di cui lui era il grande profeta.
Il matrimonio con una ricca vedova lo mise in agiate
condizioni economiche, dandogli tutto il tempo per meditare e per
dedicarsi allo sviluppo di una nuova religione, l'Islam, cui venne
data la struttura che tutt'ora conosciamo.
Islam significa “sottomissione” e l'islamismo chiede
di obbedire alla volontà di Dio, l'onnipotente creatore
dell'universo che nel giorno del giudizio aprirà ai Musulmani il
paradiso e agli infedeli l'inferno.
Per andare in paradiso un musulmano deve dichiarare che
vi è un solo Dio e che Maometto è il suo profeta. Deve, inoltre,
pregare 5 volte al giorno, fare l'elemosina, osservare un mese di
digiuno ogni anno, fare durante la vita almeno un pellegrinaggio alla
Mecca e accettare ed osservare gli insegnamenti del “Corano”,
ossia la “narrazione” delle leggi di Dio così come furono
rivelate a Maometto.
L'Islam costituì un forte richiamo per molti abitanti
della Mecca perché, al contrario della religione politeista,
prometteva la vita eterna. Inoltre, al contrario della religione
Giudaica e Cristiana, la dottrina era molto più semplice e non
prevedeva un complesso apparato sacerdotale, né un elaborato
rituale. In un primo momento però non era stato previsto il
pellegrinaggio alla Mecca. Ciò provocò l'avversità dei mercanti
del luogo, che credevano che con il nuovo credo sarebbe diminuito
l'afflusso di pellegrini con un generale impoverimento della città.
Per tale motivo Maometto ed i suoi seguaci vennero perseguitati. Nel
622 d.C. Maometto, piuttosto che abbandonare la sua fede, si recò
con 200 seguaci al nord, a Medina. Questa venne chiamata Egira,
“migrazione”, e il 622 viene considerato il primo anno del loro
calendario. Questo fu un anno importantissimo perché Maometto venne
salutato dagli abitanti del luogo come il capo politico e religioso.
Egli diede prova delle sue capacità come saggio governante ed abile
condottiero, conquistando nel 630 la Mecca. Questi eventi suscitarono
grande stupore tra gli Arabi e tra le tribù, che subito mandarono i
loro legati per riconoscerlo come capo politico e religioso,