All'inizio del IX secolo d.C. l'Europa vessava in una forte crisi del sapere dato dalle invasioni barbariche. Quando Carlo Magno, sapeva appena scrivere il suo nome, i sapienti islamici iniziarono a dedicarsi a complessi studi di matematica, astronomia, medicina e filosofia e per i successivi 600 anni furono il popolo culturale del mondo. Gli Arabi, prima dell'avvento del profeta Maometto, era un popolo di semi-barbari; ignoranti dei costumi civili dei bizantini e dei persiani. Ben presto, però, assunsero alla loro posizione culturale. I pellegrinaggi religiosi e il commercio resero necessarie la perfezione dei loro sistemi di navigazione, nonché di un sostanziale miglioramento dei metodi di calcolo. Da ciò derivò una sempre maggiore conoscenza della Geografia, dell'Astronomia e dell'Aritmetica. Inoltre, i Califfi fecero il possibile per raccogliere il meglio della cultura bizantina e persiana. A tal fine mandarono studiosi in tutto il mondo conosciuto alla ricerca di manoscritti antichi. Nell'830 d.C. il califfo al-Mamun fece aprire una “Casa della Saggezza” a Baghdad, i cui letterati traducevano gli antichi testi in greco in arabo, tra cui le opere di medicina di Galeno, le opere di matematica e di astronomia di Euclide, Tolomeo e Archimede, i libri di filosofia di Platone e di Aristotele e di scrittori persiani. In tal modo, gli Arabi fecero propria quella cultura che era iniziata a Sumer e che poi era passata in Grecia, e da qui a Bisanzio ed in Persia. I califfi elaborarono questa cultura secondo i dettami della religione islamica. Al Corano, per esempio, si ispiravano le grammatiche e i dizionari arabi, mentre con lo studio della vita di Maometto sorsero delle complesse storiografie. La cultura araba, però, non fu fertile solo nella grammatica e nella storiografia. Al contrario, diede contributi in ogni ambito del sapere. In astronomia dimostrarono che l'anno solare è di 365 giorni e ¼; calcolarono le orbite del sole, della luna e dei pianeti; perfezionarono l'astrolabio, con il quale poterono calcolare la latitudine in qualsiasi posto si trovavano. Tale strumento diede un fertile contributo al sapere geografico.
Uomini come al-Masudi (X sec.) e Ibn Battuta (XIV secolo) percorsero tutto il mondo allora conosciuto, fornendo in tal modo le basi per i libri di geografia, le carte e i portolani arabi. In matematica compirono dei progressi impressionanti. Introdussero l'uso delle zero e dei numeri “arabi”, entrambi provenienti dall'India. Uomini come al-Khuwarizmi (IX secolo) e Omar Khayyam (morto nel 1123) in ventarono la moderna algebra. In chimica i Musulmani del X secolo fecero grandi progressi con esperimenti oggettivi e in medicina il sapere venne ampliato tramite l'esperimento e l'osservazione. Nel IX secolo Hunain Ibn Ishaq scrisse dieci trattati sugli occhi, il primo testo di tal genere, e il persiano Ar-razi scrisse le prime chiare descrizioni del vaiolo e della rosalia.
In arte si dedicarono al disegno geometrico. Non si dedicarono alle rappresentazioni umane perché vietate dalla religione islamica. Notevoli furono le opere letterarie, tra le quali ricordiamo le storie d'amore, i racconti di viaggiatori e i famosi racconti di Mille e una notte. In musica venne inventato il sistema di notazione indicante il ritmo oltre il tono.
Nell'Islam vennero costruiti ospedali, opere di irrigazione, scavati pozzi artesiani e il grano venne macinato con mulini a vento; vennero edificate moschee, ossia centri di culto e dal 751 d.C. si iniziò a fabbricare la carta. L'Islam passò questo sapere con le crociate agli Europei. Inoltre, moti letterati cristiani si finsero musulmani e permisero la diffusione della cultura islamica in Spagna, Sicilia, Siria, Francia, Italia, Germania ed Inghilterra. Con la diffusione di questa cultura entrarono in occidente vocaboli quali algebra, zero, zenit, caffè, traffico, ammiraglio e divano.
La cultura musulmana esercitò un forte influsso su quello europeo, che, quando si risvegliò, la fece cadere in crisi.
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