Jacques
de Secondat barone di Montesquieu nasce a Bordeaux, nel 1689, e
compie studi classici e di diritto. Nel 1721 pubblica le Lettere
Persiane,
in due volumi. Del 1733 è il saggio dal titolo le
Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro
decadenza.
Nel 1748 esce la sua opera più famosa, Lo
spirito delle leggi.
L'anno seguente esce una seconda edizione dell'opera, riveduta e
corretta. Nel 1750 pubblica La difesa
dello Spirito delle leggi,
in cui vi sono chiarimenti alle due pubblicazioni precedenti.
Collabora all'Enciclopedia
di Diderot con la stesura di un saggio sul gusto, che, però, rimane
incompiuto. Nel 1751 il suo Spirito
delle leggi
viene messo all'indice. Nel 1754 pubblica nuovamente le Lettere
persiane
con alcuni ampliamenti e con nuove lettere. Muore nel 1755 a Parigi.
Le Lettere Persiane vengono pubblicate in forma anonima
nel 1721. Falso è anche il luogo di stampa che viene riportato nel
testo. L'autore utilizza la forma letteraria del romanzo epistolare
per mettere a confronto i diversi modi e stili di vita degli europei
(nello specifico dei francesi) e dei persiani. Gli autori immaginari
dell'opera sono due persiani che soggiornano lungamente in Francia.
L'atmosfera del romanzo risponde ad una presentazione dei costumi
orientali in maniera esotica. Ciò risponde al gusto del tempo, che
permise il grande successo dell'opera. Dietro a questa quadretto
riccamente costruito si ha una serrata critica verso il sistema
politico francese dopo la morte di re Luigi XIV. Questi viene
criticato per il suo assolutismo e per le sue incapacità
governative. Ed infatti, John Law, finanziere scozzese, divenuto
controllore generale delle finanze in Francia, causò, con le sue
manie di intraprendenza, una delle crisi più disastrose per la
nazione francese. Montesquieu polemizza, inoltre, contro la
corruzione dei parlamentari, contro la decadenza della nobiltà e
contro la corruzione in genere di tutta la società civile.
Non sfugge alla critica nemmeno la religione, che si è
sterilizzata in pratiche superstizione, vissute senza alcuna
partecipazione interiore. I cristiani si sono persi in dispute
teologiche, che, invece di unire i fedeli, li separano. In dispute,
quindi, che non sono servite a nulla, se non ad ingrossare le fila dei
libri delle biblioteche.
Le
Considerazioni
sulle cause della grandezza dei Romani e della loro Decadenza
(1734) sono il frutto di una meditazione che respinge qualsiasi tipo
di schema provvidenzialistico nello sviluppo della storia dei popoli
e delle civiltà. Montesquieu attua uno studio che voglia capire le condizioni reali che portano un popolo a divenire grande
e a decadere dopo il raggiungimento del suo massimo sviluppo. In tal
senso diviene esemplare la storia di Roma antica. Questa, infatti,
grazie all'amor di patria dei romani, alla forza militare unita alle
virtù dei cittadini, al coraggio, alla decisione di cacciare
Tarquinio per la sua tracotanza, diviene una grande nazione. Grazie,
anche, alla saggezza e allo spirito di sacrificio dei suoi politici e
governanti. In seguito, però, con l'estensione esagerata dei suoi
confini, con l'allargamento del diritto di cittadinanza romana (che
di fatto annullava il prestigio di sentirsi romani), con lo sviluppo
dell'amore per il lusso, con l'indebolimento militare, con la voglia
di assoggettare popoli più con il denaro che con le guerre, con
l'incapacità degli imperatori di governare, con l'incontro con la
nuova cultura barbara, si avrà la fine di Roma e del suo mito. Lo
stesso destino aspetta gli altri popoli e gli altri stati, tutti
sottoposti a processi di nascita e di morte, di austerità e sviluppo
del vizio e del lassismo culturale e sociale.
