Komensky
latinizzato in Comenius nasce in Moravia nel 1592 e muore ad
Amsterdam nel 1670. Filosofo e pedagogista, appartenente alla chiesa
dei fratelli boemi, ovvero ai Fratelli della legge di Cristo,
formatasi sotto la tradizione hussita. Questa chiesa predicava
l’austerità dei costumi, il ritorno ad una chiesa umile e povera e
la tolleranza religiosa. Nel 1467 tale chiesa ruppe definitivamente
il suo legame con Roma. Fra le opere di Comenio che ebbero più larga
fortuna si ha Janua
linguarum
reserata,
Pansophiae
prodromus,
Didactiva
Magna,
Orbis
pictus,
Lux
in tenebris,
Angelus
pacis,
Via
lucis.
Comenio, mosso da una forte aspirazione religiosa, si impegna in un
programma che non si stanca mai di proporre ai capi di governo di promuovere istituzioni scolastiche aperte a tutti. Ciò allo scopo di giungere non solo ad una diffusa educazione, ma anche
ad un nuovo sapere che superi le distinzioni politiche e religiose,
offrendo gli strumenti per dare all’Europa e a tutta la cristianità
una nuova unità culturale e spirituale.
La sua Didattica vuole
essere un’opera utile al rinnovamento della cristianità, dopo la
devastazione anticristiana. Rinnovamento che si rende possibile solo aprendo
scuole in ogni città, paese, villaggio e comunità. A questa politica di diffusione di nuove istituzioni accademiche bisogna unire un
metodo che permetta a tutti coloro sotto i 25 anni di imparare in
maniera semplice e senza eccessivi sforzi. Contro un metodo
scolastico astruso e spesso inutile, Comenio indica un nuovo metodo
che unisce educazione e sapere enciclopedico; un metodo, quindi, che si
adatta, nell’insegnamento, all’ordine naturale delle cose e che
sia idoneo all’età degli studenti. Il metodo da lui prospettato
valorizza la conoscenza diretta e il ruolo di essa nella costruzione
del sapere. Tale idea Comenio la prende da Bacone, con cui, però, entra in
polemica perché questo metodo non permette di conoscere le
profonde strutture della realtà. Quindi escogita un nuovo metodo che
prende il nome di sincritico:
esso
non risolve l’oggetto nei suoi principi mediante l’analisi, e
nemmeno nella sua totalità mediante la sintesi; bensì l’oggetto
dato viene paragonato ad altri simili, in maniera tale da conoscerne
meglio gli effetti, le parti e le cause. Mediante la connessione,
il paragone, l’uomo riesce a comprendere la ragione delle cose
realizzate nella creazione (ectipo)
e che sta all’uomo imitare e seguire (antitipo).
L’unità del sapere non si costituisce quindi in modo arbitrario,
ma ripercorre l’unità profonda e l’armonia che regge il mondo.
Si ha la Pansophia,
che sintetizza tutto il sapere: naturale,
artificiale, morale e religioso
e che deve essere insegnato con una certezza simile a quella
matematica, in maniera tale che non vi sia alcun dubbio in ciò che
si ha acquisito. Altro aspetto particolare della sua pedagogia è
l’importanza data all’insegnamento delle lingue a scuola. La
lingua costituisce tutto il complesso delle conoscenze umane poiché
tutte le persone si esprimono con le parole. Le parole però non
devono essere insegnate in maniera disgiunta dall’oggetto
designato; la connessione tra parola e oggetto evita infatti
l’insegnamento di una lingua confusa e poco chiara.
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