giovedì 30 gennaio 2014

Maometto e l'Islam


Nel 600 d.C. l'Arabia era abitata da tribù nomade perennemente in lotta tra di loro. Dopo meno di un secolo queste tribù si riunirono sotto un solo potere e fondarono un possente impero. Chi rese possibile un tale cambiamento fu Maometto, il fondatore della religione islamica. L'Arabia è un territorio rettangolare grande quanto l'Europa occidentale. Il clima è caldo, il suolo desertico in grande maggioranza, e, a tratti, vi sono nude rocce riarse. Il clima è arido. Solo a sud c'è pioggia sufficiente a fertilizzare le valli. Le differenze climatiche ebbero delle conseguenze sullo sviluppo dello stile di vita. L'Arabia era, in altre parole, divisa in due: coloro che abitavano il nord erano costretti a vivere in piccole tribù di nomadi, sempre alla ricerca di pascoli per le pecore e le capre; gli abitanti del sud, invece, si dedicarono all'agricoltura e al commercio e fondarono una serie di città. Questi due diversi gruppi parlavano due forme diverse di Arabo e adoravano due diversi gruppi di divinità. Anche politicamente erano organizzati in maniera diversa: i re del sud ereditavano il loro potere; gli anziani del nord (“shaikh”) venivano eletti dalle loro tribù. L'Arabia, quindi, era divisa in due parti, in ognuna delle quali la popolazione era divisa in tanti piccoli regni.

Le cose cambiarono del tutto con l'azione del predicatore Maometto, il cui nome significa “degno di lode”. Egli nasce nel 570 d.C. ed era membro della tribù dei Qumaish; essa, collocata nel settentrione, un tempo nomade, si era collocata stabilmente all'interno della Mecca. Questa città dell'Arabia occidentale era un piccolo e fiorente centro commerciale e religioso.

Da tutta l'Arabia provenivano pellegrini a cavallo e a piedi per dirigersi ala ka'ba (dado) della Mecca. Qui si aveva un santuario in cui veniva conservata una meteorite nera, creduta la dimora di molti dei. Maometto si rifiutò di adorare queste divinità. Ciò per due motivi:

  1. perché provava ammirazione per il Dio unico adorato dai mercanti cristiani ed ebrei che passavano dalla Mecca;
  2. perché era convinto che Dio gli avesse parlato per annunciare una nuova religione, di cui lui era il grande profeta.

Il matrimonio con una ricca vedova lo mise in agiate condizioni economiche, dandogli tutto il tempo per meditare e per dedicarsi allo sviluppo di una nuova religione, l'Islam, cui venne data la struttura che tutt'ora conosciamo.

Islam significa “sottomissione” e l'islamismo chiede di obbedire alla volontà di Dio, l'onnipotente creatore dell'universo che nel giorno del giudizio aprirà ai Musulmani il paradiso e agli infedeli l'inferno.

Per andare in paradiso un musulmano deve dichiarare che vi è un solo Dio e che Maometto è il suo profeta. Deve, inoltre, pregare 5 volte al giorno, fare l'elemosina, osservare un mese di digiuno ogni anno, fare durante la vita almeno un pellegrinaggio alla Mecca e accettare ed osservare gli insegnamenti del “Corano”, ossia la “narrazione” delle leggi di Dio così come furono rivelate a Maometto.

L'Islam costituì un forte richiamo per molti abitanti della Mecca perché, al contrario della religione politeista, prometteva la vita eterna. Inoltre, al contrario della religione Giudaica e Cristiana, la dottrina era molto più semplice e non prevedeva un complesso apparato sacerdotale, né un elaborato rituale. In un primo momento però non era stato previsto il pellegrinaggio alla Mecca. Ciò provocò l'avversità dei mercanti del luogo, che credevano che con il nuovo credo sarebbe diminuito l'afflusso di pellegrini con un generale impoverimento della città. Per tale motivo Maometto ed i suoi seguaci vennero perseguitati. Nel 622 d.C. Maometto, piuttosto che abbandonare la sua fede, si recò con 200 seguaci al nord, a Medina. Questa venne chiamata Egira, “migrazione”, e il 622 viene considerato il primo anno del loro calendario. Questo fu un anno importantissimo perché Maometto venne salutato dagli abitanti del luogo come il capo politico e religioso. Egli diede prova delle sue capacità come saggio governante ed abile condottiero, conquistando nel 630 la Mecca. Questi eventi suscitarono grande stupore tra gli Arabi e tra le tribù, che subito mandarono i loro legati per riconoscerlo come capo politico e religioso,

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