sabato 21 luglio 2012

Charles Darwin


Charles Darwin nasce il 12 Febbraio del 1809 e muore il 19 Aprile del 1882. Le sue opere più importanti sono L’origine della specie per mezzo della selezione naturale del 1859 e L’origine dell’uomo del 1871. Si ha, anche, l’Autobiografia, comparsa postuma, nel 1887 e il Diario del suo viaggio intorno al mondo. L’originale concezione di Darwin si inserisce in un contesto di studi che aveva visto l’apporto di vari ricercatori. È da dire che già nel settecento erano nate molte obiezioni verso il naturalista svedese Linneo (1707-1778) secondo cui le specie sono state fissate una volta per tutte all’inizio della creazione. Con le varie scoperte geografiche, però, era diventato sempre più difficile andare a classificare le varie specie e già Buffon aveva avanzato la tesi che la natura sia un continuo flusso di vita, dove le distinzioni non derivano da un ordine statico e precostituito, ma da cambiamenti dati da incessanti movimenti.
Colui che infisse l’attacco più esplicito contro la fissità della specie fu Jean Baptiste Lamark (1744-1829) autore del saggio Filosofia zoologica del 1809. per Lamark la differenza tra le diverse specie derivano dalla necessità di adattarsi all’ambiente e dall’esercizio ripetuto di certe attività (la funzione crea l’organo). Tale differenze emerse per adattamento sono poi divenute ereditarie modificando così le varie specie. Darwin, invece, avanza una teoria sostanzialmente diversa in quanto egli afferma che non bisogna considerare troppo preponderante l’ambiente rispetto all’organismo, inoltre, non bisogna ricorrere ad una sorta di finalità (adattamento) dell’organismo stesso. Bisogna, invece, supporre che nella lotta per la sopravvivenza vengono conservate le variazioni vantaggiose all’esistenza stessa, emerse accidentalmente, ed eliminate quelle nocive; in tal modo si poteva spiegare la trasformazione dei viventi e, quindi, la formazione di nuove specie attraverso la trasmissione ereditaria delle variazioni vantaggiose. Tale concezione trova conferma nel fatto che l’uomo nell’allevamento degli animali o nella coltivazione di piante va a rafforzare certe caratteristiche emerse in maniera accidentale; caratteristiche che vengono poi trasmesse alle generazioni successive. Ora, quello che avviene con l’uomo, mediante una selezione artificiale, avviene anche in natura, grazie alla lotta per la sopravvivenza, dove le specie più forti tendono a riprodursi a discapito di quelle più deboli (selezione naturale). Da questo punto di vista la natura è un grande documento e museo paleontologico, dove è possibile ricostruire un colossale albero genealogico di cui le singole specie rappresentano i vari rami. Restava il problema dei salti tra le varie specie, in quanto non sempre si può trovare il legame connettivo tra specie relativamente vicine. Darwin risponde che nel corso del tempo alcune specie sono andate perdute. La lotta per la sopravvivenza è data dal fatto che le specie si moltiplicano al di là delle effettive risorse cibarie e di sussistenza. La concezione evoluzionistica venne applicata da Darwin anche nell’uomo, il quale sarebbe il risultato di una continuità genetica ed evolutiva della stirpe umana rispetto a forme di vita inferiori. L’uomo, in pratica, è disceso da una forma di vita meno altamente organizzata e ha un progenitore in comune con gli altri mammiferi. Le differenze individuali si spiegano poi, come gli altri esseri di natura, in base alle leggi dell’ereditarietà: anche l’uomo si moltiplica molto al di là delle possibilità dei mezzi di sussistenza, e quindi è soggetto a un’aspra lotta per l’esistenza e alla selezione naturale. Il principio evolutivo vale anche per le facoltà intellettuali e morali. La scoperta del linguaggio, divenuto ben presto ereditario è stato capace di agire sul cervello e di apportare un ulteriore progresso dell’uomo. La morale deriva dall’istinto sociale e dal cercare l’approvazione degli altri esseri della stessa specie. Inoltre, il ricordo del passato con il presente crea nell’uomo quella scontentezza che lo porta a desiderare di agire in futuro in maniera migliore: è la coscienza. In Darwin è anche esplicitata la fiducia in un miglioramento spirituale e materiale del mondo dato dall’evoluzione stessa, dove sopravvivono i migliori. 

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