mercoledì 27 novembre 2013

La civiltà minoica


L'isola di Creta è collocata a circa 100 chilometri a sud-est del territorio greco, toccando i confini meridionali del territorio egeo. Questa isola è stretta e lunga, avendo una larghezza di appena 13 chilometri e una lunghezza di 260.

La cultura cretese prende avvio circa 5000 anni or sono, quando i cretesi sostituirono il bronzo alla pietra per la costruzione di strumenti e di armi.

Rimane ancora sconosciuto il loro luogo di origine. Forse erano in rapporto con gli Ittiti dell'Asia Minore. La loro civiltà venne detta minoica ad onore del leggendario re Minosse. Molte delle nostre informazioni su questo popolo derivano dagli scavi archeologici, che ci hanno confermato che tra il 2500 e il 1400 a.C. i governanti cretesi costruirono grandi palazzi, tra i quali si distinsero quello di Festo, nella costa meridionale, e quello di Cnosso, sulla costa settentrionale.

L'archeologo Arthur Evans nel 1900 iniziò degli scavi che permisero di capire la struttura del palazzo di Cnosso di 3500 anni oro sono. La costruzione era enorme e costituiva un vero e proprio labirinto di stanze, finalizzate alle esigenze del re. Nella sala del trono abbiamo il primo esempio europeo di trono. Esso è costituito da un'alta sedia dipinta con un'alta spallina. Vicino al trono si avevano le panche, su cui sedevano i consiglieri del governante. Oltre a questa sala, il palazzo di Cnosso aveva stanze adibite a magazzini, in cui veniva conservato il tesoro. All'interno di enormi giare, invece, veniva riposto l'olio d'oliva ed il grano. Altre sale erano prettamente ricreative e rappresentative. In esse abbiamo splendidi dipinti e scaloni. Non mancavano nemmeno bagli e gabinetti forniti di tubi di scolo in terracotta.

La splendida arte è prova che nel palazzo la vita era intensa e ricca. Le ceramiche erano finemente decorate con raffigurazioni di immagini di animali e della vegetazione dell'isola. Gli utensili e gli ornamenti erano decorati con oro e con avorio. Ci sono rimasti esempi di mirabili tavolini da gioco. Non mancano nemmeno gli affreschi sui muri. Alcuni di essi mostrano atleti che compiono acrobazie su tori in un probabile rituale religioso. Altre pitture ci testimoniano la vita lussuosa condotta dai regnanti minoici e dalle loro consorti.

Tutto ciò ha reso chiaro il fatto che la vita di Cnosso era florida e prospera e che i loro governanti fossero uomini ricchi e potenti, la cui nazione era al sicuro degli attacchi esterni.

Il commercio era una delle attività maggiormente sviluppate: si esportava olio d'oliva e ceramiche in Egitto, che venivano scambiate con merci egizie, tra cui vasi di alabastro. Si commerciava con il nord dell'isola, in cui venivano portati vasi e lavori in metallo. Si ritiene che i Cretesi estendessero il loro controllo anche sulla città di Atene.

La civiltà cretese crollò improvvisamente verso il 1400 a.C., nel periodo del suo massimo sviluppo e splendore. Rimangono ancora non del tutto accertate le cause del crollo. Forse vi furono dei catastrofici terremoti, o, forse, vi fu la conquista di un nemico esterno. Quello che è certo è che in questo periodo tutti i palazzi vennero distrutti. Alcune tavolette d'argilla ci fanno intendere che la crisi e la fine della civiltà cretese è da vedere nei cataclismi naturali. Le iscrizioni vennero redatte in due diverse lingue sillabiche. La scrittura più antica viene chiamata lineare A, l'altra lineare B. La prima rimane sconosciuta e tutt'ora non decifrata; la seconda invece, è stata risolta dall'architetto inglese Michael Ventris. Queste tavolette elencano proprietà, schiavi ed artigiani; beni deposti nei palazzi. La lingua è una forma di greco arcaico parlato dai popoli micenei del territorio greco.

Ciò potrebbe indurre a pensare che i Greci micenei avessero distrutto la civiltà cretese. Prova sarebbe la scrittura in lineare B. In realtà essa risale a prima della distruzione ed era utilizzata dalla civiltà minoica. Sembrerebbe, quindi, che i due popoli vivessero pacificamente.

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