sabato 23 novembre 2013

L'Impero Assiro


Gli Assiri furono un popolo guerriero che verso il 2000 a.C. circa si era stabilito intorno alla città di Assur, nella parte superiore della Valle del Tigri. Qui vivevano in durissime condizioni, conseguenti ad un terreno davvero poco coltivabile. Cercarono più volte di allargare i propri confini a dispetto delle popolazioni limitrofe, ma vennero ripetutamente sconfitti dagli Ittiti, dai Babilonesi, dagli Egiziani e dagli Aramei.

La guerra fu per loro un'arte necessaria e grazie al temperamento e all'eccellenza di alcuni loro governanti riuscirono ad attuare una politica espansionistica.

Assurnazirbal II (883-859 a.C.) sconfisse gli Aramei all'ovest e giunse sino al Mediterraneo. Gli Assiri si contraddistinsero per la crudeltà dimostrata verso gli sconfitti e per tutto l'VIII e il VII secolo a.C. impalarono ed arsero vivi i nemici vinti.

Questi metodi vennero utilizzati dal sovrano Tiglatpileser III, che conquistò la Babilonia e la Siria; da Sargon II che espugnò 10 delle 12 tribù di Israele e da Sennacherib, che distrusse i centri babilonesi ribelli e fondò una nuova capitale a Ninive. Il successo di questi regnanti nasceva dall'unione di una congenita crudeltà all'organizzazione militare migliore del mondo antico. Tutti gli uomini erano obbligati ad assolvere il servizio militare. I sodati erano organizzati in squadre di 10 uomini. Queste squadre venivano raggruppate da un minimo di 5 ad un massimo di 20 e davano vita ad una compagnia guidata da un comandante. L'esercito era formato da uomini a cavallo e da arcieri su carri. Essi combattevano con delle tecniche ben precise e avevano elaborato l'arte di ricognizione, le manovre di accerchiamento e le battaglie di assedio. Molte delle energie militari venivano utilizzate nel perfezionamento della tecnica dell'assedio. A tal fine costruivano delle enormi piattaforme armate, che facevano rotolare sino alle mura della città da espugnare. In questa maniera favorivano gli arcieri, che potevano tirare frecce al nemico all'interno. Inventarono, inoltre, arieti a testa di ferro per demolire le mura. Infine, cosa del tutto estranea ai popoli contemporanei, le truppe assire combattevano con armi di ferro, di tremenda efficacia.

Le regioni conquistate venivano governate in maniera diversa, a seconda della posizione e della necessità. Si avevano coloro che pur pagando un tributo all'Assiria mantenevano un proprio governatore; si avevano coloro che si trovavano nella posizione precedentemente descritta con la variante di avere un ufficiale assiro stanziato alla corte che riferiva all'Assiria sulle loro attività; si avevano coloro che venivano governati da un delegato assiro con poteri assoluti.

Il re assiro si preoccupava di nominare personalmente tutti gli ufficiali governativi e di costruire eccellenti strade per meglio tenere in contatto gli avamposti del vasto impero.

Imponente e maestosa fu l'architettura, che doveva dare prova della grandiosità e della potenza dell'impero.

Sennacherip, per esempio, quando ampliò Ninive fece costruire un acquedotto lungo 50 chilometri.

Gli Assiri rimasero fondamentalmente un popolo di guerrieri. Per tale motivo impararono poco dagli sconfitti, anche se subirono l'influsso della cultura babilonese. Un'eccezione venne offerta dal sovrano Assurbanibal (669-631 a.C.) che imparò a leggere il sumero, che fece redigere un dizionario sumerico e che si costruì una biblioteca di 22.000 tavolette di argilla, su cui si avevano opere inerenti rituali religiosi babilonesi, scritti di storia, di medicina, di astronomia e di matematica. Il regno di Assurbanibal fu l'ultimo esempio di potenza della cultura assira. Dopo di lui le rivolte simultanee di Medi a nord-est e dei Caldei a sud provocarono la completa distruzione di Ninive nel 612 a.C. e l'annientamento di Assiria. Quasi contemporaneamente, entro il 525 a.C., sia l'Egitto che la rinnovata potenza babilonese caddero sotto gli attacchi persiani dei re Achemenidi.

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