giovedì 14 giugno 2012

Edmund Burke


Edmund Burke (1729-1797) scrive nel 1790 le Riflessioni sulla rivoluzione in Francia (1790), dove sviluppa un’idea di Stato e di governo come un sistema fortemente legato a tutto un complesso di tradizioni e usanze che vengono storicamente affermandosi e che ne costituiscono il tessuto e le condizioni di vita politica e civile. Come non esiste il cittadino fuori dallo stato, così non esistono diritti fuori di quelli che si sono venuti costituendo nei vari stati; né esiste una uguaglianza di natura tra i vari cittadini, perché la vita civile si compone di ruoli diversi secondo le varie condizioni e competenze. Ogni tentativo di mutare radicalmente e di colpo gli ordini costituzionali, di dettare leggi in nome di una astratta ragione così come voleva la rivoluzione francese – provoca la rovina dello stesso corpo politico. Burke scrive anche una Ricerca sull’origine delle idee di bello e sublime (1757), che rappresenta il punto di arrivo di un dibattito del bello e del sublime che aveva attraversato tutto il settecento inglese. La discussione sul sublime inizia nel trattato Sul sublime dello Pseudo-Longino ( del I o III sec. d.C) dove si afferma che il sublime irrompe all’improvviso come un fulmine; esso è la manifestazione di un potere straordinario che spinge al rapimento estatico con una forza inoppugnabile che trascende l’umano. In Burke il sublime e il bello si pongono nell’ambito della sensazione e delle passioni che suscitano in noi, si pongono pertanto nell’ambito del soggettivo. Ciò non deve essere interpretato come l'affermazione di un relativismo di gusto, in quanto esso è un carattere universale, ovvero il bello e il sublime provocano le medesime sensazioni nel soggetto. Da ciò il carattere scientifico delle origini delle idee di bello e sublime. Sublime è ciò che suscita in noi stupore e terrore, e misto al terrore piacere, ovvero diletto. Bello è ciò che, per una serie di qualità sensibili dell’oggetto contemplato, provoca in noi amore o sensazioni simili. Sensazione di piacere positivo ben diverso dal diletto che nasce dal terrore e dalla paura di ciò da cui si è scampati. Il sublime, che incute terrore e stupore, è legato all’incerto, terribile, oscuro, immensamente potente e infinito. Il bello è legato al piacere che provocano in noi oggetti piccoli, levigati, di linea variata ed equilibrata, di forma delicata, di colori chiari e luminosi.

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