La Grecia del IV
secolo a.C. era stata spettatrice di duri scontri tra Sparta,
Tebe
ed Atene.
Queste città-stato si confrontavano per l'egemonia sul mondo greco.
Atene era riuscita a riprendere vigore dopo la disastrosa sconfitta
subita da Sparta.
Nonostante ciò, essa non aveva più il predominio del territorio.
Nel frattempo si andava presentando una nuova minaccia, proveniente
dal nord. Era il regno di Macedonia,
il cui popolo era semi-greco e semi-barbaro.
La Macedonia,
da piccolo regno limitrofo di poca importanza, si trasformò in una
grande potenza grazie all'opera del sovrano Filippo
II
(382-336 a.C.).Questi, con intrighi e lotte, riuscì a conquistare
tutto il continente greco. Le sue intenzioni, però, non finirono qui
e si rivolsero verso l'Impero
Persiano,
l'antico potente nemico della grecità. Le sue mire espansionistiche
non poterono realizzarsi, perché venne assassinato nel 336 a.C. Ciò,
però, non significò la fine del progetto, che, anzi, venne ripreso
dal figlio Alessandro.
Nel 334 a.C. Alessandro
attraversò l'Ellesponto
penetrando nell'Asia Minore con un esercito di 5000 cavalieri e
32.000 fanti. Ciò diede inizio ad una delle più stupefacenti
vicende storiche: l'esercito di Alessandro attraversò tutta l'Asia
Minore, sconfisse un esercito persiano inviato da Dario
III,
conquistò l'Egitto,
la Mesopotamia,
penetrò l'intera Persia,
la Battriana,
l'Afganistan
e giunse persino al fiume Indo.
A questo punto, l'esercito, stanco e prostrato dalle lunghe
battaglie, si rifiutò di andare oltre. Alessandro,
contro la sua volontà, dovette tornare indietro. Inaspettatamente si
ammalò di febbri malariche. Morì in Babilonia
alla giovane età di 32 anni. In soli 12 anni era diventato il
padrone di quasi tutto il mondo orientale conosciuto.
Subito dopo la sua
morte l'impero cadde nel caos. Ciò fu dovuto essenzialmente al fatto
che Alessandro,
tutto intento nella sua politica espansionistica, aveva avuto poco
tempo per organizzare il suo impero. Vi furono 50 anni di lotte
intestine tra i suoi generali e i suoi congiunti per la supremazia.
Alla fine la questione venne risolta con la spartizione dell'impero
in tre regni, tutti governati da un re macedone: Tolomeo
in Egitto,
Antigono
in Macedonia
e in Grecia,
Seleuco
in Siria
e in Mesopotamia.
Questi sovrani si rifecero alle usanze degli orientali ed adottarono
il loro modello assolutistico, per cui il sovrano era ritenuto un dio
in terra, e, in quanto tale, vi si doveva massima obbedienza. Cessa,
quindi, la democrazia, anche se il mondo di Alessandro,
detto Ellenistico,
conservò una fiorente unità culturale. Il Greco divenne la lingua
franca di tutto il Mediterraneo orientale e l'arte greca si diffuse
sino in India. Il commercio ebbe dei fiorenti risvolti e nuove vie
mercantili collegarono, attraverso la Persia,
il mondo del Mediterraneo
con la Cina.
Ad Alessandria
d'Egitto
venne istituita la biblioteca più grande del mondo antico. Si ebbero
anche notevoli innovazioni in campo tecnico e scientifico. I Greci,
infatti, poco propensi all'utilizzo del metodo sperimentale,
iniziarono, grazie all'incontro con la cultura orientale, a dedicarsi
all'osservazione e a sviluppare un sapere non solo contemplativo, ma
anche produttivo. Sono di questo periodo le scoperte con finalità
pratiche di Archimede
e di Eratostene.
In medicina si ebbero notevoli progressi grazie agli studi di Erofilo
(300 a.C. circa), che descrive in maniera accurata e dettagliata il
cervello ed i nervi.
Si diffusero le religioni orientali, che offrivano
maggiore conforto e sicurezza agli uomini del tempo, fortemente
provati da un'epoca di cambiamento. In seguito avrà larghissima
diffusione il Cristianesimo. Prima di ciò si fece strada, però, un
altro grande impero, quello romano, che assoggettò tutto quanto il
territorio ellenistico.