lunedì 10 marzo 2014

Le scoperte geografiche nel rinascimento

Il rinascimento fu un periodo di grandi scoperte, invogliate dalla necessità dei sovrani di trovare nuove vie commerciali con l'Oriente asiatico, dopo che questo era stato preso dai Mamelucchi in Egitto e dal 1450 dagli Ottomani.

A tal fine si ebbe un nuovo interesse per le scienze nautiche e cartografiche. Sino ad allora non era stata sviluppata alcuna tecnologia che potesse aiutare l'uomo ad orientarsi in alto mare, anche se ai tempi di Cristoforo Colombo erano conosciuti l'astrolabio e il quadrante. Questi strumenti permettevano di misurare l'altezza del Sole e delle stelle rispetto all'orizzonte; il che permetteva di conoscere la latitudine. Non si avevano invece strumenti che permettessero di conoscere la longitudine. Era conosciuta la bussola e si avevano delle carte geografiche del mondo allora conosciuto.

Nel 1560 Gerardo Mercatore inventò un metodo di proiezione che permetteva di seguire con facilità la rotta segnata dalla bussola e le navi vennero perfezionate per i lunghi tragitti. Quelli esistenti erano inadatte per le grandi traversate. Basta pensare alle galee a remi e ai vascelli con le vele quadre, che potevano navigare solo se il vento era favorevole. I Portoghesi copiarono le imbarcazione degli Arabi, che, dotate di tre vele triangolari, navigavano anche con il vento a prua. Gli Europei, allora, costruirono navi con vele quadre e con una triangolare sistemata a poppa.

I Portoghesi furono i veri pionieri nelle scoperte geografiche, e il loro primo successo fu il commercio di oro e di schiavi con l'Africa occidentale.

Già nel 1418 il principe Enrico il Navigatore inviò uomini alla ricerca di nuove vie commerciali in Africa. L'impresa ebbe successo ed invogliò a spingersi ancora più a sud: nel 1488 Bartolomeo Dias doppiò il Capo di Buona Speranza e 10 anni dopo Vasco da Gama raggiunse l'India.

Il Portogallo iniziò ad accumulare ricchezza con 'importazione di seta, spezie e merci asiatiche provenienti dalle coste indiane. Mentre i Portoghesi inviavano uomini in Oriente, la Spagna non stava di certo a guardare, e cercò nuove vie marittime inviando uomini a Occidente, alla ricerca di percorsi commerciali transatlantici verso la Cina e le Indie. Nel 1492 Colombo credette erroneamente che le Bahama fossero le isole a largo della costa atlantica. I navigatori che seguirono il genovese, come Amerigo Vespucci (1497) e Ferdinando Magellano (1519) provarono invece che tra l'Europa e l'Asia esisteva un altro continente. La Spagna invase tutto il territorio americano, dal quale ricavò una grande quantità di oro ed argento. Queste scoperte avevano arricchito il Portogallo e la Spagna. Il mediterraneo, invece, perdeva la propria posizione di centro di incontri commerciali e il monopolio veneziano sulle spezie crollò per la rivale nazione del Portogallo. Il mediterraneo, comunque, si arricchì, grazie anche ai nuovi prodotti (cacao, tabacco, tacchini, granoturco e patate) e alla grande quantità di metalli preziosi che confluivano dalle Americhe.

Portogallo e Spagna non riuscirono però a mantenere la propria supremazia commerciale e Cadice e Lisbona dovettero cedere il passo alle fiorenti città di Amsterdam, Anversa, Bristol e Londra.

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