Gli Arabi di 1300 anni or sono, ossia di quando irruppero nella civiltà del Medio Oriente, erano semi – nomadi, inesperi di ogni attività politica. Sotto i primi califfi iniziarono ad organizzarsi in un governo centrale. Come avveniva in precedenza con i sceicchi delle tribù, il califfo veniva eletto dalle famiglie più importanti. Una volta al potere, egli diveniva comandante in capo, guida religiosa e giudice supremo. I califfi Abu Bekr e Omar ( 634 – 644 ) governarono il loro impero in espansione ponendo dei generali a capo delle province tolte a Bisanzio e alla Persia. In tali province, ossia in Egitto, in Siria, in Iran ed in Iraq, i generali arabi costruivano campi fortificati dove conducevano un tipo di vita maestosa.
I sudditi venivano suddivisi in tre gruppi:
1. i mawali o liberti, ossia i non arabi convertiti all'Islam;
2. i dhimmi, ossia i non musulmani credenti in religioni tollerate dai musulmani;
3. gli schiavi.
I primi califfi non persero tempo ad unificare i diversi tipi di governo che si andavano formando all'interno delle province; anche se Omar compì un primo passo in tal senso con l'istituzione del Diwan o ufficio per gli incassi ed i pagamenti. In pratica, egli si proponeva di raccogliere le tasse retribuite in tutto l'impero e di utilizzarle per le spese amministrative, le spese militari e le rendite retribuite ad ogni Arabo a seconda del rango di appartenenza. Una reale centralizzazione del potere si ebbe nel 661 d.C. con il califfato di Mu'awiya. I governanti che si erano succeduti da Omar a Mu'awiya avevano lottato tra loro per il diritto di successione. Mu'awiya aveva ben compreso che l'impero poteva essere unificato solo se si centralizzava il governo. Aq tal fine trasferì la capitale a Damasco, in Siria, dove era stato precedentemente governatore. Quindi, fondò una nuova amministrazione politica, i cui funzionari si prendevano cura delle faccende politiche, della raccolta delle tasse e delle faccende di carattere religioso. Sotto il suo governo le nove province si fusero in cinque vicereggenze. Ognuna di esse era governata da un viceré che poteva nominare i giudici e i prefetti dei suoi distretti. La maggior parte delle vicereggenze aveva un proprio esattore delle tasse, che era responsabile direttamente verso il califfo. Oltre a ciò Mu'awiya fece del califfato una carica ereditaria e non più elettiva. Ciò mantenne al potere la sua famiglia, gli Omayyadi per 89 anni, durante i quali si fecero dei nemici formidabili. I Mawali, che si moltiplicarono in maniera rapida, odiavano gli Omayyadi perché quest'ultimi si rifiutavano i inserire al governo gente non araba. Anche gli Arabi li detestavano perché li ritenevano degli usurpatori. Nel 747 d.C. gli odi si trasformarono in ribellioni e gli Omayyadi vennero detronizzati. Salì al potere Abu'l Abbas, capo dei potenti Abbasi; con loro la capitale venne spostata ancora di più ad Oriente, ossia a Bagdad, da poco edificata. Gli Abbasidi permisero ai Mawali e ai Dhimmi di governare ed elaborarono un piano amministrativo tale che il califfo poteva governare tramite il generale, un giudice ed un visi. Quest'ultimo governava per mezzo di una complicata catena di ministeri che comprendeva un ufficio tasse, un ufficio amministrativo, una cancelleria, un reparto postale e un reparto di polizia. Tutta questa amministrazione, oltre ad essere inefficiente, fu enormemente costosa. I califfi, inoltre, non avevano più contatti con il popolo e il loro tenore di vita aveva inciso sull'economia in generale. Un califfo, per esempio, sfoggiò insieme a sua moglie, durante il ricevimento nuziale, mille enormi perle. Tutto ciò fece sì che già nel IX secolo d.C. il sistema politico arabo cominciasse a cedere. Il crollo venne affrettato dalle istanze separazionistiche dei generali, che, raggiunto il potere, si assumevano il potere di vicerè nelle province. Autorizzati dai califfi a riscuotere tasse, si rifiutavano poi di dare il denaro raccolto e, appoggiati dai loro eserciti, gradualmente si trasformavano in monarchi, con gradi di dipendenza diversi a secondo della regione. Ciò avvenne nel 788 in Marocco, nell'800 in Tunisia, nell'868 in Egitto, e in tutti i territori a Oriente di Baghdad entro il 945. la potenza dei califfi e dell'impero islamico volgeva al termine. Tre forti legami, però, univano ancora gli Arabi: la fede islamica, la lingua araba e il commercio.
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