L'opera
di Montesquieu che ha avuto più fortuna nella storia delle teorie
politiche e costituzionali è lo Spirito
delle leggi.
Il tema affrontato nel saggio è ben chiaro a partire dal titolo
completo, e cioè “Dello
spirito delle leggi o del rapporto che le leggi debbono avere con la
costituzione di ogni governo, con i costumi, il clima, la religione,
il commercio, ecc.”
Il testo di
Montesquieu è, pertanto, un saggio di scienza politica. Un saggio
che intende studiare il come vengono storicamente a costituirsi le
varie forme di vita civile. A tal fine, bisogna ricercare le leggi,
che non devono rifarsi ad ideali utopistici e astratti;
bensì alle concrete condizioni che realizzano il costituirsi di una
società. Montesquieu intende fondare una vera e propria scienza
politica, nel fare ciò segue la metodologia propria delle scienze
naturali. Ed infatti, studia il costituirsi della società partendo
dalla puntuale ed attenta osservazione delle forme di governo
contemporanee. Ciò per scoprire le cause dei principi che
sottostanno alla costituzione di un organismo politico. Bisogna,
pertanto, scoprire le leggi, che, afferma Montesquieu, “debbono
essere in relazione con il carattere fisico del paese, col suo clima
gelato, ardente o temperato; con la qualità del terreno, con la sua
situazione, con la sua estensione, con il genere di vita dei popoli
che vi abitano, siano essi coltivatori, cacciatori o pastori: esse
debbono essere in armonia con il grado di libertà che la
costituzione è capace di sopportare, con la religione degli
abitanti, le loro disposizioni, la loro ricchezza, il loro numero, i
commerci, i costumi, le maniere. Infine, esse hanno relazioni
reciproche: con la loro origine, col fine del legislatore, con
l'ordine delle cose sulle quali esse sono state costituite”.
Tutto questo insieme
di rapporti reciproci costituisce lo spirito delle leggi. Da ciò
consegue il carattere relativo delle leggi, legate alle condizioni
ambientali, come il clima, alle tradizioni, agli usi e costumi di
ciascun popolo. Montesquieu, inoltre, espone una propria
classificazione delle forme di governo:
- la repubblica, distinta in democratica ed aristocratica;
- la monarchia;
- il dispotismo.
Alla
democrazia appartiene la virtù politica; alla monarchia appartiene
il senso dell'onore; alla dispotismo appartiene la paura.
Le
forme di governo sono conseguenti ai climi dei vari paesi; ed infatti
“nei paesi freddi si avrà poca sensibilità per i piaceri: essa
sarà maggiore nei paesi temperati, estrema in quelli caldi. Come si
distinguono i climi per gradi di latitudine, si potrebbe
distinguerli, per così dire, per gradi di sensibilità. Voi
troverete nei climi del nord popoli che hanno pochi vizi, sufficiente
virtù, molta sincerità e franchezza. Avvicinatevi nei paesi del
Mezzogiorno e vi sembrerà di allontanarvi dalla morale stessa:
passioni più vive moltiplicano i delitti, ciascuno cerca di
assicurarsi, a danno degli altri, tutti i vantaggi che possono
favorire le passioni stesse. Nei paesi temperati voi vedrete popoli
inconstanti nelle proprie maniere, negli stessi vizi e nelle loro
virtù: il clima non vi ha una parte abbastanza determinante per
renderli costanti”.
I
climi determinano i comportamenti dei popoli, e la religione (da
Montesquiu studiata in senso naturalistico) costituisce un fattore
determinante e necessario perchè vincola i comportamenti degli individui.
Dal
modello politico inglese, da lui appreso nei soggiorni londinesi, ne
ricava una tripartizione dei poteri. La distinzione tra il potere
legislativo (Parlamento), esecutivo (Governo) e giudiziario
(Magistratura) è di notevole importanza, perché, come afferma lo
stesso Montesquieu, garantisce la libertà. Ed infatti, i poteri non
sono controllati ed esercitati da una sola figura, bensì da più
organi che si controllano e limitano a vicenda.
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