Edmund
Burke
(1729-1797) scrive nel 1790 le Riflessioni
sulla rivoluzione in Francia
(1790), dove
sviluppa un’idea di Stato e di governo come un sistema fortemente
legato a tutto un complesso di tradizioni e usanze che vengono
storicamente affermandosi e che ne costituiscono il tessuto e le
condizioni di vita politica e civile. Come non esiste il cittadino
fuori dallo stato, così non esistono diritti fuori di quelli che si
sono venuti costituendo nei vari stati; né esiste una uguaglianza di
natura tra i vari cittadini, perché la vita civile si compone di
ruoli diversi secondo le varie condizioni e competenze. Ogni
tentativo di mutare radicalmente e di colpo gli ordini
costituzionali, di dettare leggi in nome di una astratta ragione
–
così come voleva la rivoluzione francese –
provoca la rovina dello stesso corpo politico.
Burke scrive anche una Ricerca
sull’origine delle idee di bello e sublime
(1757), che rappresenta il punto di arrivo di un dibattito del bello
e del sublime che aveva attraversato tutto il settecento inglese. La
discussione sul sublime inizia nel trattato Sul
sublime
dello Pseudo-Longino ( del I o III sec. d.C) dove
si afferma che il sublime irrompe
all’improvviso come
un
fulmine; esso è la manifestazione di un potere straordinario che
spinge al rapimento estatico con una forza inoppugnabile che
trascende l’umano. In Burke il sublime e il bello si pongono
nell’ambito della sensazione e delle passioni che suscitano in noi,
si pongono pertanto nell’ambito del soggettivo. Ciò non deve
essere interpretato come l'affermazione di un
relativismo di gusto, in quanto esso è un carattere
universale,
ovvero il bello e il sublime provocano le medesime sensazioni nel
soggetto. Da ciò il carattere scientifico delle origini delle idee
di bello e sublime. Sublime è ciò che suscita in noi stupore e
terrore, e misto al terrore piacere, ovvero diletto.
Bello è ciò che, per una serie di qualità sensibili dell’oggetto
contemplato, provoca in noi amore o sensazioni simili. Sensazione di
piacere
positivo
ben diverso dal diletto che nasce dal terrore e dalla paura di ciò
da cui si è scampati. Il sublime, che incute terrore e stupore, è
legato all’incerto, terribile, oscuro, immensamente potente e
infinito. Il bello è legato al piacere che provocano in noi oggetti
piccoli, levigati, di linea variata ed equilibrata, di forma
delicata, di colori chiari e luminosi.
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