lunedì 10 marzo 2014

I cambiamenti del tardo medioevo

Nel tempo che intercorre tra l'inizio e la fine del medioevo si hanno una serie di cambiamenti che portano alla coltivazione di terreni ricavati da paludi, foreste e brughiere. Il commercio, un tempo stagnante, riprende vigore e isolate fattorie e borghi si erano trasformati in villaggi e città. Uno dei cambiamenti più tristi fu quello portato dalla Peste Nera in Europa dal 1347 al 1350. un terzo della popolazione, e in alcune zone anche di più, morì a causa di essa. La popolazione diminuì a dismisura, e i grandi proprietari terrieri, come avvenne in Inghilterra, furono costretti ad aumentare le paghe e, quando cercarono nuovamente di abbassarle, si ebbero rivolte e conflitti.

Stessa cosa avvenne in molte altre zone europee.

In realtà, la peste aveva soltanto accelerato un processo già in atto e dovuto essenzialmente al fatto che con l'agricoltura e il commercio più florido i signori possedevano un sovrappiù che potevano smerciare. Ciò fece sì che in Inghilterra e in Germania orientale i grandi proprietari terrieri comprassero le terre dei contadini, che riunite formarono delle enormi estensioni devolute alla sola pastorizia o alla sola coltivazione del grano.

Frumento e lana, esportati all'estero, arricchirono i grandi proprietari terrieri, che spesso vendevano queste terre ai ricchi mercanti, che formavano una nuova classe sociale: gli Junker in Germania e i Squires in Inghilterra. In pratica, la ricchezza ora si contava in denaro e non più in nascita.

Fu nel XIV secolo che si iniziarono ad affermare gli abitanti delle città, che, avendo una grande disponibilità di denaro, erano in grado di prestarlo ai sovrani, che lo utilizzavano per assoldare mercenari contro i vassalli sleali. Illustri cittadini divennero i consiglieri e gli assistenti amministrativi dei re.

Con la decadenza di Chiesa ed Impero si svilupparono le nazioni, che diedero vita a sentimenti di autonomia e formarono una lingua nazionale. Parte del decadimento è imputabile alla stessa Chiesa, che tra il 1378 e il 1417 vide due papi: uno a Roma e l'altro ad Avignone, in Francia.

Dello scontento della Chiesa si fecero portavoce due riformatori: l'inglese John Wycliffe (1320-1384) e il professore boemo Giovanni Hus (1369-1415 circa). Il primo attaccò il clero, perché corrotto e legato ai beni materiali, e le dottrine ed i dogmi della Chiesa, perché riteneva che l'unica autorità fosse rappresentata dalla Bibbia, che egli fece tradurre in Inglese. Il suo discepolo Hus fondò la Chiesa separata di Moravia. Cosa che gli costò la scomunica e la pena capitale. Ciò, però, preparò il terreno alla Riforma. Con l'indebolirsi del potere religioso si ebbe lo sviluppo di un pensiero laico libero, di cui fu iniziatore già Ruggero Bacone nel XIII secolo.

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