mercoledì 27 novembre 2013

Alessandro Magno


La Grecia del IV secolo a.C. era stata spettatrice di duri scontri tra Sparta, Tebe ed Atene. Queste città-stato si confrontavano per l'egemonia sul mondo greco. Atene era riuscita a riprendere vigore dopo la disastrosa sconfitta subita da Sparta. Nonostante ciò, essa non aveva più il predominio del territorio. Nel frattempo si andava presentando una nuova minaccia, proveniente dal nord. Era il regno di Macedonia, il cui popolo era semi-greco e semi-barbaro.

La Macedonia, da piccolo regno limitrofo di poca importanza, si trasformò in una grande potenza grazie all'opera del sovrano Filippo II (382-336 a.C.).Questi, con intrighi e lotte, riuscì a conquistare tutto il continente greco. Le sue intenzioni, però, non finirono qui e si rivolsero verso l'Impero Persiano, l'antico potente nemico della grecità. Le sue mire espansionistiche non poterono realizzarsi, perché venne assassinato nel 336 a.C. Ciò, però, non significò la fine del progetto, che, anzi, venne ripreso dal figlio Alessandro. Nel 334 a.C. Alessandro attraversò l'Ellesponto penetrando nell'Asia Minore con un esercito di 5000 cavalieri e 32.000 fanti. Ciò diede inizio ad una delle più stupefacenti vicende storiche: l'esercito di Alessandro attraversò tutta l'Asia Minore, sconfisse un esercito persiano inviato da Dario III, conquistò l'Egitto, la Mesopotamia, penetrò l'intera Persia, la Battriana, l'Afganistan e giunse persino al fiume Indo. A questo punto, l'esercito, stanco e prostrato dalle lunghe battaglie, si rifiutò di andare oltre. Alessandro, contro la sua volontà, dovette tornare indietro. Inaspettatamente si ammalò di febbri malariche. Morì in Babilonia alla giovane età di 32 anni. In soli 12 anni era diventato il padrone di quasi tutto il mondo orientale conosciuto.

Subito dopo la sua morte l'impero cadde nel caos. Ciò fu dovuto essenzialmente al fatto che Alessandro, tutto intento nella sua politica espansionistica, aveva avuto poco tempo per organizzare il suo impero. Vi furono 50 anni di lotte intestine tra i suoi generali e i suoi congiunti per la supremazia. Alla fine la questione venne risolta con la spartizione dell'impero in tre regni, tutti governati da un re macedone: Tolomeo in Egitto, Antigono in Macedonia e in Grecia, Seleuco in Siria e in Mesopotamia. Questi sovrani si rifecero alle usanze degli orientali ed adottarono il loro modello assolutistico, per cui il sovrano era ritenuto un dio in terra, e, in quanto tale, vi si doveva massima obbedienza. Cessa, quindi, la democrazia, anche se il mondo di Alessandro, detto Ellenistico, conservò una fiorente unità culturale. Il Greco divenne la lingua franca di tutto il Mediterraneo orientale e l'arte greca si diffuse sino in India. Il commercio ebbe dei fiorenti risvolti e nuove vie mercantili collegarono, attraverso la Persia, il mondo del Mediterraneo con la Cina. Ad Alessandria d'Egitto venne istituita la biblioteca più grande del mondo antico. Si ebbero anche notevoli innovazioni in campo tecnico e scientifico. I Greci, infatti, poco propensi all'utilizzo del metodo sperimentale, iniziarono, grazie all'incontro con la cultura orientale, a dedicarsi all'osservazione e a sviluppare un sapere non solo contemplativo, ma anche produttivo. Sono di questo periodo le scoperte con finalità pratiche di Archimede e di Eratostene. In medicina si ebbero notevoli progressi grazie agli studi di Erofilo (300 a.C. circa), che descrive in maniera accurata e dettagliata il cervello ed i nervi.

Si diffusero le religioni orientali, che offrivano maggiore conforto e sicurezza agli uomini del tempo, fortemente provati da un'epoca di cambiamento. In seguito avrà larghissima diffusione il Cristianesimo. Prima di ciò si fece strada, però, un altro grande impero, quello romano, che assoggettò tutto quanto il territorio ellenistico.


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