Gli Assiri furono un popolo guerriero che verso
il 2000 a.C. circa si era stabilito intorno alla città di Assur,
nella parte superiore della Valle del Tigri. Qui vivevano in
durissime condizioni, conseguenti ad un terreno davvero poco
coltivabile. Cercarono più volte di allargare i propri confini a
dispetto delle popolazioni limitrofe, ma vennero ripetutamente
sconfitti dagli Ittiti, dai Babilonesi, dagli Egiziani
e dagli Aramei.
La guerra fu per loro un'arte necessaria e grazie al
temperamento e all'eccellenza di alcuni loro governanti riuscirono ad
attuare una politica espansionistica.
Assurnazirbal II (883-859 a.C.) sconfisse gli
Aramei all'ovest e giunse sino al Mediterraneo. Gli
Assiri si contraddistinsero per la crudeltà dimostrata verso gli
sconfitti e per tutto l'VIII e il VII secolo a.C. impalarono ed
arsero vivi i nemici vinti.
Questi metodi vennero utilizzati dal sovrano
Tiglatpileser III, che conquistò la Babilonia e la
Siria; da Sargon II che espugnò 10 delle 12
tribù di Israele e da Sennacherib, che distrusse i
centri babilonesi ribelli e fondò una nuova capitale a Ninive.
Il successo di questi regnanti nasceva dall'unione di una congenita
crudeltà all'organizzazione militare migliore del mondo antico.
Tutti gli uomini erano obbligati ad assolvere il servizio militare. I
sodati erano organizzati in squadre di 10 uomini. Queste squadre
venivano raggruppate da un minimo di 5 ad un massimo di 20 e davano
vita ad una compagnia guidata da un comandante. L'esercito era
formato da uomini a cavallo e da arcieri su carri. Essi combattevano
con delle tecniche ben precise e avevano elaborato l'arte di
ricognizione, le manovre di accerchiamento e le battaglie di assedio.
Molte delle energie militari venivano utilizzate nel perfezionamento
della tecnica dell'assedio. A tal fine costruivano delle enormi
piattaforme armate, che facevano rotolare sino alle mura della città
da espugnare. In questa maniera favorivano gli arcieri, che potevano
tirare frecce al nemico all'interno. Inventarono, inoltre, arieti a
testa di ferro per demolire le mura. Infine, cosa del tutto estranea
ai popoli contemporanei, le truppe assire combattevano con armi di
ferro, di tremenda efficacia.
Le regioni conquistate venivano governate in maniera
diversa, a seconda della posizione e della necessità. Si avevano
coloro che pur pagando un tributo all'Assiria mantenevano un
proprio governatore; si avevano coloro che si trovavano nella
posizione precedentemente descritta con la variante di avere un
ufficiale assiro stanziato alla corte che riferiva all'Assiria
sulle loro attività; si avevano coloro che venivano governati da un
delegato assiro con poteri assoluti.
Il re assiro si preoccupava di nominare personalmente
tutti gli ufficiali governativi e di costruire eccellenti strade per
meglio tenere in contatto gli avamposti del vasto impero.
Imponente e maestosa fu l'architettura, che doveva dare
prova della grandiosità e della potenza dell'impero.
Sennacherip, per esempio, quando ampliò Ninive
fece costruire un acquedotto lungo 50 chilometri.
Gli Assiri rimasero fondamentalmente un popolo di
guerrieri. Per tale motivo impararono poco dagli sconfitti, anche se
subirono l'influsso della cultura babilonese. Un'eccezione venne
offerta dal sovrano Assurbanibal (669-631 a.C.) che imparò a
leggere il sumero, che fece redigere un dizionario sumerico e che si
costruì una biblioteca di 22.000 tavolette di argilla, su cui si
avevano opere inerenti rituali religiosi babilonesi, scritti di
storia, di medicina, di astronomia e di matematica. Il regno di
Assurbanibal fu l'ultimo esempio di potenza della cultura
assira. Dopo di lui le rivolte simultanee di Medi a nord-est e
dei Caldei a sud provocarono la completa distruzione di Ninive
nel 612 a.C. e l'annientamento di Assiria. Quasi
contemporaneamente, entro il 525 a.C., sia l'Egitto che la rinnovata
potenza babilonese caddero sotto gli attacchi persiani dei re
Achemenidi.
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